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Chattare in rete fa perdere il sonno: ma chi l’ha detto?

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Quelli che “ancora due minuti, giusto per vedere chi è connesso in questo momento; dopo vado a dormire” ed è così che i due minuti si trasformano in un’ora, che si dilata quando il link trovato sulla bacheca di un amico invia a quella canzone che proprio non si può fare a meno di ascoltare.

Il passaggio da Facebook a YouTube è breve, così come quello dai due minuti alle ore intere! Già cari amici, sto parlando, come avrete capito, degli irriducibili navigatori della rete, di coloro che tra i social network, i blog ed i siti di intrattenimento musicale trascorrono i momenti di relax, le pause dal lavoro (ehm, quanti possono negare di aver fatto “un salto” su Facebook anche in orario di lavoro?), fino ad arrivare alle ore notturne, quando l’unico contatto con il mondo esterno è rappresentato dallo schermo del portatile, illuminato sulle vite degli altri.

Storie dei nostri giorni. Coloro che trascorrono le nottate, rinunciando a dormire, per chattare o curiosare tra le foto di qualche “amico”, ma si guardano poi bene dal salutarlo, questo “caro amico”, se lo incontrano per strada, sono però la minoranza: sì, è una ricerca dell’Università del New Hampshire ad affermare che la frequentazione di Facebook, Twitter ed altri siti non incide sul riposo del cybernauti.

Come dire: navigare in rete, non equivale a prendere dieci tazzine di caffè prima di andare a dormire! I ricercatori hanno pubblicato sul sito dell’Università i risultati di uno studio condotto su 1250 studenti, rilevando come le ore di sonno dei più incalliti frequentatori di social network non siano inferiori a quelle degli altri: in particolare il 60% degli studenti che accedono poco ai siti di intrattenimento – meno di 30 minuti al giorno – ed il 60% di quelli che, al contrario, ne fanno lo strumento privilegiato di contatto con i conoscenti – restando connessi per più di un’ora al giorno – riposano tra le 7 e le 8 ore per notte. Il minimo raccomandato, quindi (sempre in teoria, perché poi credo siamo in tanti a considerare questo numero di ore come un traguardo irraggiungibile!).

La rete, quindi, non priva i ragazzi del sonno: ad incidere invece sulla mancanza di riposo concorrono altri fattori, tra i quali rientra l’età. Più dormiglioni, secondo i ricercatori, sono gli studenti del primo anno, il 32% dei quali riesce a riposare oltre le 8 ore per notte, mentre la percentuale scende al 18% per gli studenti più grandi. Gli anni si sa, fanno aumentare gli impegni e tra serate con gli amici, libri e qualche visita in chat, la notte è sempre più piccola!

Francesca Di Giorgio

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