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Obesità: Svezia, l’apparecchio-spia che controlla come mangiamo

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Se pensate che mangiando a tavola da soli possiate sfuggire alla vista di occhi indiscreti che controllano come e quanto cibo passa dal piatto alla vostra bocca vi sbagliate di grosso. L’Istituto Karolinska di Stoccolma ha infatti messo a punto un apparecchio per misurare la velocità con cui si mangia in modo da controllare meglio l’alimentazione e quindi combattere l’obesità.

La macchina, presentata in un studio pubblicato sul British Medical Journal, parte dal presupposto che mangiare troppo velocemente favorisce il sovrappeso e riduce i risultati positivi delle diete. In realtà si tratta di un disco che viene posizionato sotto il piatto e permette di visualizzare sullo schermo di un computer il peso del cibo, il tempo che viene impiegato per terminare il pasto e persino il livello di sazietà che si è raggiunto. In questo modo si ottiene un grafico, che a sua volta viene comparato alla curva ideale creata di volta in volta dal medico su misura per ogni paziente. Alla fine del pasto uno voce proveniente dall’apparecchio valuta come ci si è comportati durante il pasto, evidenziando in particolare la velocità con cui si è consumato il cibo.

Ma c’è dell’altro. Pare che lo strumento non solo possa servire da misuratore per i nostri comportamenti alimentari, ma possa anche fungere da deterrente contro le cattive abitudini alimentari. I ricercatori della clinica dell’obesità dell’ospedale pediatrico di Bristol, diretti dal dottor Julian Hamilton-Shield, hanno infatti studiato l’impatto di questo strumento su 106 ragazzi dai 9 ai 17 anni. I giovani sono stati messi a confronto con un altro gruppo di coetanei che però non usava l’apparecchio. Entrambi i gruppi erano in sovrappeso, e gli studiosi li hanno incoraggiati a migliorare la loro alimentazione e a praticare sport.

E sapete cosa è successo? Con il passar del tempo i ragazzi che usavano il misuratore non solo hanno finito per mangiare porzioni più piccole, ma anche per ridurre la velocità di assunzione del pasto di quasi l’11%, con una buona riduzione del grasso corporeo. I ragazzi che non utilizzavano l’apparecchio invece pur avendo adottato misure tradizionali per tenere sotto controllo il peso, hanno ottenuto miglioramenti di minore entità. Per i ricercatori si tratta della prova evidente che lo strumento può essere utile per migliorare i risultati di chi vuole dimagrire senza ricorrere ai farmaci.

Apparecchio o meno, quello che salta all’occhio è che questo studio conferma quanto sapevamo già: mangiare lentamente fa ingrassare meno. Infatti quando si mangia lentamente, masticando a lungo e assaporando i cibi, i recettori del cervello (neurotrasmettitori) riescono a percepire immediatamente il riempimento dello stomaco, così da inviare il segnale di sazietà al cervello, spingendo a mangiare meno.

Al contrario, quando si mangia velocemente, il segnale dello stomaco pieno non arriva subito al cervello e tendiamo a continuare a riempirlo anche più del dovuto. Insomma quando mangiamo ciò che conta non è solo la qualità e la quantità del cibo che ingeriamo ma anche le modalità cui lo facciamo. Quindi senza arrivare a dover nascondere nel nostro piatto una spia che ci ricordi “come e quanto mangiare” basterebbe ricordarsi sempre di mangiare con calma e di godersi – per quanto possibile – i pasti in tranquillità. La salute ne trarrà sicuramente beneficio.

Rosamaria Freda

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