Rene artificiale, un traguardo che a poco a poco si avvicina. La cura delle malattie renali croniche, che necessitino di dialisi e di trapianto, potrebbe giungere ad una importante svolta nel corso dei prossimi ann. Grazie al progresso scientifico, ci si avvicina passo dopo passo alla possibilità di creare nuovi reni in laboratorio.
È dello scorso ottobre la notizia relativa ad una nuova tecnica che aprirà la strada a tecnologie che consentiranno di produrre nefroni umani dalle cellule staminali del paziente stesso. Ora, grazie ad una recente sperimentazione, la possibilità di creare nuovi reni in laboratorio inizia a concretizzarsi.
Al momento, alcuni ricercatori sono giunti a creare un rene in grado di svolgere le proprie funzioni principali: filtrare sangue e produrre urina. Il suo funzionamento è già verificato in laboratorio su modello animale. La sua creazione è avvenuta grazie ad una innovativa tecnica messa a punto da parte dei ricercatori di Boston.
Il procedimento utilizzato per la creazione del rene in laboratorio è stato descritto tra le pagine della rivista scientifica Nature Medicine. Trapiantato su animali, il rene funziona e produce urina. La sua funzionalità risulta ridotta rispetto ad un organo naturale, ma pare che i ricercatori si trovino sulla strada giusta per la creazione di un rene artificiale, che pone la propria base sulla medicina rigenerativa.
La nuova sperimentazione offre il vantaggio di poter eliminare gli immuno-soppressori da assumere a vita. C’è la possibilità di impiegare come organi di partenza dei reni inutilizzabili per il trapianto, dai quali ricavare una struttura nella quale integrare le cellule sane del paziente, dopo aver eliminato tutte le cellule malfunzionanti.
Gli esperti dovranno ora lavorare per migliorare la funzionalità del rene creato in laboratorio e di accertare la costanza della stessa anche sul lungo periodo. La maggiore sfida sarà costituita dal posizionare correttamente all’interno della struttura ottenuta a partire da un rene umano le cellule provenienti dall’organismo dei pazienti. In futuro, l’organo di partenza da ricostruire potrebbe essere rappresentato proprio da uno dei reni dei malati bisognosi di trapianto.