Facebook, il social network più famoso al mondo, non aiuta l’umore, poiché il suo uso porta ad essere infelici e invidiosi.
È quanto emerge da uno studio condotto dal Dipartimento di Sistemi Informativi della Technische Universität Darmstadt e l’Istituto dei Sistemi Informativi della Humboldt-Universität zu Berlin, il quale ha analizzato i sentimenti delle persone che utilizzano Facebook.
È ormai consuetudine tra chi utilizza la rete per lavoro o per svago avere un profilo Facebook, così come è divenuta un’abitudine aggiornare il proprio stato con foto, link, commenti e così via. Sono proprio le buone notizie pubblicate dagli “amici”, a colpire i sentimenti di chi le legge.
Se ci pensiamo bene, ogni volta che si va su Facebook si possono scoprire viaggi da sogno, cene in ristoranti eleganti, romantiche storie d’amore o crescite professionali. Facebook è infatti una “vetrina” in cui ognuno può mettere in mostra la propria vita.
Il professor Buxmann e la dottoressa Hanna Krasnova, autori della ricerca tedesca, hanno sottoposto i volontari ad un’intervista.
Dai risultati, che verranno presentati all’11th International Conference Wirtschaftsinformatik (Sistemi informativi) che si terrà a Lipsia alla fine di febbraio, è stato riscontrato che la maggior parte di loro, utilizzando il social network, provava sentimenti negativi, come la frustrazione, a causa dell’invidia che sembra che gli utenti abbiamo dei loro “amici”.
“Sebbene gli intervistati fossero riluttanti ad ammettere di aver provato invidia, mentre erano collegati a Facebook – ha spiegato la dottoressa Krasnova nel comunicato TUD – spesso si presume che l’invidia possa essere la causa che si cela dietro alla frustrazione da “altri” su questa piattaforma: una chiara indicazione che proprio l’invidia è un fenomeno saliente nel contesto di Facebook”.
Secondo i ricercatori, inoltre, frustrazione e invidia colpiscono quelle persone che utilizzano il social network come fonte di informazioni e quindi leggono i messaggi degli amici, controllano gli aggiornamenti di stato e guardano le foto altrui.
E non finisce qui. Dallo studio emerge anche che circa un quinto degli eventi più recenti che avevano causato l’invidia degli intervistati è avvenuto nell’ambito di Facebook, segno, questo, dell’importanza che il social network ha sull’emotività degli utenti.
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E come si manifesta questa invidia?
L’utente ha un comportamento quasi compulsivo e cerca in tutti i modi di migliorare il proprio profilo aggiungendo buone notizie che lo riguardano. Ciò però scatena l’invidia di un altro e così via. Si entra quindi in un circolo vizioso da cui diventa difficile uscire.
Quali sono invece gli argomenti più “invidiati”?
Non è il lavoro, ma i viaggi, il tempo libero e l’amore. Lo studio ha inoltre dimostrato che l’invidia causata da Facebook non è soltanto “virtuale”, ma influisce negativamente anche sulla vita quotidiana.
Che fare allora?
Forse chi è emotivamente debole e si lascia influenzare dalla vita degli altri dovrebbe prendere i successi altrui come stimolo e non come provocazione per migliorare un profilo che poi non corrisponde alla realtà.
Oppure, sarebbe meglio riflettere un attimo e pensare che nella vita sono ben altre le cose che contano, piuttosto che morire di invidia per un viaggio che non si può fare o una promozione al lavoro che non si può avere.