Non è uno scherzo, meditare aiuta davvero ad affrontare meglio vampate e gli altri sintomi della menopausa.
I primi a sostenerlo sono stati i ricercatori della North American Menopause Society che nel 2009 avevano pubblicato sulla rivista Menopause i risultati della loro piccola ricerca sulla meditazione come cura contro le caldane – o le cosiddette vampate – e come terapia per migliorare la qualità di vita durante la menopausa.
Pare infatti che questi calori improvvisi tipici del delicato periodo che segue l’età fertile di una donna, siano correlati allo stress e alla capacità di gestirlo. In poche parole, le donne più stressate hanno più caldo!
I benefici della meditazione sono noti da tempo. Essa serve a rilassare e a distendere mente e corpo, perché permette di prendere coscienza di se stessi e di ritrovare in noi la forza per affrontare i problemi e anche i disturbi stessi che conseguono ai problemi stessi – in primis appunto lo stress.
Esiste al riguardo un vero e proprio programma, il MBSR – Mindfulness Based Stress Reduction program – centrato sulla capacità che la tecnica meditativa ha di rilassare e proprio sulla base di questo era stato condotto questo studio pilota relativo alla menopausa.
In genere si ricorre per ovviare ai suoi disturbi alla cura ormonale, con tutti i contro che essa comporta. Una valida alternativa potrebbe essere appunto la terapia comportamentale che non ricorra ai farmaci e che assicuri un valido sostegno psicologico prima che fisico, perché la consapevolezza di sé può – e lo fa davvero – essere molto più potente di qualsiasi tipo di cura.
Un altro tipo di aiuto, sempre del tutto naturale, arriva invece dal mondo della ginnastica. Perché, si sa, il modo migliore per stare davvero bene con se stessi è avere una mens sana in corpore sano.
E allora via allo stretching, che, accompagnato alla meditazione, può davvero essere un toccasana contro tutti quei fastidi tipici della menopausa: stress, ansia, depressione, nervosismo e insonnia – spesso dovuta anche alle vampate notturne.
Spiega infatti la dottoressa Ellen Freeman, esperta di menopausa dell’University of Pennsylvania School of Medicine di Philadelphia, che le due tecniche possono davvero aiutare a ritrovare, o a trovare, la serenità durante la menopausa e nel periodo ad essa successivo.
I ricercatori di Philadelphia hanno infatti implementato il suddetto studio del 2009, il primo nel suo genere, arrivando alle stesse conclusioni ma su un campione che ne convalida i risultati.
Vediamo in cosa è consistita la loro ricerca.
110 volontarie, con almeno 8 vampate al giorno e 3 notturne, e con livelli di ansia abbastanza elevati, sono state divise in due gruppi ed esaminate per due mesi.
Un gruppo meditava 2 ore e mezza alla settimana e faceva stretching per allenare anche il corpo a distendersi, e, volendo, poteva seguire anche a casa un percorso autonomo supportato da un CD. L’altro gruppo era invece semplicemente di controllo e non ha preso nessuna lezione di consapevolezza di sé.
Risultati? Meno ansia, migliori dormite, meno caldane, ma solo per il primo gruppo.
Certo queste pratiche richiedono tempo a disposizione e una volontà ferrea di ricorrere a se stessi e alla natura per star bene: molto più facile e veloce ingurgitare una pillola e via!
Il dott. James Carmody afferma infatti che
“lo svantaggio di questo tipo di programma, è che questo metodo richiede un investimento di tempo che per molte donne non è possibile” e proprio per questo il team sta pensando di ridurre il trattamento da due mesi a uno perché vogliono “vedere se con un programma più breve si otterrebbero gli stessi effetti”.
Ci avevano allora visto lungo gli studiosi statunitensi della North American Menopause Society e, anche se il loro studio si era basato solo su 15 donne per un periodo di 7 settimane, i risultati – calo delle vampate del 40% – erano solo da confermare!
E questo perché l’ansia peggiora questo sintomo, quindi agire su di essa è davvero un ottimo modo per rimuovere il problema, come si suol dire, alla radice. Ricorrere a un programma di riduzione dell’ansia basato sulla consapevolezza di se stessi può essere davvero molto più fruttuoso di una terapia ormonale.
Certo, un campione di 15 persone non era molto rappresentativo, ma lo studio è stato davvero il trampolino di lancio – come si è visto – per le successive ricerche su un simile approccio che dia un supporto psicologico per quelle donne che soffrono più delle altre non solo per il caldo che emana il loro corpo, ma anche per quegli sbalzi ormonali e umorali che la menopausa comporta.