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Il cervello anarchico: ecco come può farci ammalare o guarire

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Enzo Soresi, oncologo, tisiologo, già primario emerito di pneumologia al Niguarda di Milano, giovedì scorso ha raccontato casi di persone uccise dallo stress o salvate dallo choc carismatico della fede. Noi siamo andati per voi!

Un’atmosfera rarefatta e agrumata mi accoglie appena varcata la soglia del Centro Botanico di via Cesare Correnti 10 a Milano. Scaffali di legno pieni di libri naturalistici, prodotti biologici, bioterapia nutrizionale, medicina ayurvedica, fitoterapia, fiori di Bach e tanto tanto cioccolato! Un paradiso.

Ampi spazi rilassanti a pochi passi dal centro milanese che sembrano regalare un angolo di relax fuori dal tempo. In posti del genere pare regnare un’energia magica che non esiste altrove in città. Posti dove pare ci si prenda cura di sé davvero. E soprattutto in modo naturale. La filosofia che sottostà all’evento a cui sto per partecipare non poteva trovare posto migliore per esprimersi.

In una sala adibita alla presentazione di un libro che leggerò tutto d’un fiato, una cinquantina di sedie di legno e stoffa blu aspettano il medico alle prese col PC.

Ecco. finalmente la chiavetta viene riconosciuta. La copertina del libro di Enzo Soresi pubblicato qualche anno fa ci saluta dalla parete. “Il cervello anarchico, la mente come embodiment“. Il medico ci viene presentato dal responsabile del centro botanico: “spirito allegro e con una volontà di continua ricerca, soprattutto nel mondo naturale, mondo che, purtroppo, ha bisogno di persone come lui che diano ad esso credibilità“.

Il professor Soresi, a partire dalla sua esperienza professionale – è noto e affermato pneumologo da più di 20 anni e da circa 10 anni si dedica alla ricerca neurobiologica – con l’aiuto di un amico ha voluto col suo libro introdurci nel mondo del cervello e della biologia per mostrare anche a noi profani come sia proprio il cervello a regolare il decorso delle malattie. Ebbene sì. Non solo quelle psicologiche e psichiche, ma anche quelle fisiche. È nell’encefalo che si decide se ammalarsi o no.

Il libro racconta delle esperienze cliniche e professionali di persone letteralmente uccise dallo stress causato, per esempio, da tradimenti o di melanomi metastatici guariti miracolosamente da una “semplice” immaginetta di Maria Teresa di Calcutta. Sembra paradossale ma il cervello può davvero tanto. E questo perché “c’è molta più mente nel corpo e corpo nella mente di quanto immaginiamo“. Basti pensare all’effetto placebo.

Soresi e il suo amico filosofo Galimberti hanno analizzato i casi clinici dal punto di vista della relazione mente-corpo e alla luce della PNEI (la psico-neuro-endocrino-immunologia) e i risultati di anni di ricerche neurobiologiche son chiuse in questo libro. La psiche, il sistema nervoso centrale e quello periferico, il sistema endocrino e quello immunitario comunicano! Ed è proprio il sistema neuroendocrino, diffuso in tutto il nostro organismo – quello “sciamare di cellule che cercano di mangiarsi le cellule malate”- che sta alla base delle comunicazioni che avvengono fra mente e corpo.

È il cosiddetto network di comunicazioni, fatto di neurotrasmettitori e neuro peptidi, che ci fa reagire o meno a uno stimolo: sotto stress vengono bombardate aree bersaglio fino a quel momento apparentemente sane. Cartesio quindi si sbagliava, come già sostenuto da Damasio: “non esiste atto razionale senza spinta emozionale“. Quindi noi stabiliamo relazioni, frame, script mentali coi quali siamo programmati fin dai primi mesi di vita, e ancora prima, nei primi mesi di vita fetale.

Sono gli stimoli ambientali, affettivi e intellettuali a determinare il modo in cui si formano le reti neuronali. Noi esistiamo in rapporto agli altri e al resto, e rispondiamo agli stimoli per come è stato “costruito” il nostro network. Credo fermamente anche io che una maggiore attenzione e una divulgazione accurata di quanto si sta apprendendo nelle neuroscienze, soprattutto alle neo mamme e ai neo papà, possa salvare o per lo meno mettere nelle condizioni migliori di vita la prole futura.

Già Antifonte prima di Socrate ci era arrivato: “In tutti gli uomini è la mente che dirige il corpo verso la salute o verso la malattia, come verso tutto il resto“. E dopo di lui i Veda, i testi sacri induisti, avevano anticipato quanto scoperto nel sistema neuroendocrino: “il corpo e la mente di ogni essere umano costituiscono il luogo privilegiato dove si incarna la dualità cosmica originaria”.

La medicina è una scienza in progress, tanto più che l’organismo umano non è prevedibile. E non invecchia mai! Eh già, non c’è limite davvero alla neurogenesi: si può imparare e sviluppare nuove aree del cervello per tutta la vita. L’educazione permanente non è solo questione di acculturazione ma di vera e propria crescita neuronale allora!

Il libro si conclude con una parte dedicata alla creatività: chi crea non fa che ripescare in quella memoria implicita di cui non si hanno ricordi ma che permea di sé ogni nostra mossa. Scrittori, scultori, pittori esprimono ciò a cui reagiscono proprio in base a una spinta emozionale che trova le sue origini nel modo in cui son state costruite le nostre reti neuronali. Foto di dipinti di Klee e un breve intervento di musicoterapia del dottor Massara, a sostegno di quanto il cervello e l’arte siano correlati e la gente che comincia ad accalcarsi per non perdersi la copia del libro.

Il medico, quieto e gentile, li autografa. Io mi fermo ancora un po’ a curiosare in questo angolo di pace cittadino. Sbirciando tra biscotti di farro e barrette di cioccolato fondenti, faccio incetta di volantini sui prossimi appuntamenti del centro: presentazioni di capi in cotone ecologico, riflessologia plantare (non mancherò), bio danza e iniziazione sciamanica.

Aspettando la prossima conferenza di neurobiologia di Soresi ad ottobre, non posso far altro che confermare che “la salute è uno stato naturale da coltivare e curare con amore“. Credo che non tutti lo sappiano e non tutti lo applichino al loro modo di vivere. Fa la differenza, ve lo assicuro!

Valentina Nizardo

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