I funghi sono una delle delizie più amate dell’autunno, protagonisti di risotti, tagliatelle e zuppe aromatiche. Tuttavia, nonostante il loro fascino, i funghi rappresentano anche uno degli alimenti più rischiosi se raccolti o consumati senza le dovute precauzioni. Ogni anno in Italia si registrano centinaia di casi di intossicazione da funghi, spesso causati da errori di identificazione o da cattiva conservazione.
Per questo motivo il Ministero della Salute continua a promuovere campagne di sensibilizzazione, ricordando ai cittadini che la prudenza è il primo ingrediente per gustare i funghi senza pericoli.
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Intossicazioni da funghi: un rischio ancora attuale
Secondo i più recenti dati del Centro Antiveleni di Pavia e dell’Istituto Superiore di Sanità, ogni anno vengono segnalati in media oltre 700 casi di intossicazione da funghi in Italia, con picchi nei mesi di settembre e ottobre. La maggior parte degli episodi deriva dal consumo di funghi raccolti in autonomia e non sottoposti a controllo micologico.
In molti casi, i sintomi si manifestano dopo poche ore dall’ingestione: nausea, vomito, dolori addominali, diarrea, sudorazione e confusione mentale. Nei casi più gravi, come quelli legati all’ingestione di specie tossiche come l’Amanita phalloides, possono verificarsi danni epatici irreversibili o persino la morte.
“È necessario astenersi dal consumo di funghi raccolti se non si è assolutamente certi della loro commestibilità. Presso ogni ASL è attivo un servizio gratuito di ispettorato micologico, dove esperti qualificati possono verificare la sicurezza dei funghi raccolti”,
ricordano gli specialisti del Centro Antiveleni.
Chi deve fare più attenzione
Alcune categorie di persone dovrebbero evitare del tutto il consumo di funghi. In particolare, bambini piccoli, donne in gravidanza e in allattamento sono più vulnerabili agli effetti tossici di alcune sostanze presenti anche nei funghi commestibili. Inoltre, chi soffre di patologie epatiche, renali o gastrointestinali dovrebbe consultare il medico prima di consumarli.
Come riconoscere un’intossicazione da funghi
I sintomi possono variare a seconda della specie ingerita e della quantità consumata. Tuttavia, i segnali più comuni sono:
- Nausea, vomito e crampi addominali;
- Diarrea profusa e disidratazione;
- Disturbi visivi o confusione mentale;
- Debolezza muscolare e vertigini.
In presenza di uno di questi sintomi dopo il consumo di funghi, è fondamentale recarsi immediatamente al pronto soccorso, portando con sé eventuali avanzi, crudi o cotti, per facilitare l’identificazione della specie e la diagnosi.
“Tentare di contrastare i sintomi a casa con farmaci antidiarroici o antiemetici è pericoloso: può mascherare la gravità dell’intossicazione e ritardare le cure adeguate”,
precisano gli esperti.
Le 10 regole per consumare funghi in sicurezza
Il Ministero della Salute ha pubblicato l’opuscolo “I funghi: guida alla prevenzione delle intossicazioni”, disponibile anche su App Edicola Salute. All’interno sono riportate le 10 regole fondamentali per gustare i funghi senza rischi:
- Fate controllare i funghi da un vero micologo della ASL, evitando di fidarsi di amici o conoscenti “esperti”.
- Consumate quantità moderate, poiché i funghi sono alimenti difficili da digerire anche se commestibili.
- Non somministrate funghi ai bambini: il loro organismo è più sensibile alle tossine.
- Evitate il consumo in gravidanza e durante l’allattamento.
- Consumate solo funghi in perfetto stato di conservazione, evitando quelli ammuffiti o deteriorati.
- Cuocete sempre i funghi a fondo: la cottura distrugge molte tossine termolabili.
- Sbollentate i funghi prima di congelarli e consumateli entro sei mesi per evitare alterazioni.
- Non raccogliete funghi lungo le strade o vicino a zone industriali: possono assorbire metalli pesanti e inquinanti.
- Non regalate funghi raccolti senza averli fatti controllare: potreste mettere a rischio la salute altrui.
- Attenzione ai funghi sott’olio: se conservati male, possono sviluppare la tossina del botulino.
Consigli pratici per la raccolta e la conservazione
Se amate raccogliere funghi, ricordate di utilizzare cestini di vimini (mai sacchetti di plastica) per permettere la dispersione delle spore e mantenere i funghi freschi. Rimuovete il terriccio sul posto e fate controllare il raccolto entro poche ore presso un centro micologico.
Una volta in cucina, i funghi vanno puliti con un panno umido o un pennellino, evitando di lasciarli troppo a lungo in ammollo per non alterarne la consistenza. Per la conservazione, si possono essiccare, congelare o sott’olio, ma sempre seguendo le indicazioni sanitarie ufficiali per evitare contaminazioni batteriche.
