pillole dimagranti

Stop alla sibutramina. E il Codacons: “Più chiarezza”

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Stop alla sibutramina. Il noto principio attivo, presente nei farmaci dimagranti è stato messo al bando dall’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco. L’accusa? Secondo l’Aifa tale sostanza incrementa la possibilità di ictus ed infarti nei soggetti già affetti da patologie cardiovascolari.

“Il provvedimento si è reso necessario a seguito della valutazione del Comitato per i medicinali per uso umano, CHMP, afferente all’Autorità Europea dei Farmaci, l’EMEA, che ha riscontato un rapporto rischio-beneficio sfavorevole”. Questa è quanto recita la nota diffusa dall’Agenzia per motivare la propria decisione.

Ma l’Abbott, ossia la casa farmaceutica produttrice del farmaco, nonostante la disponibilità iniziale a favorire il ritiro delle pillole, in un secondo tempo ha mostrato la propria contrarietà nei confronti della decisione dell’Aifa. La motivazione? Il ritiro della sibutramina impedirebbe a diversi pazienti “di usufruire dei sicuri benefici dall’utilizzo dei medicinali oramai boicottati”.

Poco convincente la replica dell’Abbott, anche secondo il parere dei medici, per i quali le pillole dimagranti hanno una scarsa efficacia a lungo termine, non assicurando un matenimento del peso raggiunto in maniera così repentina. Meglio una dieta sana e un po’ di moto, suggeriscono, che oltre ad eliminare i chili di troppo, fanno bene anche alla salute.

A favore di una maggiore chiarezza sui farmaci e sui loro effetti collaterali è sceso in campo anche il Codacons. Il presidente Carlo Renzi, ha invitato infatti l’Aifa a “rendere pubblici i nomi dei farmaci vietati venduti in Italia e di avviare una campagna informativa per mettere al corrente i cittadini dei rischi connessi all’assunzione dei medicinali vietati, al fine di tutelare i soggetti obesi in cura con sibutramina”.

Francesca Mancuso

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Giornalista pubblicista specializzata in Editoria, Comunicazione Multimediale e Giornalismo. Nel 2011 ha vinto il Premio Caro Direttore e nel 2013 ha vinto il premio Giornalisti nell’Erba grazie all’intervista a Luca Parmitano.