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Tumore al seno: si trasforma per scampare alle cure! Cosa fare?

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Di tumore al seno oggi per lo più si guarisce, anche e soprattutto grazie alla diagnosi precoce.

Su circa 41mila nuovi casi registrati ogni anno in Italia, la percentuale di guarigione oggi è dell’80%, ma per il restante 20% l’epilogo è meno felice e occorre tenere sotto controllo la malattia per cercare di prolungare il più possibile la sopravvivenza.

Gli esperti di oncolongia di tutto il mondo ne hanno discusso all’European Multidisciplinary Cancer Congress (Convegno europeo multidisciplinare di oncologia), che si è svolto presso la Stockholmsm-SSAN (Fiera Internazionale di Stoccolma), in Svezia.

Normalmente la decisione sulla cura più efficace (radio o chemioterapia, terapia ormonale o con farmaci biologici) viene fatta sulla base di una biopsia del tumore iniziale, in base alle caratteristiche istologiche e biologiche del singolo tumore. Ma un nuovo studio del Dipartimento oncologico del Karolinska Institutet di Stoccolma mostra che in effetti i tumori al seno cambiano il loro stato ormonale durante il corso della malattia.

Mentre il trattamento migliore per le pazienti viene generalmente deciso in base alla biopsia eseguita sul tumore primario ha spiegato l’autrice, la Dottoressa Linda Lindström – il nostro studio dimostra che la malattia è spesso instabile e si trasforma nelle recidive, per cui sarebbe necessario verificare con una biopsia anche queste ultime, che potrebbero richiedere in effetti tutto un altro tipo di cura“.

Lo studio si basa su un’analisi di 119 pazienti malati di cancro al seno nel distretto sanitario di Stoccolma che hanno avuto una recidiva della malattia (locale, loco-regionale o metastatica) tra il 1 gennaio 1997 e il 31 dicembre 2007. In 1 caso su 3 la malattia ha cambiato lo stato dei recettori ormonali estrogeno e progesterone, passando da positivo a negativo o viceversa, e nel 15% dei casi si è modificato lo stato di Her2. Quindi se questi fattori cambiano durante il decorso della malattia, le cure prescritte all’inizio potrebbero non essere più efficaci col passare del tempo.

Finora pensavamo che questi marcatori predittivi rimanessero stabili nel corso del cancro, ma adesso è evidente che questi marcatori del cancro al seno, usati per decidere la migliore cura per la paziente, cambiano man mano che il tumore progredisce e questo influenza in modo significativo il modo in cui esse rispondono a particolari terapie. Questo ha implicazioni importanti per la futura gestione della malattia“, conclude la dottoressa Lindström.

L’instabilità del tumore potrebbe essere dovuta a diversi fattori, per esempio la scelta della terapia e altre caratteristiche dell’ospite, ma i ricercatori ritengono che i medici, con i risultati di una biopsia più precisa dopo una ricaduta, possono consigliare cure individuali più mirate.

Roberta Ragni

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Dopo una laurea e un master in traduzione, diventa giornalista ambientale. Ha vinto il premio giornalistico “Lidia Giordani”, autrice di “Mettici lo zampino. Tanti progetti fai da te per rendere felici i tuoi amici a 4 zampe” edito per Gribaudo - Feltrinelli Editore nel 2015.