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Maitake, il fungo che danza contro i tumori

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Spesso succede che laddove non arriva la scienza, ci pensa la natura. È questo il caso del maitake, un fungo molto diffuso in Cina e in Giappone che, secondo un gruppo di studiosi americani, sarebbe in grado di ridurre del 75% la crescita delle cellule tumorali.

Altro che farmaci miracolosi, stavolta è proprio la natura a fornirci un grande alleato della lotta contro il cancro.

Secondo una ricerca elaborata da un team di studiosi del Dipartimento di urologia de Urologia del New York Medical College (Stati Uniti), e pubblicata recentemente sul British Journal of Urology, il maitake, conosciuto in Italia con il nome scientifico di “grifola frondosa“, non solo sarebbe in grado di ridurre notevolmente la crescita delle cellule tumorali dei malati di cancro alla prostata e alla vescica, ma anche di abbassare di due terzi il rischio di sviluppare un cancro al seno. Insomma: un vero regalo della natura.

Per sfruttare al massimo le sue proprietà terapeutiche, spiegano i ricercatori, il maitake viene miscelato con gli interferoni, proteine usate per rinforzare il sistema immunitario. In questo modo viene creata una combinazione vincente in grado di attivare un enzima che controlla la crescita delle cellule tumorali e di bloccare la diffusione del tumore. “Questa sinergia è molto significativa“, afferma Sensuke Konno, responsabile del Dipartimento. “Grazie ai funghi – continua – non solo migliora l’efficacia del trattamento, ma migliora anche la qualità della vita dei pazienti perché si può ridurre la dose dei farmaci convenzionali in modo significativo“.

Ma il maitake è sotto la lente di ingrandimento della scienza moderna già da tempo. Già nel 2006 l’attenzione dei ricercatori si era concentrata su una particolare componente del fungo, detta D-Fraction (Frazione D), ritenuta così efficace nel potenziare il sistema immunitario da essere stata inclusa nella Fase II di uno studio clinico ufficiale della FDA americana (Food and Drug Administration) per il trattamento del cancro alla prostata, alla mammella, per le malattie degenerative in genere, HIV compreso. E’ stata inoltre testato il suo utilizzo nella normalizzazione del metabolismo glucidico e lipidico e della pressione sanguigna. Ma non è tutto. Sembra infatti che la D-Fraction sia efficace anche nel contrastare gli effetti collaterali connessi alla chemioteparia, riducendo il dolore, la caduta dei capelli e la nausea.

Ma veniamo a qualche curiosità sul maitake. Secondo la tradizione giapponese il suo nome, che in italiano vuol dire “fungo danzante”, dipenderebbe dal suo corpo frondoso che, mosso dal vento, sembra muoversi a passo di danza. Un’altra leggenda popolare invece vuole che questa definizione derivi dai passi di danza improvvisati dai raccoglitori felici di averlo trovato.

Non è solo l’Asia però la patria di questo fungo. Può essere infatti raccolto anche in Italia, in particolare sull’Appennino tosco-emiliano e sulle pre-Alpi marittime piemontesi dove, in autunno, cresce sui ceppi o ai piedi dei tronchi dei castagni e delle querce. Quanto all’aspetto culinario, se vi dovesse esser venuto il desiderio di assaggiarlo, sappiate che il suo sapore si avvicina molto a quello della nocciola, che ha una piacevole consistenza callosa e che, dopo averlo bollito, il miglior modo per conservarlo è sott’olio.

Rosamaria Freda

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