Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. È un appuntamento che ricorda quanto la violenza di genere sia ancora diffusa e spesso nascosta, e invita ciascuna di noi — e la società intera — a fare qualcosa di concreto per prevenirla e contrastarla.
Il 25 novembre non è solo una data sul calendario: è l’inizio di un periodo di mobilitazione che ogni anno richiama attenzione, eventi e campagne di sensibilizzazione. Per molte donne è un momento per ricordare chi non c’è più, per ascoltare chi ha vissuto violenza e per chiedere che istituzioni e comunità facciano di più. Conoscere i numeri, riconoscere i segnali della violenza e sapere dove rivolgersi sono piccoli, ma cruciali passi per cambiare il futuro. Qui trovi informazioni aggiornate, risorse pratiche e suggerimenti concreti per agire — a casa, al lavoro e online.
Indice
Che cosa si celebra esattamente il 25 novembre
La data è stata scelta per ricordare l’assassinio, nel 1960, delle sorelle Mirabal nella Repubblica Dominicana. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito la giornata per invitare governi, istituzioni e cittadini a impegnarsi contro la violenza di genere. Molte organizzazioni promuovono campagne che si estendono per 16 giorni, fino al 10 dicembre, Giornata dei Diritti Umani.
Dati recenti in Italia: cosa ci dicono le statistiche
Quante donne subiscono violenza nella vita
I dati più recenti mostrano che la violenza contro le donne non è un fenomeno marginale. Le stime ufficiali indicano che circa il 31,9% delle donne tra i 16 e i 75 anni in Italia ha subito almeno una violenza fisica o sessuale nella vita. Questo significa milioni di donne che portano sulle proprie spalle esperienze molto pesanti, spesso silenziose.
Violenza nella coppia e durata degli episodi
Una larga parte delle violenze avviene all’interno delle relazioni affettive: sia nel presente che nel passato. Le rilevazioni indicano che molte donne subiscono episodi prolungati nel tempo, con conseguenze psicologiche e sociali notevoli. Le chiamate ai servizi di pubblica utilità e i dati delle case rifugio confermano che le vittime spesso vivono la violenza per anni prima di chiedere aiuto.
Femminicidio e reati di genere: trend e preoccupazioni
La violenza estrema, che porta alla morte delle donne, rimane una preoccupazione grave. I report sulle omicidi volontari e i dati dedicati alla violenza di genere vengono monitorati periodicamente dalle istituzioni competenti per valutare l’andamento e l’efficacia delle misure di prevenzione e protezione.
Perché è importante parlarne — anche in famiglia e sul lavoro
Parlare di violenza significa togliere potere al silenzio. Quando una donna trova ascolto, informazioni e supporto, aumenta la probabilità che chieda aiuto prima che la situazione peggiori. In famiglia, tra amiche, sul posto di lavoro e online possiamo:
- Riconoscere segnali di allarme (isolamento, controllo eccessivo, cambiamenti emotivi o fisici).
- Offrire ascolto empatico senza giudicare.
- Non minimizzare o colpevolizzare la vittima.
- Indicargli risorse e servizi locali di supporto.
Risorse pratiche: dove rivolgersi subito
Numero verde 1522 e servizi territoriali
In Italia esiste il numero di pubblica utilità 1522, attivo per informazioni, orientamento e supporto alle vittime di violenza e stalking. È gratuito, garantisce anonimato e mette in contatto con centri antiviolenza e servizi territoriali. Le statistiche sul funzionamento del servizio forniscono anche indicazioni utili sulla frequenza e la natura delle richieste di aiuto.
Centri antiviolenza e case rifugio
I centri antiviolenza offrono accoglienza, consulenza legale, supporto psicologico e percorsi di fuoriuscita dalla violenza. Le case rifugio garantiscono ospitalità temporanea e protezione quando la prosecuzione della convivenza è pericolosa. Se conosci una donna in difficoltà, contatta prima il numero 1522 o un centro antiviolenza della tua regione.
Come sostenere concretamente — 8 azioni che puoi fare
- Informati: conoscere i segnali e i servizi è il primo passo.
- Ascolta senza giudicare: spesso bastano poche parole di accoglienza per far sentire meno sola una donna vittima di violenza.
- Condividi risorse utili: link ai numeri di aiuto, orari e indirizzi dei centri antiviolenza.
- Sostieni le associazioni: donazioni, volontariato o condivisione delle campagne aumentano la visibilità del problema.
- Proteggi la privacy: non esporre informazioni sensibili online o in contesti non sicuri.
- Intervieni in sicurezza: se vedi una violenza in atto chiama le forze dell’ordine; non mettere a rischio la tua incolumità.
- Promuovi un linguaggio rispettoso: tagli netto agli stereotipi di genere e alla cultura del biasimo.
- Coinvolgi il luogo di lavoro: promuovi politiche aziendali che tutelino e supportino le dipendenti vittime di violenza.
Campagne e mobilitazione: il periodo dei 16 giorni
Dal 25 novembre al 10 dicembre molte organizzazioni promuovono la campagna UNiTE e altre iniziative locali per aumentare la consapevolezza, raccogliere fondi e offrire servizi. Partecipare a eventi, condividere contenuti informativi e sostenere le attività delle associazioni sono modi concreti per fare rete e mantenere alta l’attenzione.
Parole che aiutano: come parlare di violenza in modo utile
Quando si discute di violenza, le parole contano. Evitiamo frasi che colpevolizzano (“perché non è andata via?”) o banalizzano (“era solo gelosia”). Meglio usare espressioni che convalidano l’esperienza della persona: “Mi dispiace che ti sia successo”, “Sono qui se vuoi parlare”, “Ti aiuto a trovare supporto”.
Per le lettrici di wellme: idee pratiche per fare la differenza
wellme si rivolge soprattutto a un pubblico femminile che cerca informazioni pratiche e supporto quotidiano.
Ecco alcune proposte concrete:
- Condividi sui tuoi social post informativi con link ai servizi (es. 1522).
- Organizza o partecipa a incontri di quartiere per informare le donne sui diritti e i servizi locali.
- Sostieni le attività formative nelle scuole sul tema del rispetto e del consenso.
- Se sei datrice di lavoro o responsabile HR, promuovi protocolli di supporto per dipendenti vittime di violenza.
Leggi anche: 25 novembre: Giornata Internazionale contro la violenza alle donne
Il 25 novembre è un’occasione per ricordare che la lotta alla violenza sulle donne è una responsabilità collettiva. Conoscere i numeri, riconoscere i segnali e sapere dove rivolgersi salva vite. Ognuna di noi può fare la differenza: con l’ascolto, la solidarietà e azioni concrete a sostegno delle sopravvissute e delle organizzazioni che lavorano ogni giorno sul territorio.
Se questo articolo ti ha dato informazioni utili, condividilo con le tue amiche e sui social per aumentare la consapevolezza. Se vuoi fare di più, considera di:
- Salvare il numero 1522 sui tuoi contatti e condividerlo con chi potrebbe averne bisogno.
- Donare a un centro antiviolenza o offrirti come volontaria presso le associazioni locali.
- Iscriverti a eventi e formazioni nella tua città durante i 16 giorni di attivismo.
Fonti principali: Nazioni Unite sulla Giornata del 25 novembre; Istat — rilevazioni 2024/2025 sulla violenza nelle famiglie e fuori; report istituzionali sul numero 1522 e sui dati di violenza di genere