obesità e malattie cardiovascolari

Obesità e malattie cardiovascolari: un legame pericoloso con l’avanzare dell’età

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“Grasso è bello”, diciamoci la verità, è uno slogan di comodo, in cui ci si rifugia per aggirare il problema del confronto-scontro con la bilancia, sempre pronta a rimproverare tutte le trasgressioni alimentari. Se rincorrere il mito della magrezza a tutti i costi rischia di trasformarsi in un’ossessione, anche ignorare i chili di troppo può compromettere seriamente la salute del nostro organismo, specialmente con l’avanzare dell’età, aumentando il rischio di obesità e malattie cardiovascolari.

Il legame tra obesità e cuore: un rischio crescente con l’età

Tra i danni provocati dall’obesità c’è l’irrigidimento delle arterie, che comporta un aumento significativo del rischio di malattie cardiovascolari, come infarto, ictus e ipertensione. Questo pericolo diventa più concreto dopo i 40 anni e fa emergere il collegamento tra obesità e malattie cardiovascolari: con l’età, infatti, le capacità dell’organismo di adattarsi a un’alimentazione squilibrata e alla sedentarietà diminuiscono sensibilmente. Gli accumuli di grasso si localizzano soprattutto nella zona addominale, e questo tipo di adiposità viscerale è particolarmente dannosa per il cuore e i vasi sanguigni.

La ricerca dell’Imperial College di Londra

Uno studio condotto dal Medical Research Council (MRC) Clinical Sciences Centre dell’Imperial College di Londra, pubblicato sulla rivista Hypertension, ha analizzato il collegamento tra grasso corporeo e insorgenza di malattie cardiovascolari. Lo studio ha coinvolto 200 persone di entrambi i sessi sottoposte a risonanza magnetica per misurare la velocità di scorrimento del sangue nell’aorta.

I risultati sono stati chiari: le persone obese, soprattutto in età avanzata, mostravano un’evidente rigidità delle arterie. Questo effetto negativo era meno presente nei soggetti giovani, a dimostrazione del fatto che l’età è un fattore determinante nel peggiorare le conseguenze dell’obesità sul sistema cardiovascolare.

L’obesità non è mai un problema isolato. Nella maggior parte dei casi è accompagnata da ipertensione, diabete di tipo 2, dislipidemia e sindrome metabolica, tutte condizioni che, sommate tra loro, aumentano esponenzialmente il rischio di eventi cardiovascolari e mostrano il legame tra obesità e malattie cardiovascolari. Questo è il motivo per cui le linee guida europee e internazionali sottolineano l’importanza di un approccio multidisciplinare al trattamento del sovrappeso e dell’obesità, che coinvolga nutrizionisti, medici di base, cardiologi e psicologi.

Obesità e infiammazione cronica: un altro nemico del cuore

Negli ultimi anni, numerosi studi hanno confermato che l’obesità è associata a uno stato di infiammazione cronica di basso grado. Questo tipo di infiammazione contribuisce al danneggiamento delle pareti arteriose, favorendo l’insorgenza dell’aterosclerosi e l’indurimento delle arterie. L’eccesso di tessuto adiposo, in particolare quello viscerale, produce citochine infiammatorie e altera il metabolismo lipidico, aumentando il colesterolo LDL (quello “cattivo”) e diminuendo l’HDL (quello “buono”). Questo processo evidenzia come l’obesità sia strettamente legata alle malattie cardiovascolari.

Quando l’obesità si somma ad altri fattori di rischio

L’obesità non è mai un problema isolato. Nella maggior parte dei casi è accompagnata da ipertensione, diabete di tipo 2, dislipidemia e sindrome metabolica, tutte condizioni che, sommate tra loro, aumentano esponenzialmente il rischio di eventi cardiovascolari. Questo è il motivo per cui le linee guida europee e internazionali sottolineano l’importanza di un approccio multidisciplinare al trattamento del sovrappeso e dell’obesità, che coinvolga nutrizionisti, medici di base, cardiologi e psicologi.

Il ruolo della prevenzione: agire prima dei 40

Come afferma il dottor Declan O’Regan, è fondamentale intervenire prima che i danni diventino irreversibili. La prevenzione parte da lontano: già durante l’infanzia e l’adolescenza bisognerebbe promuovere stili di vita sani. Un’alimentazione equilibrata, povera di zuccheri raffinati e grassi saturi, insieme a una regolare attività fisica, sono le armi migliori per contrastare l’accumulo di grasso e i suoi effetti sull’apparato cardiovascolare.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), basterebbero 150 minuti di attività fisica moderata alla settimana per ridurre significativamente il rischio di obesità e malattie cardiache. Tuttavia, i dati italiani sono allarmanti: secondo il rapporto ISTAT 2023, più del 45% della popolazione adulta è in sovrappeso, e circa il 10% è obesa.

Nuovi orizzonti terapeutici e sfide future

Negli ultimi anni sono stati introdotti nuovi farmaci per il trattamento dell’obesità, come gli agonisti del recettore GLP-1 (es. semaglutide), che oltre a favorire la perdita di peso mostrano effetti positivi anche sul sistema cardiovascolare. Questi trattamenti, però, devono essere accompagnati da modifiche dello stile di vita e seguiti da specialisti. Inoltre, occorrono ulteriori studi per comprendere in dettaglio i meccanismi con cui l’obesità danneggia le arterie nel lungo termine.

Intanto, la raccomandazione resta chiara: non bisogna aspettare di essere in là con gli anni per prendersi cura del proprio cuore. Il legame tra obesità e malattie cardiovascolari è evidente con l’invecchiamento. Ogni chilo in eccesso non è solo una questione estetica, ma rappresenta un potenziale rischio per la salute, soprattutto con l’invecchiamento dell’organismo.

Leggi anche: Dormire per combattere l’obesità? Un sonno ridotto fa mangiare di più

Obesità e cuore, una relazione da non sottovalutare

In attesa di ulteriori scoperte scientifiche, la strategia più efficace resta la prevenzione. Un approccio consapevole alla propria alimentazione, una buona qualità del sonno e l’esercizio fisico regolare possono davvero fare la differenza nel prevenire l’indurimento delle arterie e proteggere il cuore, anche in età avanzata.

Per chi è già in sovrappeso, consultare un nutrizionista o un medico specialista è il primo passo per recuperare il benessere e ridurre i rischi legati a patologie croniche. Il cuore non aspetta: iniziare oggi è la scelta migliore per il futuro. Le connessioni tra obesità e malattie cardiovascolari richiedono interventi tempestivi.

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