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Setticemia e piaghe da decubito: i sintomi

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Quando si parla di piaghe da decubito, o più precisamente di lesioni da pressione o ulcere da decubito, ci si riferisce a porzioni di pelle e tessuto che, a causa di una pressione protratta che impedisce il flusso sanguigno, vengono danneggiate. La gravità di questa patologia può avere vari livelli tanto che può portare a complicanze ben più gravi come fascite necrotizzante, gangrena gassosa e può essere tra i sintomi della setticemia in persone che soffrono già di un sistema immunitario depresso.

I soggetti maggiormente colpiti dalle piaghe da decubito sono:

  • Quelli costretti a letto, il termine decubito infatti indica la posizione che assume il malato a letto;
  • Quelli che usano una sedia a rotelle;
  • Quelli che non sono in grado di cambiare posizione.

Una caratteristica di questa patologia è che è in grado di svilupparsi velocemente e non guarisce con facilità e colpisce, nella maggior parte dei casi, la pelle di natiche, cosce e talloni. Normalmente non colpisce organi vitali del corpo.

Quando non vi è una irrorazione sanguigna sufficiente, quindi, il tessuto colpito muore per cui la soluzione migliore è sempre quella di prevenire che si verifichi tale situazione.

Piaghe da decubito: le cause

Alla base della formazione delle piaghe da decubito troviamo una pressione sostenuta esercitata su parti specifiche del corpo che porta ad un’interruzione del flusso sanguigno ricco di ossigeno e degli altri nutrienti alla zona interessata, danneggiandola fino a causarne la morte.

L’assenza di sangue comporta inoltre una riduzione della presenza di globuli bianchi, le cellule del sangue che combattono le infezioni, per cui una volta che si sarà sviluppata la piaga, i batteri potranno proliferare indisturbati.

Questa patologie non colpisce i soggetti sani in grado di muoversi normalmente in quanto, ogni movimento del corpo, anche il più impercettibile, impedisce accumuli di pressione su aree specifiche.

Tra i fattori di rischio dell’insorgenza delle piaghe da decubito troviamo:

  • La pressione esercitata da una superficie dura come, appunto, una sedia a rotelle o un letto;
  • La pressione esercitata sulla pelle da movimenti involontari, come spasmi muscolari;
  • L’umidità che può favorire la lacerazione dello strato esterno della pelle.

Per quanto riguarda il tempo necessario allo sviluppo della piaga, invece, questo dipende dall’entità della pressione esercitata e dalla vulnerabilità della pelle del soggetto.

Nei casi più gravi le piaghe da decubito possono svilupparsi anche piuttosto rapidamente, addirittura nel giro di un paio d’ore nei soggetti suscettibili, ma le lesioni risulteranno evidenti solo qualche giorno dopo la loro insorgenza.

Sono tre i tipi principali di pressione che possono influire sullo sviluppo delle piaghe da decubito:

  1. Pressione protratta nel tempo sul corpo su una superficie più o meno rigida;
  2. Una pressione che si verifica quando gli strati di pelle scorrono l’uno sull’altro o su un tessuto, come nel caso in cui si scivola o il paziente viene aiutato a scendere dal letto o dalla sedia a rotelle;
  3. Pressione causata dall’attrito della pelle contro un’altra superficie, come può avvenire con un materasso o con i vestiti.

Piaghe da decubito: i sintomi

Le parti del corpo maggiormente colpite dalle piaghe da decubito sono quelle a diretto contatto con una superficie di sostegno o quelle non protette dal grasso corporeo. Quindi, per esempio, un soggetto immobilizzato a letto potrebbe sviluppare delle lesioni a livello di:

  • Nuca;
  • Bordo delle orecchie;
  • Colonna vertebrale;
  • Spalle o scapole;
  • Gomiti;
  • Ginocchia, caviglie o dita dei piedi;
  • Coccige

I soggetti che invece sono costretti su una sedia a rotelle, possono essere colpiti su:

  • Braccia;
  • Anca;
  • Glutei;
  • Gambe.

Esistono diversi sistemi di gradazione per classificare la gravità della patologia, tra questi il più utilizzato è quello sviluppato dall’European Pressure Ulcer Advisory Panel (EPUAP), ossia la commissione europea piaghe da decubito. Ovviamente la classificazione prevede che maggiore è la categoria e più grave è il danno che pelle e tessuti hanno subìto.

Le categorie che sono state individuate sono quattro:

  1. La categoria I raggruppa le lesioni più superficiali e la zona colpita è caratterizzata dalla presenza di chiazze. In questo caso la pelle rimane integra, ma può essere dolente o pruriginosa e risultare calda e spugnosa o dura al tatto.
  2. Della categoria II fanno parte quelle lesioni che hanno danneggiato maggiormente la superficie esterna della pelle o lo strato più profondo causando anche una perdita di pelle. Le piaghe di decubito di questa categoria appaiono come delle ferite aperte o delle vesciche.
  3. Le piaghe che appartengono alla categoria III causano la perdita di pelle a pieno spessore. In questo caso anche il tessuto sottostante è danneggiato e le lesioni appaiono come ferite profonde. A questo livello, muscolo e osso rimangono ancora integri.
  4. La categoria IV raggruppa invece le lesioni da pressione più gravi in cui la pelle risulta gravemente lesionata ed inizia a verificarsi la necrosi del tessuto, cioè la morte del tessuto che si trova attorno alla lesione. Qui anche muscoli e ossa possono essere colpiti e il soggetto può venire colpito da infezioni potenzialmente mortali.
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