cosmetici cruelty free

Come riconoscere i cosmetici non testati su animali

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Un semplice controllo sui prodotti acquistati può fare tanto: verificare infatti che gli articoli per la cura e la bellezza del nostro corpo non siano testati sugli animali può evitar loro inutili sofferenze e torture.

Se non siete attivisti animalisti, potete comunque contribuire alla lotta contro i test sugli animali facendo un po’ di attenzione. Come? non è una cosa così immediata come la maggior parte della gente crede: non basta infatti affidarsi alle diciture e ai simboli esposti su un sapone, su un rimmel o su una crema perché, occhio, non sono del tutto veritieri e non possono quindi chiarire i dubbi.

I vari “clinicamente testato“, “non testato su animali“, “cruelty free” non sono sinonimo di effettiva garanzia: fanno riferimento al prodotto finito e non ai singoli ingredienti, che, non solo possono essere stati tranquillamente sperimentati sugli animali, ma anche essere loro derivati, come ad esempio la glicerina, il collagene e i grassi e oli di origine animale.

La ricerca del prodotto “animal sostenibile” non è allora cosa così immediata, ma non è impraticabile. C’è una lista di aziende e marchi animal friend che si sono sottoposti a tutta la serie di controlli che l’ICEA – l’istituto per la certificazione etica e ambientale – ha messo in atto con l’appoggio della Lega Anti Vivisezione: nel 2004 questi due enti hanno stilato un accordo per garantire la conformità delle aziende ai principi dello Standard Internazionale “no testato su Animali”, aziende che ricevono così l’autorizzazione per riportare sulla confezione la dicitura STOP AI TEST SU ANIMALI, CONTROLLATO DA ICEA PER LAV. L’elenco di queste ditte, conosciuto come Guida Pratica della Lav sui cosmetici non testati, è costantemente aggiornato e visibile online cosicché chiunque voglia può consultarlo prima di un acquisto. Le case più conosciute e di più largo consumo sono sicuramente Lush, The Body Shop e L’Erbolario.

La trafila che un’azienda deve seguire per ottenere il riconoscimento di adesione allo standard non è una passeggiata: deve compilare un questionario dettagliato sulla propria politica aziendale in merito ai test su animali e fornire informazioni di tipo commerciale. In seguito, se il test ha esito positivo, può richiedere la visita di un ispettore che rilascerà l’autorizzazione ad esporre la dicitura. Solo allora potrà essere inserita nella lista della Guida Pratica.

Inoltre, le aziende italiane che rispettano lo Standard possono, richiedendolo, diversificare i loro prodotti marchiandoli col logo della Coalizione Europea contro la vivisezione rappresentante il famoso coniglio col muso bianco.

Pertanto, l’unico modo per essere davvero sicuri di fare un acquisto che rispetti i nostri amici animali, non è quello di leggere le etichette che possono essere fuorvianti, ma è quello di consultare la guida della Lav.

Fare piccoli passi come acquisti eco-sostenibili e di prodotti effettivamente non testati su animali può certo aprire le porte a un nuovo mondo del commercio: al riguardo l’ICEA ha ottenuto nel 2007 l’accreditamento internazionale Iso/Iec 65:1996. I criteri utilizzati escludono, ad esempio, ben 4.500 sostanze comprese tra le oltre 8.000 lecite a livello legislativo nella preparazione dei cosmetici convenzionali. L’ICEA ha tra l’altro sostenuto il Sustainable Cosmetics Summit tenutosi a Parigi a ottobre: un incontro internazionale sull’industria della bellezza attento alla sostenibilità, all’ambiente, al biologico, al fair trade – il marchio di garanzia del Commercio Equo e Solidale – e ai prodotti ecologici.

Un esempio di nuovo modo per fare cosmesi in modo del tutto eco-sostenibile è rappresentato da una ditta indiana, la Vanamoolika, che ha lanciato la prima linea di cosmetici completamente naturali e certificati: prodotti per il viso, per i capelli e persino un dentifricio a base di sole erbe e olio di cocco, del tutto privi di agenti chimici e realizzati solo con processi fisici tipo spremitura, triturazione o essiccazione – non richiedono per tanto nessun tipo di raffinazione artificiale o di sintesi chimica. Più che un’azienda, Vanamoolika è una filosofia di vita: non solo lavoro bio e ecologico nel rispetto della natura, ma anche istruzione e cultura legate alla scuola ayurvedica che fa delle piante proprio il mezzo principale per curare le persone e garantire il loro benessere. Questa linea di prodotti, al 100% biologici, sarà presto disponibile anche sul mercato europeo.

Ultima chicca che vi do è il trucco vegano: si basa infatti su cosmetici naturali e ovviamente rigorosamente non testati su animali. Particolare attenzione è data al make up: fard, rossetti, ombretti ed eyeliner, come il Liquid Eyeliner Jet Black e l’Urban Decay Liquid Eyeliner.

Tutto questo per dirvi che non occorre rinunciare al piacere di piacersi per voler bene alla natura e agli animali: nessuno vieta di prendersi cura di sé, del proprio corpo e della propria bellezza, cosa che, anzi, è cosa buona e giusta. Essere un po’ vanitosi fa sempre bene, ma lo si può essere ancora di più se, specchiandoci e ammirando la nostra bellezza, sapremo che dipende in primis da noi e non da torture inflitte sugli animali.

Valentina Nizardo

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