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Cellulari giocattolo? Arriva il no del governo belga

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Croce e delizia delle nostre giornate, non possiamo farne a meno, eppure la tentazione di utilizzarlo come strumento per verificare la legge di gravità, facendolo volare dalla finestra, è spesso irresistibile: parliamo ovviamente del cellulare.

Squilla nei momenti più inopportuni con precisione matematica, ma quando lo controlliamo ogni secondo, in febbrile attesa di una chiamata, resta lì, impassibile e silenzioso. Quando usciamo di casa, possiamo dimenticare forse le chiavi per rientrare, ma di certo facciamo attenzione a non lasciare il telefonino: non averlo ci fa sentire come nudi.

È sotto gli occhi di tutti il fenomeno che si sta diffondendo sempre più ampiamente: cellulari nelle versioni più aggiornate stretti tra mani sporche di pennarello e cioccolata di chi ha superato di poco il metro di altezza. Già: un po’ cedendo alle richieste dei figli, un po’ con l’illusione di tenerli sotto controllo, i genitori sono sempre più propensi a dotare di telefonino i bambini, anche quelli che hanno appena imparato a distinguere i numeri e quindi a comporli sulla tastiera.

E i rischi per la salute? Sembriamo dimenticarli. Sì, perché l’uso dei cellulari, specie se prolungato, è nocivo. Proprio per questo il governo belga ha deciso di prendere posizione, anche in maniera piuttosto radicale, per sensibilizzare la popolazione sulle possibili conseguenze negative derivanti dall’uso dei telefonini. Sono infatti state adottate alcune misure per ridurre l’esposizione alle onde elettromagnetiche derivanti dai cellulari e tutelare così la salute, soprattutto quella dei più piccoli.

Tra le norme varate ricordiamo l’obbligo, imposto a produttori e venditori di telefonini, di rendere noti i livelli di irradiamento prodotti dagli apparecchi da loro venduti, il divieto di fare una pubblicità di telefoni cellulari che sia rivolta esplicitamente ai possibili acquirenti più giovani e, quella più eclatante, il divieto di fabbricazione di giocattoli che riproducano un telefonino.

Se dunque già pensavate di sorridere vedendo il vostro bimbo di due anni stringere in mano quel cellulare giocattolo con cui può imitare il papà, dovete rinunciare a godervi la scena. O almeno, così è richiesto ai belgi. Quale è il motivo di norme così severe in merito all’uso dei telefonini? I provvedimenti nascono dalla valutazione di alcuni dati scientifici, secondo i quali sembrerebbe che l’insorgere del glioma, un tumore cerebrale che ogni anno colpisce tra i 100 ed i 150 belgi, sia legato all’uso frequente del cellulare, soprattutto senza auricolare.

I pareri tuttavia, come per tutte le questioni più dibattute, sono controversi. I detrattori dei cellulari citano, a sostegno delle loro tesi, due studi svolti congiuntamente dall’World Health Organization e dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) tra il 2010 ed il 2011, secondo i quali “può esistere un rischio accresciuto in caso di un utilizzo intensivo del cellulare, per circa mezz’ora al giorno e durante 10 anni“. Esiste, però, un’altra ricerca condotta sempre sotto il patrocinio dell’Iarc, ma giunta a conclusioni diverse. Secondo gli studiosi che l’hanno svolta, infatti, “in generale, non è stato osservato alcun rischio di glioma o meningioma con i cellulari. I possibili effetti di un uso prolungato richiedono ulteriori indagini“.

Esiste una ricerca più recente, confermata nel novembre dello scorso anno, a seguito della quale i campi elettromagnetici generati dai telefoni senza fili sono stati inseriti nella stessa lista in cui figurano prodotti altamente tossici come numerosi pesticidi, valutati come “forse cancerogeni per gli esseri umani sulla base di un rischio accresciuto di glioma“. In base alla spiegazione fornita, la dicitura “forse cancerogeni” sta ad indicare “agenti per i quali vi sia una prova limitata di cancerogenicità negli esseri umani, e meno che sufficiente per gli animali da laboratorio“. A questi risultati, se ne aggiunge uno più allarmante, reso noto dai ricercatori del centro medico Cedars-Sinai di Los Angeles, secondo i quali “i crani dei bambini sono più sottili. Così la radiazione può penetrare più profondamente nel loro cervello, come in quello dei giovani adulti“.

Di fronte all’incertezza dei dati, una verità è innegabile; tra potenziali rischi, anche molto seri, derivanti dall’utilizzo prolungato dei cellulari e la nostra sempre più evidente incapacità di fare a meno di questi tascabili compagni di strada, ad averla vinta è sempre la seconda.

Le buone abitudini, però, si apprendono da piccoli; allora, pur non esistendo nel nostro Paese norme simili a quelle imposte dal governo belga, perché non regalare ai nostri figli bambole o macchinine, incoraggiandoli ad utilizzare i loro giochi insieme ad altri bambini, invece di farli divertire ad essere adulti in miniatura, che si muovono sempre in compagnia del loro telefonino giocattolo? Dalla finzione alla realtà, lo sappiamo, il passo è breve.

Francesca Di Giorgio

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