Una nuova analisi condotta dall’Imperial College di Londra e pubblicata sulla rivista The Lancet ha valutato l’altezza e il peso dei bambini e degli adolescenti in età scolare in tutto il mondo, scoprendo che esiste una differenza di 20 cm tra i 19enni nelle popolazioni più alte (Paesi Bassi) e quelli delle popolazioni più basse (Guatemala e Bangladesh), con un divario di crescita davvero considerevole. Ma per quali ragioni?
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Il ruolo chiave dell’alimentazione infantile
Il team di ricercatori ha sostenuto che un’alimentazione infantile altamente variabile, e in particolare la mancanza di cibo di qualità, può portare a una crescita stentata e a un aumento dell’obesità infantile, con conseguenze per la salute e il benessere del bambino per tutta la vita. Questo effetto è particolarmente evidente nei paesi a basso e medio reddito, dove l’accesso a nutrienti fondamentali come proteine, vitamine e sali minerali può essere limitato, soprattutto dopo i primi anni di vita.
Nei paesi più sviluppati, invece, l’abbondanza di cibo non significa automaticamente crescita sana. La diffusione di alimenti ultra-processati, ricchi di zuccheri e grassi, può condurre a un eccessivo aumento di peso, che non sempre corrisponde a uno sviluppo equilibrato. In entrambi i casi – malnutrizione da carenza o da eccesso – la dieta gioca un ruolo determinante nello sviluppo fisico e cognitivo dei bambini.
Le differenze di altezza e peso tra le nazioni
Lo studio ha anche valutato l’indice di massa corporea (IMC) dei bambini – una misura del rapporto tra altezza e peso, che dà un’indicazione se una persona ha un peso sano per la sua altezza. L’analisi ha rilevato che i ragazzi di 19 anni con il più elevato IMC sono stati rilevati nelle isole del Pacifico, in Medio Oriente, negli Stati Uniti e in Nuova Zelanda. L’IMC dei diciannovenni era più basso nei paesi dell’Asia meridionale come l’India e il Bangladesh. La differenza tra l’IMC più leggero e quello più pesante nello studio era di circa 9 unità di IMC (equivalente a circa 25 kg di peso).
Questo divario sottolinea come l’ambiente, il reddito, l’accesso all’istruzione e le politiche alimentari influenzino in modo sostanziale lo stato nutrizionale della popolazione giovanile. In particolare, le regioni con minore crescita in altezza tendono ad avere anche un IMC inferiore alla media, segno che la malnutrizione cronica limita non solo lo sviluppo verticale ma anche quello della massa muscolare e ossea.
Le “finestre di opportunità” per la crescita
Complessivamente, gli studiosi hanno evidenziato che le differenze tendono a rallentare e ad accelerare con il passare degli anni. In particolar modo, i bambini in alcuni Paesi crescono sani fino a cinque anni, ma rimangono indietro nei successivi scolastici, dimostrando che c’è uno squilibrio tra gli investimenti per migliorare la nutrizione nei bambini in età prescolare e nei bambini e negli adolescenti in età scolare.
Questa osservazione è fondamentale, perché spesso gli sforzi per combattere la malnutrizione si concentrano nei primi mille giorni di vita – dalla gravidanza ai primi due anni – trascurando il fatto che l’adolescenza è un’altra fase cruciale per la crescita. È proprio in questi anni che il corpo accelera la sua maturazione e, se supportato da una dieta adeguata, può ancora colmare parte delle carenze pregresse. Al contrario, una cattiva alimentazione in adolescenza rischia di consolidare ritardi nello sviluppo che diventano poi difficili da correggere in età adulta.
Effetti della pandemia di COVID-19 sulla nutrizione infantile
Questo aspetto è particolarmente importante durante la pandemia COVID-19, quando le scuole sono chiuse in tutto il mondo e molte famiglie povere non sono in grado di fornire un’alimentazione adeguata ai loro figli – affermano ancora gli autori. Le mense scolastiche rappresentano per milioni di bambini una fonte essenziale di pasti nutrienti. La loro sospensione, in combinazione con la perdita di lavoro dei genitori e la difficoltà di accesso ai mercati locali, ha aumentato il rischio di denutrizione nei Paesi a medio e basso reddito.
Secondo i dati aggiornati dell’UNICEF, nel 2023 oltre 45 milioni di bambini sotto i 5 anni soffrivano di deperimento acuto, mentre quasi 150 milioni erano affetti da ritardo della crescita. Anche nei Paesi occidentali, la crisi economica post-pandemica ha inciso sulle scelte alimentari delle famiglie, con una crescente dipendenza da cibi a basso costo ma scarsa qualità nutrizionale.
Strategie globali per una crescita equa
Gli esperti sottolineano la necessità di politiche globali più inclusive per garantire un’alimentazione di qualità a bambini e adolescenti. Questo include:
- Programmi scolastici che prevedano pasti gratuiti e bilanciati.
- Educazione alimentare rivolta a genitori e studenti.
- Incentivi economici per rendere frutta, verdura, legumi e proteine accessibili a tutte le fasce sociali.
- Supporto nutrizionale anche nella fascia adolescenziale, non solo nei primi anni di vita.
Nel 2022, l’FAO e l’OMS hanno lanciato nuove linee guida per integrare la nutrizione infantile nei programmi scolastici in almeno 50 Paesi entro il 2030. L’obiettivo è garantire una crescita sana ed equa per tutti, a prescindere dal contesto geografico o socioeconomico.
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Lo studio dell’Imperial College di Londra mostra con chiarezza che alimentazione e altezza sono strettamente correlate, e che lo sviluppo fisico non dipende solo dalla genetica, ma anche (e soprattutto) dall’ambiente nutrizionale. Investire nella salute alimentare dei bambini – non solo nei primi anni ma anche durante l’adolescenza – è fondamentale per contrastare le disuguaglianze di crescita e costruire un futuro più sano per le prossime generazioni.