Come ogni fine anno, accanto alla corsa ai regali di Natale, alle previsioni delle stelle per l’anno nuovo e alle abbuffate a tavola, arriva anche la classifica sulla vivibilità delle città italiane.
Questa speciale classifica misura la qualità della vita e viene stilata prendendo in considerazione i dati della ricerca realizzata dal Sole 24 Ore, giunta alla sua ventunesima edizione.
Ma cosa si misura per capire dove si vive meglio? L’indagine si concentra su una serie di 36 indicatori suddivisi in 6 macrosettori (tenore di vita, affari e lavoro, servizi/ambiente/salute, popolazione, ordine pubblico e tempo libero).
Ai vertici della classifica svettano Bolzano e Trento separate solo da un punticino e si aggiudicano, quindi, la palma come città più vivibili in Italia, in cui la qualità della vita è molto alta.
Indice
Quali sono i punti di forza di Bolzano?
Prima di tutto ha delle ottime opportunità per quanto riguarda il lavoro infatti un bolzanino su due ha un impiego, il livello di reddito è soddisfacente, le imprese della provincia sono molto dinamiche e c’è un basso tasso di fallimenti, i servizi pubblici e sociali sono efficienti, le strade sono tranquille, senza traffico e senza intralci, le case sono in regola e quindi tutto ciò contribuisce a far sì che a Bolzano si viva bene.
Ultima posizione tra le 107 province è quella di Napoli
E sicuramente il fatto che sia sommersa dai rifiuti ha contribuito a questo insuccesso. Il capoluogo campano è per la prima volta nelle ultime posizioni: la parte bassa della classifica è di solito occupata dalle province siciliane e calabresi. I punti di demerito di Napoli sono: l’alta inflazione, i prezzi delle case altissimi, una disoccupazione alle stelle, allarme spazzatura ed ecosistema al collasso, alto tasso di criminalità.
Come sono messe, invece, le due principali città italiane?
Roma perde undici posizioni e si piazza al 35° posto, mentre Milano perde due posizioni ed è al 21° posto. In queste due città è peggiorato il trend del reddito e il numero dei reati.
C’è ancora tanta disparità di qualità di vita tra Nord e Sud, bisogna iniziare seriamente a pensare di colmare il deficit del Sud per migliorare i livelli di vivibilità delle popolazioni meridionali e far diventare l’Italia un paese in cui si viva bene ovunque.