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Il cervello dei bimbi è “unisex”

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Se pensate che i ruoli legati al genere sessuale siano tutti innati vi sbagliate di grosso. I maschietti non sono per natura spinti a divertirsi con le macchine, i robot e le pistole e le bambine non sono biologicamente programmate per giocare alle brave mammine di poveri bambolotti indifesi o alle cuoche provette di cibi di plastica.

Tutto ciò che i bambini fanno è opera della socializzazione primaria che “subiscono” prima in famiglia e poi con la scuola. Il cervello dei neonati in realtà è quasi unisex e sono i genitori che lo plasmano in modo diverso in base al sesso e in base alle aspettative che la società impone per quel determinato genere sessuale.

Questo è quanto emerso da un articolo pubblicato dalla rivista Mind di Scientific American. I comportamenti degli individui sono solo in piccola parte biologicamente legati al sesso e questa differenza dipende dalla quantità di ormone maschile (cioè il testosterone) che il feto respira durante il suo soggiorno nella pancia della madre.

Anche sull’aggressività non ci sono grandissime differenze nei neonati, come ha verificato uno studio di John Archer dell’Università del Lancashaire. Sia le bimbe che i bimbi tendono ad essere aggressivi quando qualcosa non gli sta bene; però, con la crescita, alle femminucce viene insegnato a reprimere la parte aggressiva per uniformarsi all’idea condivisa dalla società che vede le appartenenti al “gentil sesso” essere dolci e, appunto, gentili.

Dal lato opposto, anche i maschietti subiscono una repressione di un carattere innato che è quello dell’empatia e della spiccata sensibilità. Secondo lo studio di Erin Mclure della Emory University, alla nascita le bambine sono solo leggermente più empatiche dei maschietti ma con il passare del tempo a questi ultimi viene imposto di essere forti, di non piangere, di non lamentarsi e di non mostrare le proprie debolezze ed emozioni.

Insomma non c’è nessuno schema prefissato nel nostro Dna, ma il nostro carattere e quel che siamo diventati da adulti deriva da come i nostri genitori (e gli altri soggetti che si interessano della nostra socializzazione, come gli insegnanti, il gruppo amicale…) hanno saputo miscelare le proprie indicazioni/imposizioni in base alle aspettative di ruolo sessuale con una relativa libertà lasciata al bambino/a di poter prendere il meglio da tutti e due i sessi per poter essere una persona più completa e, forse, migliore.

Quindi cari genitori lasciate liberi i vostri figli di percorrere la propria strada senza obbligarli in una gabbia creata dalla costruzione sociale della personalità di genere.

Lazzaro Langellotti

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