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Fuorigrotta, Napoli – Germana Carillo

Emergenza rifiuti a Napoli: problemi respiratori nei bimbi

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Primo campanello d’allarme a Napoli sui rischi della salute dei cittadini: nel mese di giugno è stato registrato un aumento di circa il 10-20% delle patologie respiratorie tra i bambini.

Sebbene non esistano ancora dati ufficiali sulle implicazioni dell’emergenza rifiuti che asfissia da anni il capoluogo campano e i suoi abitanti, il dato registrato dalla Federazione italiana pediatri (Fimp) porta con sé tanta amarezza e rivela che a rimetterci maggiormente sono sempre i soggetti più deboli: i bambini.

La situazione ambientale e sanitaria è grave, ma la salute pubblica è messa ancora più a rischio dai roghi che, dolosamente, vengono appiccati“, queste le profetiche parole d’allarme di qualche giorno fa del sindaco de Magistris. Ma non era poi così difficile immaginare che la giacenza della “munnezza” in strada e, ancor di più, i roghi appiccati dolosamente avrebbero ben presto colpito e causato danni. E sono proprio i roghi, “fortemente tossici per la diossina e le altre sostanze che si sprigionano a seguito della combustione della plastica“, a rappresentare il pericolo più grave, avvertono gli specialisti.

La Fimp, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, ha attivato da oltre un anno un piano di monitoraggio per verificare l’eventuale aumento di patologie pediatriche in relazione alla questione rifiuti, scoprendo che “nell’ultimo mese la rete dei pediatri sul territorio di Napoli ha registrato un aumento del 10-20%, rispetto ai livelli normali, dell’incidenza di patologie respiratorie nei bambini, come asma, tosse e bronchiti asmatiche”, ha spiegato il presidente Fimp Giuseppe Mele. Maggiormente esposti sono soprattutto in bambini “predisposti”, come i soggetti allergici.

Gli altri dati, finora, sono finora nella norma: “Non abbiamo registrato incrementi né di tumori né di malattie gastrointestinali. Ma, soprattutto per le patologie oncologiche, sono considerazioni che vanno fatte a lungo termine, si deve effettuare una osservazione epidemiologica per più anni“.

E mentre la Procura di Napoli apre un’inchiesta che vede tra gli indagati il governatore della Campania Stefano Caldoro con l’accusa di epidemia colposa e omissione di atti d’ufficio, mentre continua il rimpallo delle responsabilità tra Comune, Regione e Governo, mentre ci si concentra a fare polemiche, i bambini napoletani si ammalano…

Ma cosa possono fare i genitori? Certamente il disarmo di fronte a una situazione che è più grande di loro e che da loro di certo non dipende è legittimo, ma ci sono delle piccole accortezze che possono aiutare i più piccoli e ridurre i richi: “ovviamente, è fondamentale tenere i bambini lontani dai roghi di immondizia ed è importante, soprattutto in questa situazione – sottolinea Mele – cercare di portarli a mare il più possibile, poiché l’esposizione all’aria e all’acqua marina può ridurre gli effetti di tali disturbi“. Ma anche consumare cibi ben cotti può essere utile “con l’aumento delle temperature in questi giorni, infatti – avverte il pediatra – prevediamo in generale un aumento dei disturbi gastrointestinali nei bambini, anche se non collegabili per il momento all’emergenza rifiuti”.

Nel frattempo continua ad aumentare la temperatura, sale l’allarme sanitario e l’insofferenza dei cittadini, ma una cosa è chiara: meglio non giocare con il fuoco.

Roberta Ragni

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Dopo una laurea e un master in traduzione, diventa giornalista ambientale. Ha vinto il premio giornalistico “Lidia Giordani”, autrice di “Mettici lo zampino. Tanti progetti fai da te per rendere felici i tuoi amici a 4 zampe” edito per Gribaudo - Feltrinelli Editore nel 2015.