bimbilettura

Bambini: leggere ad alta voce un libro fa bene allo sviluppo

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin

Bambini e libri: un incontro da favorire, incentivare e cercare di rendere consuetudine, il più presto possibile.

Noi di wellMe.it vi abbiamo già informato dell’importante iniziativa di “Nati per leggere”, il progetto che si propone di diffondere la lettura dei libri ai bambini di età compresa tra i 6 mesi ed i 6 anni. Abbiamo esplorato le varie fasi per favorire la gradualità dell’approccio dei piccoli con le pagine stampate, in misura proporzionale alla loro crescita.

Ora vogliamo approfondire le motivazioni che portano i pediatri a sostenere con particolare enfasi la necessità che i bambini vengano introdotti nell’universo della lettura sin dalla più tenera età. A chiarire questo tema sono le parole del dottor Michele Gangemi, past president dell’Associazione Culturale Pediatri e pediatra di libera scelta a Verona, secondo il quale “L’efficacia della lettura ad alta voce in epoca neonatale si fonda sulla teoria dello sviluppo precoce (Early Child Development). Nel bambino molto piccolo, lo stimolo a svolgere un nuovo compito (come quello di ascoltare, appunto) aumenta la sopravvivenza dei nuovi neuroni che si stanno formando: senza compiti, i nuovi neuroni svaniscono. E più il compito è difficile e ripetuto, più aumenta il numero dei neuroni “risparmiati”. In pratica, sembra che esista una finestra temporale entro cui l’apprendimento di nuovi compiti può risparmiare i neuroni. È compresa fra prima e seconda settimana dalla nascita della cellula: più precisamente fra il 7° e il 14° giorno e corrisponde al periodo in cui la cellula neonata e non specializzata si differenzia in neurone, emette i filamenti (dendriti) che le permettono di “collegarsi”. È così che il neonato diventa sensibile all’apprendimento“.

Un invio costante e variegato di stimoli, dunque, necessario a sollecitare lo sviluppo intellettivo del bambino. E pensare che abbiamo sempre utilizzato le fiabe serali per far addormentare i piccoli! Il dottor Gangemi, invece, afferma che “la lettura ad alta voce è in grado di “rapire” un bambino almeno quanto un videogame“. L’impegno a favorire la familiarità dei bambini con la lettura permette di accrescere il loro livello di literacy, che abbiamo già visto essere quell’atteggiamento aperto e ricettivo nei confronti delle sollecitazioni esterne estremamente positivo per la costruzione di una cultura non nozionistica, ma frutto di integrazione tra conoscenze ed esperienze variegate. “La capacità di leggere, scrivere e comprendere un testo (la “literacy”) fa bene alla salute – sostiene il dottor Gangemi – ed è un indicatore di benessere riconosciuto. Buoni livelli di literacy sono legati a un migliore utilizzo dei servizi sanitari e quindi a migliori condizioni di salute. Adolescenti con bassi livelli di literacy sono a rischio almeno doppio di andare incontro a comportamenti aggressivi e antisociali. E il numero di adolescenti in queste condizioni è, purtroppo, in continuo aumento“.

Per questo un merito particolare va riconosciuto al progetto “Nati per leggere”, che, sostenuto anche dall’Associazione Italiana Biblioteche, è attivo per favorire l’accesso di bambini e genitori all’interno delle biblioteche, rendendo così questi luoghi da sempre considerati l’angusto e polveroso regno di tristi individui solitari, spazi accoglienti ed ospitali, funzionali a favorire i primi approcci dei più piccoli con il mondo dei libri.

Come spiega il dottor Gangemi “A Verona, presso il mio studio, è attivo un vero e proprio punto prestito, con la restituzione dei libri presso uno dei 12 punti specializzati delle biblioteche cittadine. I primi anni di vita sono il periodo in cui si forma la capacità del bambino di “immaginare”, di costruire le immagini sotto lo stimolo della lettura, e in cui si struttura e si conferma il piacere della lettura. Aumentare lo spazio di ascolto, la capacità di costruirsi delle immagini, lo sviluppo della creatività e dell’immaginazione. I bambini, esposti più che in passato a stimolazioni tele-visive, tendono a elaborare meno immagini“.

Cari genitori, armatevi dunque di libri e di tanta disponibilità a lasciarvi coinvolgere in un’avventura che consentirà a vostro figlio di affacciarsi nel mondo della lettura, e allo stesso tempo permetterà a voi di migliorare l’interazione con lui, guidandolo nelle scoperte, rispondendo a curiosità e domande, prendendolo per mano, per continuare a crescere insieme.

Francesca Di Giorgio

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin