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Vivere a lungo? Dormiamo 6-8 ore a notte

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Come vivere a lungo? Basta dormire in 6-8 ore a notte. Già, una sana e bella dormita diminuisce il rischio di una morte prematura. Questa salutare e invitante scoperta viene dalle ricerche esaminate dall’Università di Warwick (UK) e dall’Università Federico II di Napoli, e pubblicato su “Sleep“.

Il sonno, dunque, è un toccasana per la nostra salute. Parola di esperti. Secondo gli studiosi, infatti, dormire da 6 a 8 ore a notte allontana del 12% il rischio di morire precocemente ossia prima della data ideale dei 65 anni. Numerosi studi hanno già dimostrato come la mancanza di riposo sia associata a malattie cardiache, ipertensione, diabete e alto tasso di colesterolo. O ancora, è stato sottolineato che dormire poco ci rende meno belli.

La ricerca, però, prende in esame anche l’eccesso di sonno. Dormire troppo, infatti, potrebbe essere il sintomo di un malessere più profondo. Per dimostrarlo, i ricercatori hanno analizzato i risultati di 16 studi sull’argomento, riguardanti oltre un milione e 300mila persone. È emerso poi che dormire a lungo sia un campanello d’allarme per disturbi come la depressione e ancora potrebbe essere dovuto a una ridotta attività fisica.

Francesco Cappuccio, responsabile dello Sleep, Health and Society Programme dell’ Università di Warwick nonché autore della ricerca spiega: “La società moderna ha visto una graduale diminuzione nella quantità di ore di sonno. Un trend comune soprattutto tra i lavoratori a tempo pieno. Questo suggerisce una particolare pressione sociale a lavorare sempre più a lungo“.

E svela il segreto per vivere a lungo: “Il deterioramento del nostro stato di salute è spesso accompagnato da un’estensione dei periodi di sonno. Dormire costantemente da sei a otto ore per notte sarebbe il dosaggio ottimale per la salute“.

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Giornalista pubblicista specializzata in Editoria, Comunicazione Multimediale e Giornalismo. Nel 2011 ha vinto il Premio Caro Direttore e nel 2013 ha vinto il premio Giornalisti nell’Erba grazie all’intervista a Luca Parmitano.