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Pasqua, siamo in Quaresima. Digiuno o no?

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Il breve passo dal sacro al profano: ovvero, come fare della Quaresima il periodo opportuno per iniziare la dieta a lungo rimandata.

Con motivazioni del tutto diverse da quelle alla base del digiuno quaresimale – che, per chi ci crede, è una delle modalità concrete per effettuare un cammino di rinnovamento interiore e di riscoperta di un più profondo rapporto con Dio, in vista della Pasqua – sono in molti coloro che si servono della Quaresima per seguire diete più o meno rigide, fino ad arrivare a veri e propri digiuni.

Siamo qui per parlarne e per scoprire anche questo modo di fare dieta, ma non ce la sentiamo di consigliare una simile pratica. Il digiuno, come del resto anche una più semplice dieta dimagrante, è una pratica molto seria e può essere anche dannosa se viene sottoposta alla regola del “fai da te”. Non basta semplicemente smettere di mangiare da un giorno all’altro, limitandosi a bere acqua: i rischi per l’organismo potrebbero essere gravi.

Chi sia intenzionato a seguire un digiuno, deve prima sottoporsi ad un controllo medico: è necessario, infatti, godere di buone condizioni di salute, non solo fisica, ma anche psichica.

Non dimentichiamo, infatti, che oltre alla funzione più immediata, che è quella nutritiva, l’assunzione di cibo ha anche un’importanza notevole come momento di aggregazione e condivisione. La tavola è un luogo privilegiato di incontro: la famiglia si riunisce la sera a cena, tra amici si esce a mangiare fuori per stare insieme; e quante storie d’amore sono iniziate con la storica frase “posso invitarti a cena questa sera?

Ecco perché non si può scegliere improvvisamente di digiunare: si rischia di compromettere l’equilibrio psico-fisico. Se siete nelle condizioni adatte, come va fatto un digiuno? Il consiglio è di evitare il taglio drastico del cibo; si entra nel digiuno gradualmente, riducendo nei primi tre giorni la quantità di cibo e passando dagli alimenti solidi a quelli liquidi: oltre all’acqua, i brodi vegetali, i frullati, le spremute. In seguito è possibile osservare tre giorni di digiuno completo, bevendo, però, tre litri d’acqua al giorno, naturale e a temperatura ambiente, e cercando di rallentare i ritmi dell’attività quotidiana per preservare le forze. Non pensate a mangiare occorre gradualità: solo dopo tre giorni ci si può accostare nuovamente ai cibi solidi.

Svolto in queste modalità, il digiuno regala numerosi benefici all’organismo: la riduzione della tossiemia, cioè delle tossine che il corpo ha assorbito e che vengono espulse attraverso i reni e la pelle; l’autolisi, ossia l’eliminazione delle cellule ormai degenerate; il riposo dell’apparato digerente; il risparmio energetico, grazie anche alla riduzione dell’attività quotidiana. I sacrifici richiesti siano notevoli.

È possibile, quindi, purificare l’organismo, donandogli una nuova sferzata di energia, anche seguendo pratiche meno drastiche. È sufficiente, infatti, una dieta controllata a base di frutta e verdura, pasta, riso, pesce e legumi, riducendo il consumo di carne. Perché non dobbiamo dimenticare che già i latini ci raccomandavano di fare attenzione anche a conservare una mens sana in corpore sano!

Francesca Di Giorgio

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