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Anoressia: un’alterazione del cervello fa vedere grasse

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Chi soffre di anoressia nervosa, uno dei disturbi alimentari più diffusi nel mondo, ha seri problemi nel visualizzare la vera immagine di se stesso. Lo dimostrava bene un video della campagna pubblicitaria di sensibilizzazione contro l’anoressia proposto dall’associazione svedese Anorexi Bulimi Kontakt, in cui una ragazza paffutella nello specchio è, in realtà, pelle ed ossa.

Ora, per la prima volta, ci sarebbe una spiegazione per questo.

Secondo il dottor Silja Vocks, dell’University of Osnabrück, e colleghi, autore di uno studio pubblicato sulla rivista Behavioural Brain Research, la colpa sarebbe da ricercare nell’alterazione delle connessioni tra due aree del cervello nel lobo sinistro, dove avviene proprio la rielaborazione delle immagini.

Lo hanno scoperto analizzando le risposte sul giudizio della propria immagine e le risonanze magnetiche effettuate sul cervello di 10 donne anoressiche e 15 donne senza disturbi alimentari. Così, mentre le partecipanti sane si vedevano leggermente più magre, le donne anoressiche si vedevano davvero molto più robuste della realtà.

Queste alterazioni nel cervello possono spiegare perché le donne con anoressia si percepiscono più grasse, anche se oggettivamente sono sottopeso“, spiega il professor Boris Suchan dell’Institute of Cognitive Neuroscience della Ruhr-Universität, aggiungendo che già studi precedenti avevamo dimostrato che ci sono cambiamenti strutturali nel cervello delle pazienti con anoressia, ma i nuovi dati rivelano un’alterazione anche dal punto di vista funzionale.

Le implicazioni, insomma, non sarebbero solo psicologiche, ma anche fisiche: la comunicazione tra l’area FBA (l’area fusiforme che si occupa di riconoscere, tra le altre cose, il viso ed il corpo), e l’EBA (area del corpo exstrastriata, che gioca un ruolo fondamentale nella percezione del movimento e alla percezione delle parti del corpo) sarebbe molto più debole in caso di anoressia. Tanto più debole quanto più si percepivano grasse.

Roberta Ragni

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Dopo una laurea e un master in traduzione, diventa giornalista ambientale. Ha vinto il premio giornalistico “Lidia Giordani”, autrice di “Mettici lo zampino. Tanti progetti fai da te per rendere felici i tuoi amici a 4 zampe” edito per Gribaudo - Feltrinelli Editore nel 2015.