Consumo di alcolici

Consumo di alcolici, ecco dove è più frequente

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin

Secondo uno studio, nei paesi più ricchi gli adulti consumano in media più alcolici rispetto ai loro omologhi dei Paesi a medio reddito. A sostenerlo è un dossier realizzato dai ricercatori della Columbia University Mailman School of Public Health e del Robert N. Butler Columbia Aging Center, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Addiction.

Il consumo di alcol tra gli adulti sta aumentando in numerosi Paesi e – purtroppo – ad aumentare sono anche i disturbi da consumo di alcol tra gli over 65, più che raddoppiati negli ultimi dieci anni. Inoltre, ci sono segnali che indicano un ulteriore aumento del consumo di alcol durante la pandemia. I cambiamenti legati all’età che rallentano il metabolismo e aumentano le probabilità di interazione con i farmaci, rendono il consumo di alcol probabilmente più dannoso tra gli anziani rispetto agli adulti più giovani.

Leggi anche: Alcol: 1 italiano su 7 ne abusa

I ricercatori hanno analizzato i dati dell’indagine raccolti da 100.000 individui di 50 anni e più in 17 Paesi europei, oltre a Cina, Messico, Israele, Corea del Sud e Stati Uniti. Il consumo medio settimanale di alcolici variava da 0,59 unità in Messico a 6,85 unità nei Paesi Bassi. Negli Stati Uniti, gli adulti più anziani consumavano 2,07 unità standard a settimana. Un’unità standard equivale a un bicchierino di vodka o a un calice di birra al 5%.

Il prezzo dell’alcool – misurato dal costo di una bottiglia di vodka Smirnoff con etichetta rossa – variava da un minimo di 7,92 dollari in Messico a 38,06 dollari in Irlanda (4,96 unità standard a settimana).

Ebbene, nella maggior parte dei Paesi il consumo di alcolici è diminuito con l’età (Stati Uniti, Cina, Cile), ma alcuni Paesi hanno avuto diminuzioni più marcate legate all’età (Inghilterra, Irlanda, Repubblica Ceca) e altri sono invece rimasti abbastanza stabili e hanno avuto brevi aumenti nel consumo di alcolici dopo i 50 anni (Danimarca, Francia). Questa variazione a seconda dell’età e dei Paesi si spiega sia con la salute e lo stato socioeconomico degli anziani che vivono in ogni nazione oggetto di indagine, sia con fattori a livello Paese come lo sviluppo economico e i prezzi dell’alcol.

Il consumo di alcolici pesanti tra gli anziani è in particolar modo stato più alto nella Repubblica Ceca e più basso in Israele, con livelli di alcolici pesanti nella maggior parte dei Paesi che sono diminuiti in base all’età o che sono leggermente aumentati e poi diminuiti in base all’età.

Lo sviluppo economico e il costo dell’alcol non hanno influenzato i livelli di consumo di alcolici pesanti, che possono essere guidati da fattori quali il genere e le norme culturali.

La preoccupazione del pubblico per il bere si concentra in gran parte sui giovani, ma l’alcol è anche una seria minaccia per la salute degli adulti più anziani. Infatti, la maggior parte dei decessi legati all’alcol si verificano proprio tra di essi“, dice il primo autore Esteban Calvo, PhD, assistente professore di epidemiologia nel Robert N. Butler Columbia Aging Center. “Sebbene alcuni studi pretendono di mostrare un beneficio al bere in età avanzata, questi risultati sono probabilmente distorti dal fatto che i bevitori più anziani tendono a rimanere a bere se sono sani, mentre gli astenuti recenti (al contrario di astenuti per tutta la vita) possono smettere solo quando sono malati“.

Ancora, sottolineano i ricercatori, man mano che i Paesi si sviluppano economicamente e gli anziani che vi abitano possono permettersi di bere di più, i governi di queste nazioni dovrebbero prendere in considerazione politiche di regolamentazione del consumo di alcolici, combinando potenzialmente prezzi minimi dell’alcol, tasse, regolamenti di vendita e marketing, e programmi di sensibilizzazione.

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Laurea in Economia e commercio, da sempre appassionato di scrittura online e di mondo femminile in particolare: moda, capelli, bellezza.