La prevenzione è la chiave
Ogni anno, nonostante le campagne informative, continuano a verificarsi episodi di intossicazione grave causati da superficialità o inesperienza. Ecco perché le autorità sanitarie ribadiscono che la prevenzione è l’unico modo efficace per evitare tragedie. Bastano pochi gesti consapevoli per trasformare la raccolta e il consumo dei funghi in un piacere sicuro e genuino.
La passione per i funghi è un’eredità culturale che unisce generazioni di italiani: imparare a rispettare le regole significa tutelare non solo la propria salute, ma anche l’ambiente e la biodiversità dei nostri boschi.
FAQ – Domande frequenti sui funghi e sulla sicurezza
Come posso essere sicuro che un fungo sia commestibile?
Non esiste un metodo casalingo infallibile per riconoscere i funghi commestibili. La sola certezza arriva dal controllo di un micologo qualificato (servizio di Ispettorato Micologico presso la ASL). Evitate di fidarvi di “regole popolari” o di persone non qualificate.
Cosa devo fare se dopo aver mangiato funghi mi vengono nausea o vomito?
Se compaiono sintomi quali nausea, vomito, diarrea, dolori addominali, vertigini o confusione, recatevi immediatamente al pronto soccorso. Portate con voi eventuali avanzi dei funghi (cotti o crudi), imballati e refrigerati se possibile: sono fondamentali per l’identificazione e la terapia. Non assumete farmaci antidiarroici o antiemetici a casa senza indicazione medica.
I bambini e le donne in gravidanza possono mangiare funghi?
Per cautela, bambini molto piccoli, donne in gravidanza e in allattamento dovrebbero evitare il consumo di funghi selvatici. Il loro organismo è più sensibile alle tossine e le conseguenze di un’intossicazione possono essere più gravi.
Posso raccogliere funghi vicino a strade o aree industriali?
No. I funghi assorbono inquinanti e metalli pesanti dal suolo e dall’aria: evitate raccolte lungo strade trafficate, vicino a industrie o aree contaminate.
È vero che alcuni avvelenamenti da funghi danno sintomi ritardati?
Sì. Alcune specie altamente pericolose (es. Amanita phalloides) possono causare un’insorgenza dei sintomi dopo molte ore, spesso 6–24 ore. Questo ritardo non significa che non vi sia pericolo: anzi, i casi con esordio ritardato possono evolvere in gravi danni epatici. Rivolgetevi subito al pronto soccorso anche se i sintomi insorgono dopo molte ore.
Devo bollire i funghi prima di congelarli?
Sì. Sbollentare i funghi prima del congelamento è una buona pratica igienica: riduce i microrganismi superficiali e preserva meglio il prodotto. Consumate i funghi congelati entro 6 mesi per qualità e sicurezza.
È pericoloso conservare funghi sott’olio?
Se non preparati e conservati correttamente, i funghi sott’olio possono favorire lo sviluppo di tossina botulinica. Seguite sempre procedure di conservazione sicure (sterilizzazione, acidificazione adeguata, rispetto dei tempi) o preferite prodotti commerciali certificati.
Come devo raccogliere i funghi per ridurre i rischi?
Usate un cesto di vimini (mai sacchetti di plastica), non mischiate specie diverse nello stesso contenitore, rimuovete sporco e terriccio sul posto e fate controllare l’intero raccolto (non solo un esemplare) da un micologo entro poche ore.
Posso regalare o vendere i funghi raccolti?
No, non regalate né vendete funghi selvatici senza avere prima ottenuto il controllo di commestibilità da un micologo. Anche chi ha esperienza può sbagliare: la responsabilità per la salute è grande.
Dove posso far controllare i funghi?
Presso le ASL locali è attivo il servizio di Ispettorato Micologico (controllo gratuito). In caso di dubbio su dove rivolgersi, contattate il vostro medico o il numero del Centro Antiveleni locale per indicazioni.
Cosa portare al pronto soccorso o al micologo in caso di sospetto avvelenamento?
Portate:
- eventuali avanzi dei funghi (crudi e/o cotti) in contenitori chiusi;
- fotografie del fungo intero (se disponibili);
- informazioni su quando e quanto avete mangiato;
- eventuali sintomi comparsi e il loro orario d’insorgenza.
Questi elementi aiutano l’identificazione e l’impostazione della terapia.
Quali comportamenti prevenzionistici posso adottare?
Regole pratiche: far controllare i funghi da un micologo, evitare raccolte in aree inquinate, non consumare funghi crudi, non somministrarli ai bambini o in gravidanza, cucinarli bene, non usare rimedi casalinghi in caso di sintomi e rivolgersi tempestivamente al pronto soccorso. La prevenzione è l’unico modo sicuro.
In conclusione, il consiglio è semplice: godetevi i funghi, ma solo se siete certi della loro provenienza e commestibilità. Quando si tratta di salute, la prudenza non è mai troppa.