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Cellule staminali embrionali: continuano negli Usa i test

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Shepherd Center, Atlanta, Usa: è qui che si trova la persona che per prima è stata sottoposta alla cura delle cellule staminali embrionali.

Un incidente alla spina dorsale due settimane fa, il miracolo, probabilmente, oggi grazie all’autorizzazione della Food and Drug Administration – l’ente governativo che regola la ricerca medica e l’uso dei farmaci – alla sperimentazione della terapia da parte della Geron, l’azienda americana di biotecnologie.

Il procedimento? Milioni di cellule sono state iniettate nel punto della lesione e programmate per modificarsi negli “oligodendrociti“, che sono i responsabili della trasmissione dei segnali tra i neuroni. Il tutto per formare nuova “mielina“, ossia la guaina con la quale i neuroni fanno viaggiare le informazioni.

Anche in questo caso, un po’ come è accaduto per la Legge 40 e il rinvio alla Consulta della norma sulla fecondazione eterologa, non si risparmiano polemiche, non si accantonano scetticismi di ogni sorta. E il motivo è uno e uno solo: l’uso delle cellule staminali embrionali prevede l’abbattimento di embrioni. Ergo, la distruzione di potenziali vite umane.

Fatto sta che d’ora in poi le sperimentazioni prenderanno il via non solo nella clinica di Atlanta, ma anche in altre sei strutture.

Germana Carillo

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di Wellme.it per tre anni, scrive per Greenme.it da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania.