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Matrimoni duraturi: dipendono da bassa autostima della donna?

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Lo si sente ancora in giro ed è un monito che recita più o meno così: “ora si lasciano subito, alla prima difficoltà, non c’è più la capacità di sopportarsi”. Lo dicono nonne, mamme, ma anche tanti uomini, in genere di mezza età. E lo dicono a proposito dei matrimoni, dell’aumento di separazioni e divorzi, volendo sostanzialmente rimproverare la donna che non sa più “sopportare” o comunque “fare di tutto” affinchè il marito non la lasci o il matrimonio non vada in fumo. Ma quanto è vero questo e soprattutto che interconnessione c’è tra l’autostima della donna e la durata di un matrimonio?

Alcuni ricercatori inglesi, dell’University of Huddersfield sembrano aver dato una risposta a queste domande, facendo emergere, però, un quadro poco edificante. Infatti, da una ricerca, discussa e pubblicata agli atti della Conferenza Annuale della British Psychological Society, che si è tenuta all’Harrogate International Centre dal 9 all’11 aprile 2013, il quadro in uscita è il seguente: se la donna ha poca stima di sé, si impegna per essere sempre desiderabile e perfetta per il marito, e, in effetti, riesce, a tenere in piedi per molti anni un matrimonio.

A parità, una donna che invece si sente attraente non si impegnerebbe così tanto nel soddisfare le esigenze del partner e così andrebbe più facilmente incontro a dissidi, litigi e possibili cause di separazioni e divorzi.

In effetti, questa ricerca fa emergere un problema che c’è sicuramente ancora: la responsabilità della fine di un unione arrecata sempre alla donna. Come se dovesse essere per forza lei l’ago della bilancia o comunque la responsabile dell’andamento dell’intero rapporto. Come se i rapporti, invece, non dovessero essere stabili, equilibrati e proficui da entrambe le parti. Cosa vuol dire, ancora oggi, ‘tenersi un uomo’? E come dovrebbe sentirsi un uomo a ‘essere tenuto’? Un unione duratura dovrebbe dipendere dalla stima, dall’affetto e soprattutto dall’amore, inteso a 360 gradi. Ma è sempre così? Forse, ancora, purtroppo, no.

Sara Tagliente

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