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Capelli grigi e vitiligine: arriva una cura innovativa e promettente

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I produttori di tinture per capelli sono avvertiti: forse un giorno dovranno reinventarsi. Una nuova ricerca ha infatti gettato le basi per una possibile cura definitiva per i capelli grigi e la vitiligine. Si tratta di una svolta promettente, che potrebbe trasformare il modo in cui affrontiamo due condizioni oggi molto diffuse e spesso considerate inevitabili.

Perché i capelli diventano grigi?

I capelli diventano grigi a causa della perdita di melanina, il pigmento responsabile del colore naturale del capello. Questo fenomeno è legato principalmente all’età, ma può essere influenzato anche da fattori genetici, stress, carenze nutrizionali e malattie autoimmuni. Recenti studi hanno identificato un meccanismo chiave: l’accumulo di perossido di idrogeno nei follicoli piliferi, che provoca un effetto “candeggina” dall’interno verso l’esterno.

Questo processo ossidativo è uno dei principali responsabili della depigmentazione del capello e sembra coinvolto anche nella vitiligine, una patologia autoimmune che comporta la perdita di colore della pelle in determinate aree del corpo.

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La scoperta scientifica: cos’è il trattamento PC-KUS

Secondo uno studio pubblicato su The FASEB Journal, un team europeo di ricercatori guidati dalla dottoressa Karin U. Schallreuter dell’Istituto per le Malattie Pigmentarie ha sviluppato un composto topico denominato PC-KUS (una versione modificata del noto pseudocatalasi), attivabile tramite raggi UVB.

Questo trattamento si è dimostrato efficace nel contrastare l’accumulo di perossido di idrogeno, aiutando così a ripristinare la produzione di melanina sia nei capelli grigi che nelle zone cutanee colpite dalla vitiligine. A differenza di molti trattamenti estetici, PC-KUS non agisce sulla superficie, ma alla radice del problema, riequilibrando l’ambiente biochimico del follicolo pilifero e della pelle.

Vitiligine e capelli grigi: due volti dello stesso squilibrio

Lo studio ha incluso un campione di 2.411 pazienti affetti da vitiligine, suddivisi tra forma segmentale (SSV) e mista. L’analisi ha evidenziato che anche nei casi più localizzati, come la vitiligine SSV che colpisce spesso ciglia e altre zone isolate, era presente lo stesso stress ossidativo tipico della forma più diffusa, la NSV (vitiligine non-segmentale).

Questa scoperta rafforza l’ipotesi che la perdita di pigmentazione cutanea e quella dei capelli possano avere origini comuni, o almeno meccanismi biologici simili.

Il valore emotivo della pigmentazione

“Fino a oggi, è al di là di ogni dubbio, la perdita localizzata e improvvisa di colore della pelle e dei capelli può influenzare le persone in molti modi fondamentali. Il miglioramento della qualità della vita dopo il successo nella ri-pigmentazione totale, e anche parziale, è stato documentato”

ha dichiarato la dottoressa Schallreuter, sottolineando l’importanza psicologica che ha l’aspetto estetico per chi convive con queste condizioni.

A che punto siamo oggi?

Negli anni successivi alla pubblicazione dello studio, diverse ricerche hanno confermato l’efficacia potenziale della pseudocatalasi attivata da UVB nel trattamento della vitiligine, soprattutto nei bambini e nei pazienti con zone colpite più recenti. Tuttavia, il trattamento non è ancora disponibile in forma commerciale su larga scala, e rimane in fase sperimentale in molti Paesi.

Per quanto riguarda i capelli grigi, alcuni laboratori privati stanno iniziando a sviluppare prodotti antiossidanti basati su questo principio, ma al momento nessuna cura definitiva è stata approvata per uso estetico standardizzato. Tuttavia, il crescente interesse scientifico fa sperare in nuove terapie personalizzate nei prossimi anni.

Vitiligine: trattamenti attuali e approcci combinati

Oltre al trattamento PC-KUS, oggi esistono altre terapie per la vitiligine, tra cui:

  • Fototerapia con raggi UVB a banda stretta
  • Immunomodulatori topici come tacrolimus o pimecrolimus
  • Micropigmentazione (tatuaggio medicale) in casi selezionati
  • Trapianto di melanociti sperimentale

La combinazione tra fototerapia e pseudocatalasi UVB-attivata potrebbe rappresentare la nuova frontiera terapeutica per i casi resistenti o in evoluzione.

Capelli grigi: le prospettive future

Nel 2024, alcune startup biotech stanno sperimentando molecole in grado di riattivare i melanociti inattivi nei follicoli piliferi. I risultati preliminari sono incoraggianti, ma resta ancora molta strada da fare per ottenere una soluzione definitiva.

Nel frattempo, gli esperti raccomandano una dieta antiossidante, l’uso di integratori come rame, zinco e vitamina B12, e una gestione efficace dello stress, che si è dimostrato un fattore chiave nell’innesco della canizie precoce.

Tra scienza e speranza

La ricerca sui capelli grigi e sulla vitiligine sta finalmente facendo passi avanti concreti. L’introduzione del trattamento PC-KUS rappresenta un potenziale punto di svolta per milioni di persone che convivono con queste condizioni estetiche e psicologicamente impattanti.

Sebbene la “cura definitiva” non sia ancora disponibile per il grande pubblico, il futuro appare promettente: la scienza ha individuato il bersaglio, ora si tratta solo di perfezionare i mezzi per colpirlo in modo efficace, sicuro e duraturo.

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Dopo una laurea e un master in traduzione, diventa giornalista ambientale. Ha vinto il premio giornalistico “Lidia Giordani”, autrice di “Mettici lo zampino. Tanti progetti fai da te per rendere felici i tuoi amici a 4 zampe” edito per Gribaudo - Feltrinelli Editore nel 2015.