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Fertilità, in calo dopo i 30 anni

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Vogliamo essere mamme? Cerchiamo di non aspettare i 30 anni per mettere al mondo un bambino. Potrebbe essere più difficile infatti rimanere incinte. Nessuna malattia, solo il nostro orologio biologico.

A rivelare tale “limite” è stata una ricerca pubblicata da “PloS One” e svolta da alcuni studiosi della St. Andrews University e dell’Università di Edimburgo. Ebbene, secondo lo studio, le donne oltre i trent’anni conservano solo il 12% degli ovuli che avevano alla nascita. E il restante 88%? Perduto.

Ciò dimostrerebbe la difficoltà odierna di molte donne di restare incinte, visto che per motivi di lavoro o anche perché ci si sposa dopo, si cerca di avere un bambino attorno ai 30 anni, età in cui una donna, secondo quanto dicono gli studiosi, è già pericolosamente vicina all’infertilità.

Lo studio, portato avanti dal dottor Tom Kelsey, ha preso in esame 325 donne di diversa età, conteggiando il numero di ovuli presenti nelle loro ovaie. Successivamente, grazie ad un programa informatico si è calcolata la tendenza degli ovuli a diminuire col passare del tempo.

Ed ecco il risultato. Fino ai 25 anni la fertilità è elevata, poco incidono stili di vita poco sani, tra cui il consumo di alcool o il fumo. Ma varcate la metà dei 20 anni e tutta una discesa, fino ai famigerati 30. Per non parlare dei 40 anni, in cui la presenza di cellule uovo si attesta attorno al 3%.

Il dottor Kelsey invita a far presto: “Ci sono donne in attesa della prossima promozione o di incontrare quello giusto. Ma intanto non sanno quanto drasticamente declina la loro riserva ovarica dopo i 30. Ogni anno che passa si perde una grande parte dei propri ovuli. Il rapido declino della produzione di ovuli era già noto ma questo è il primo studio a tracciare il suo intero percorso, da prima della nascita fino alla fine degli anni di fertilita”.

E allora amiche, facciamo in fretta, il nostro corpo non aspetta.

Francesca Mancuso

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Giornalista pubblicista specializzata in Editoria, Comunicazione Multimediale e Giornalismo. Nel 2011 ha vinto il Premio Caro Direttore e nel 2013 ha vinto il premio Giornalisti nell’Erba grazie all’intervista a Luca Parmitano.