Preoccupati per il futuro del Pianeta, spesso in silenzio. I bambini oggi vivono un malessere emotivo che ha un nome preciso: ecoansia. Una condizione sempre più diffusa tra le nuove generazioni, tanto che il 95% dei piccoli studenti italiani si dichiara allarmato per le sorti dell’ambiente. Per aiutarli a trasformare la paura in azione positiva nasce “Il Futuro nelle mie mani – Piccole mani per grandi impronte”, un progetto pilota educativo che ha debuttato anche in Veneto. Promosso da Sanpellegrino e ScuolAttiva Onlus, con il coordinamento scientifico dell’Università di Pavia, punta a gestire l’ecoansia nei bambini attraverso un percorso emotivo e creativo a scuola.
Indice
Cos’è l’ecoansia e perché colpisce anche i più piccoli
L’ecoansia è uno stato di ansia climatica legato alla percezione di pericolo per il futuro della Terra. Non si tratta solo di preoccupazioni vaghe, ma di emozioni molto reali: incubi, difficoltà a dormire, inappetenza. Secondo lo studio “Ecoansia e nuove generazioni”, citato nel progetto, ben il 40% dei bambini ha già sperimentato sintomi riconducibili a questa condizione.
Eppure, c’è un dato incoraggiante: il 97,2% dei bambini crede che le proprie azioni possano fare la differenza. Questo significa che, se guidati nel modo giusto, possono trasformare la loro ansia in speranza, responsabilità e impegno concreto.
Un laboratorio educativo per gestire le emozioni ambientali
Il progetto è partito in via sperimentale in alcune scuole primarie tra Lombardia e Veneto. Tra queste anche la Scuola Primaria “Ganzina” dell’Istituto comprensivo Loreggia-Villa del Conte (PD), dove 36 alunni hanno partecipato a un laboratorio innovativo il 30 maggio 2025. L’obiettivo? Aiutare i bambini a dare un nome alle proprie emozioni legate all’ambiente, sviluppare senso critico, fiducia e spirito di collaborazione.
Due mondi, una scelta
Il laboratorio comincia con un esercizio simbolico: disegnare due pianeti, uno felice e uno triste. Questo semplice gesto dà il via a una riflessione condivisa su ciò che danneggia e ciò che può salvare la Terra. I bambini poi compilano il questionario AQUAMETRICS, uno strumento ludico sviluppato dai ricercatori dell’Università di Pavia, che rileva emozioni come paura, fiducia, senso di efficacia e speranza, utilizzando metafore legate all’acqua.
Crescere con creatività e consapevolezza
Cuore del progetto è la creazione di oggetti simbolici con materiali di riciclo: una “casa del futuro”, un “supereroe del Pianeta”, piccoli manufatti che danno forma all’immaginazione e alla voglia di cambiare le cose. La manualità si unisce così alla riflessione, favorendo cooperazione, empatia e problem solving.
Un messaggio al Pianeta… e ai genitori
Alla fine del percorso, ogni bambino scrive il proprio “messaggio al pianeta”, accompagnato da una nuova compilazione del questionario per misurare l’evoluzione delle emozioni. A casa porta con sé il modellino realizzato e un biglietto intitolato “Una promessa per il pianeta”, da compilare con l’aiuto dei genitori. In questo modo, l’educazione alla sostenibilità supera i confini della scuola e diventa un dialogo intergenerazionale.
Un esempio virtuoso di educazione alla sostenibilità
“Questa iniziativa si inserisce in un progetto più ampio – A Scuola di Acqua – Sete di Futuro – che da nove anni promuove l’idratazione e la sostenibilità ambientale tra i più giovani”,
ha spiegato Fabiana Marchini, Head of Sustainability & Corporate Affairs del Gruppo Sanpellegrino.
“Il laboratorio attivato in Veneto rappresenta un tassello fondamentale: aiuta i bambini a crescere emotivamente e come cittadini attivi, capaci di sperare, comprendere e agire, senza cadere nell’ansia.”
Con il supporto scientifico dell’Università di Pavia e la collaborazione con ScuolAttiva Onlus, questo progetto punta a diventare un modello replicabile su scala nazionale già dal prossimo anno scolastico.
Perché serve parlare di ecoansia anche a scuola
Affrontare l’ecoansia nei bambini non significa solo proteggerli dalle emozioni negative, ma anche dar loro strumenti concreti per costruire un futuro più consapevole e sostenibile. Il progetto “Il Futuro nelle mie mani” mostra che la scuola può e deve essere un luogo in cui educazione ambientale ed educazione emotiva camminano insieme.
Parlare di clima, acqua, futuro e responsabilità collettiva in modo accessibile e coinvolgente aiuta i più piccoli a sentirsi parte del cambiamento, e non vittime impotenti. Un messaggio che, oggi più che mai, è anche un monito per noi adulti.
Trasformare la preoccupazione in azione
Il futuro del Pianeta è anche nelle mani dei più piccoli. E guidarli verso un’eco-consapevolezza sana significa costruire una generazione capace di affrontare il cambiamento climatico con empatia, competenza e speranza. Il progetto pilota avviato in Veneto è un esempio concreto di come educazione, scienza ed emozioni possano lavorare insieme per il benessere dei bambini e del mondo.