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Malattie 2.0: quando l’aiuto viene dal web

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Sì, certo, sul web ormai c’è proprio di tutto: dalla ricetta per la pasta all’ananas fino alle rivendite delle figurine ritagliate di Kiss me Licia, dall’elenco dei 10 modi più divertenti di suicidarsi fino al video del compaesano che impreca e bestemmia perché la cinghia del trattore si è rotta, o della nostra anziana dirimpettaia che tortura in salita la frizione della sua indistruttibile Panda…

Però c’è sempre anche un web utile, serio, importante, un web che realizza pienamente gli scopi per cui è nato: la condivisione democratica delle informazioni e dei saperi, ma soprattutto delle storie, degli umori e dei problemi degli internauti, favorendo spesso la nascita di una solidarietà che, anche se è virtuale, non è però meno vera.

Da quando Internet è arrivato nelle case di tutti, è decisamente cambiato il modo e il tempo di accesso alle informazioni sulla salute: in pochi minuti, digitando alcune parole chiave, siamo in grado di accedere alle informazioni che vorremmo, più o meno precise. E poi ci sono i portali come wellMe: sempre pronti ad aggiornarvi con chiarezza e puntualità sulle tematiche di maggiore attualità. Un altro ottimo esempio di condivisione e scambio di notizie in materia di salute arriva, infine, dai tantissimi gruppi di aiuto-aiuto presenti sul Web: community, forum di discussione, chat, insomma dei luoghi virtuali in cui sostenersi l’un l’altro, e in cui sentirsi anche meno soli di fronte alle proprie malattie, lievi o gravi che siano, diffuse o rare che siano.

Pensate a quando, davanti a uno strano referto o a una di quelle indecifrabili ricette bianche del dottore (perché è noto che la calligrafia dei dottori sia indecifrabile, è un linguaggio in codice tra loro e i farmacisti), l’unica cosa che potevamo fare era andare in salotto, posizionarci davanti alla libreria, scorrere gli scaffali uno ad uno fino a trovare la pesantissima “Enciclopedia della Medicina”, tirarla fuori, rimuovere quei 3 centimetri di polvere, starnutire di conseguenza e infine cercare, cercare, cercare…

Non che ora dei volumi seri e affidabili non servano più (dovesse mai rompersi il modem…); il fatto è che adesso, nella società 2.0., sono realmente sufficienti pochi minuti per reperire le informazioni, e, cosa ancora più importante, per accedere a un reale confronto con chi si trova o si è trovato nella nostra stessa situazione. Basti pensare alle popolate community dei celiaci o dei diabetici che trovano nei forum consigli e conforto, a chi soffre di malattie rare o di malattie autommuni, o alle tante donne che si confrontano sulle patologie del seno, o ai tanti utenti di facebook che fanno parte del gruppo Vertical (Fondazione Italiana per la Cura della Paralisi).

Il pregio di questi gruppi virtuali non è solo quello di mettere in comunicazione persone che hanno tanto da condividere: è anche e soprattutto quello di aiutarle e stimolarle a guarire, così come i “classici” gruppi di aiuto-aiuto dove ci si affronta vis-à-vis danno una mano a superare le dipendenze. Le tante persone che finora hanno sfidato lo scetticismo e si sono buttate nella Rete in cerca di solidarietà e di consigli, di un luogo in cui scambiare opinioni su farmaci, nuove cure o sperimentazioni finora hanno riportato perlopiù esperienze positive.

Certo, il Web è sconfinato e pericoloso tanto quanto il mondo reale, di cui è specchio e figlio. Non solo bisogna affidarsi a siti e forum continuamente moderati, sottoposti al controllo di qualcuno che verifichi l’esattezza e la buona fede dei dati forniti, ma è anche opportuno stare in guardia di fronte a tutte le possibili degenerazioni del caso: per esempio, se un giorno avete mal di testa, vi si è staccata una pellicina e sentite una fitta proprio lì, non mettetevi a cercare su google i sintomi. Potreste farvi impressionare seriamente da ciò che leggete o vedete, diventare dei malati immaginari, iniziare a sentire solo con la testa dei dolori che in realtà il fisico non prova. Ricordate quella puntata in cui il dr. House si inventava, durante un volo aereo, che un ragazzo avesse la meningite e ne elencava i sintomi a tutti i passeggeri tramite interfono? Tutti, improvvisamente, iniziarono a sentirsi male. La diagnosi fu: isteria di massa!

Non per niente è nata su Facebook la fan page “Cercare su google i propri sintomi e autodiagnosticarsi malattie assurde”: conta già 8.173 sostenitori!

Marina Piconese

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