Ebbene, tutto dipenderebbe dall’attenzione e dal cervello.
Uno studio americano di 3 università, Boston, Harvard e California pubblicato su Science, ha infatti scoperto che spettegolare fa bene alla nostra macchina pensante.
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Il gossip come scudo sociale
Leggere una rivista di scandali o fare gossip in aperitivo ci serve come una sorta di scudo: ci fa individuare aree pericolose e quindi, socialmente parlando, è vantaggioso!
Nel 2025, le neuroscienze continuano a confermare questi risultati: quando ascoltiamo o raccontiamo pettegolezzi, il nostro cervello attiva le aree legate all’elaborazione sociale, alla memoria e alla valutazione morale. In altre parole, il gossip stimola la nostra mente a classificare le persone, anticipare i loro comportamenti e decidere a chi accordare fiducia.
Il test della rivalità bioculare
Per arrivare a questi risultati l’equipe si è avvalsa di un test denominato rivalità bioculare – immagini diverse mostrate contemporaneamente per vedere quale rimane più impressa nella memoria: i volontari hanno allora visto con un occhio volti di individui considerati negativi dall’opinione pubblica e con l’altro volti neutri o positivi.
Un secondo step prevedeva la possibilità di scelta da parte dei soggetti; posti infatti davanti a uno stereoscopio potevano decidere su quale immagine focalizzare la loro attenzione: piatti prelibati, oggetti banali come una casa e volti ancora di individui “cattivi”.
Sia nel primo test che nel secondo sono stati i volti associati a sentimenti negativi ad aver la meglio: si ricordano di più e attirano di più.
Perché ricordiamo chi è oggetto di pettegolezzi?
Il fatto che ci si ricordi maggiormente dei “cattivi” e che l’attenzione verso le persone colpite dalle malelingue aumenti a livello inconscio vuol dire che il nostro cervello lavora di più quando si sparla di qualcuno che effettivamente ha dato modo di far parlare male di sé – altro discorso meriterebbe chi viene gossippato ingiustamente: in ogni caso i volti usati nei test erano molto simili esteticamente, sia dalla parte buona che da quella cattiva, ma il gossip è riuscito comunque ad alterare in qualche modo la percezione, rendendoli ai nostri occhi meno affidabili appunto, ma più affascinanti.
Questo effetto, oggi confermato anche da studi di neuroimaging, mostra che lo spettegolare non è solo un passatempo: è una vera e propria attività cognitiva. Aiuta a catalogare le persone nel nostro contesto sociale e ad attivare meccanismi di difesa utili per la sopravvivenza sociale.
Il gossip come funzione sociale
Quindi il pettegolezzo non è poi così esecrabile! Già si sapeva che ha una sua funzione sociale, dal momento che garantirebbe un certo ordine: non è vero che serve solo a minare la reputazione, perché dall’altro lato della medaglia, serve a liberare chi lo fa dalla responsabilità del dare un giudizio personale. Inoltre la reputazione è ciò che a volte ci rende capaci di prendere decisioni importanti a livello lavorativo ed economico.
Negli ultimi anni, anche in contesti digitali come i social network, il gossip ha assunto un ruolo ancora più evidente: basti pensare a quanto un commento o una “soffiata” possano influenzare la percezione pubblica di una persona, con conseguenze reali sulla sua vita professionale o privata.
Un meccanismo anche di difesa personale
Ora però non solo valore sociale ma anche personale: il gossip ci serve per metterci in allerta di fronte alla possibilità di un’ipotetica minaccia per la nostra stabilità.
Secondo i più recenti studi psicologici, la nostra attenzione selettiva verso chi è oggetto di critiche o scandali potrebbe essere una strategia evolutiva: conoscere le “pecore nere” del gruppo ci aiuta a stare alla larga da comportamenti pericolosi e a mantenere l’equilibrio nella nostra rete sociale.
Tra cervello e malelingue
Rimane allora sempre vero che i cattivi alla fine vincono sui buoni e che i belli e tenebrosi pur essendo dei poco di buono attirano di più: ma se il cervello viene attirato per essere capace di riconoscere il pericolo, è davvero allora opportuno tenercene molto alla larga!
Alla luce delle ricerche più recenti, possiamo affermare che il gossip – se praticato con consapevolezza – non è solo una frivolezza. Può diventare uno strumento di lettura della realtà, una bussola sociale e persino un alleato del cervello. E allora sì, viva il gossip… ma con giudizio!