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Pillola anticoncezionale maschile: novità dalla genetica e futuro della contraccezione

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Da decenni si parla della possibilità di una pillola anticoncezionale maschile, che sposti sugli uomini almeno in parte la responsabilità della contraccezione. Fino a oggi, infatti, sono le donne ad assumersi l’onere di gestire la fertilità, tramite pillole, spirali, cerotti o altri metodi ormonali e meccanici. Ma le cose potrebbero cambiare.

Negli ultimi anni, diversi studi si sono susseguiti nel tentativo di realizzare un contraccettivo orale maschile sicuro, efficace e reversibile. Tuttavia, il percorso si è rivelato più complicato del previsto. Uno dei principali ostacoli è la difficoltà di interferire con la produzione spermatica senza alterare altri importanti aspetti della salute maschile, come i livelli di testosterone.

Dalla via ormonale a quella genetica

Fino a poco tempo fa, le ricerche si erano concentrate soprattutto su approcci di tipo ormonale, analoghi a quelli utilizzati per la pillola femminile, agendo sul testosterone. Tuttavia, interferire con questo ormone può avere conseguenze collaterali, poiché il testosterone non regola solo la fertilità ma anche numerosi altri processi fisiologici.

Per superare questi limiti, i ricercatori guidati da Lee Smith dell’Università di Edimburgo hanno intrapreso una strada innovativa: agire a livello genetico. Lo studio ha individuato un gene cruciale nelle fasi finali della maturazione degli spermatozoi: Katnal1. Interferire con questo gene ha prodotto, nei test condotti sugli animali, una sterilità temporanea senza effetti collaterali rilevanti sull’organismo generale.

Il gene Katnal1: una nuova frontiera per il contraccettivo maschile

Il gene Katnal1 controlla un processo fondamentale per la maturazione degli spermatozoi. Alterandone l’attività, è possibile impedire agli spermatozoi di svilupparsi correttamente, senza intervenire sulla produzione del testosterone o sulle sue funzioni sistemiche. Come riportato dagli studiosi,

“i ricercatori guidati da Lee Smith dell’Università di Edimburgo stanno provando ad inibire un gene fondamentale nelle ultime fasi della maturazione degli spermatozoi, definito Katnal1”.

Finora i risultati sono promettenti: la sterilità indotta è stata reversibile e senza danni permanenti, un requisito fondamentale per qualsiasi pillola anticoncezionale, soprattutto in un contesto maschile in cui la sperimentazione è ancora agli albori. I tentativi precedenti, infatti, avevano portato a effetti collaterali importanti legati all’inibizione del testosterone.

Pillola maschile: verso un nuovo equilibrio nella coppia

Questa nuova frontiera apre scenari interessanti. Se la sperimentazione proseguisse con successo, si potrebbe finalmente avere un anticoncezionale maschile reversibile, in grado di dare alla coppia una vera parità nella gestione della fertilità.

Come affermato nello studio:

“Questa notizia quindi fa sperare che si sia trovata la strada giusta da seguire per dare definitivamente l’avvio alla contraccezione maschile grazie ad una pillola che possa gestire l’attività del gene o della proteina coinvolta ottenendo quindi la sterilità momentanea.”

Un passo potenzialmente rivoluzionario, perché ridistribuirebbe in modo più equo la responsabilità del controllo delle nascite, liberando la donna da un carico spesso considerato inevitabile.

La pillola è ancora poco usata, anche tra le donne

È interessante notare che, nonostante la pillola femminile esista da decenni, la sua diffusione non è così ampia come ci si potrebbe aspettare. A livello globale, solo l’8,8% delle coppie utilizza la pillola come metodo contraccettivo. La percentuale sale al 21,4% in Europa, ma l’Italia resta sotto la media con appena il 16,2%.

Tra le cause di questa scarsa diffusione ci sono gli effetti collaterali percepiti, la riluttanza a utilizzare farmaci in assenza di patologie e una certa disinformazione. La situazione suggerisce che anche la futura pillola maschile potrebbe incontrare resistenze, culturali e pratiche.

Pillolo maschile: scetticismo o accettazione?

Una delle domande che ci si pone ora è se l’eventuale arrivo del contraccettivo maschile sarà accolto con entusiasmo o scetticismo. Le donne saranno pronte a “delegare” la contraccezione ai partner? Gli uomini saranno disposti ad assumere una pillola ogni giorno per evitare gravidanze?

L’articolo riflette:

“Lo scetticismo su questa modalità anticoncezionale continuerà anche quando si estenderà il suo utilizzo agli uomini oppure le donne spingeranno i propri partner a prendere quotidianamente la pillolina per evitare le gravidanze?”

È difficile prevedere la risposta dei consumatori, ma tutto dipenderà dall’efficacia, dalla sicurezza e dalla facilità d’uso della pillola maschile. Come avvenuto per la pillola femminile, sarà necessario un percorso culturale di accettazione e normalizzazione.

LEGGI ANCHE: GUIDA ALLA CONTRACCEZIONE

Nuovi sviluppi: dove siamo oggi?

Dal 2011 a oggi sono stati fatti passi avanti. Studi recenti pubblicati su riviste come Nature Communications e Science Translational Medicine hanno presentato nuove molecole non ormonali che riducono la motilità degli spermatozoi in poche ore, con effetto temporaneo. Alcuni prototipi hanno superato con successo i test sugli animali, e le prime sperimentazioni sull’uomo sono in corso o programmate per il 2025.

Tra le opzioni più promettenti:

  • Farmaci non ormonali che inibiscono specifiche proteine essenziali per la fertilità maschile
  • Contraccettivi “on-demand” da assumere prima dei rapporti sessuali
  • Pillole reversibili con effetti entro 24 ore dalla sospensione

Il vantaggio di questi approcci è l’assenza di effetti collaterali sistemici, rendendoli molto più appetibili rispetto ai tentativi ormonali del passato.

Educazione e fiducia: i pilastri per il successo

Oltre alla ricerca scientifica, sarà fondamentale lavorare sulla fiducia tra i partner. La contraccezione maschile non può funzionare senza una comunicazione aperta e consapevole nella coppia. Occorre inoltre investire nell’educazione sessuale, per superare stereotipi e pregiudizi ancora radicati, e per far comprendere che la contraccezione è una responsabilità condivisa.

Come sottolineato nell’articolo originale, resta fondamentale osservare la reazione del pubblico:

“Intanto aspettiamo la messa a punto del farmaco e poi valuteremo come reagiranno i consumatori a questo nuovo prodotto.”

La strada è aperta, ma non ancora percorsa

La pillola anticoncezionale maschile non è più solo una chimera. La ricerca scientifica ha identificato percorsi innovativi e promettenti, sia genetici che farmacologici, che potrebbero finalmente portare alla sua introduzione sul mercato. Ma affinché questa novità abbia successo, serviranno informazione, cultura e un cambio di mentalità collettivo.

Nel frattempo, è importante conoscere e valutare tutte le opzioni contraccettive disponibili, per costruire relazioni più consapevoli e libere da disuguaglianze.

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