Ogni giorno una nuova sul caffè. La notizia di oggi è che la caffeina potrebbe peggiorare i sintomi di chi soffre di diabete di tipo 2 o addirittura provocarlo nei soggetti predisposti.
Indice
Lo studio della Duke University
Per la ricerca, condotta da James Lane della Duke University e pubblicata sul Journal of Caffeine Research, sono stati analizzati diversi studi precedenti sull’argomento dimostrando che la caffeina aumenta la resistenza all’insulina negli adulti sani, mentre in chi già è affetto da diabete di tipo 2 aumenta il livello di zucchero nel sangue, soprattutto dopo pasti ricchi di carboidrati, e pregiudica le terapie per controllare il glucosio.
“Più di 220 milioni di persone nel mondo hanno il diabete e il legame con il consumo di caffeina è fondamentale, visto che l’80 per cento della popolazione mondiale consuma bevande con questa sostanza ogni giorno”.
Caffeina e insulina: cosa succede nel corpo
La caffeina è una sostanza stimolante presente nel caffè, nel tè, nelle bevande energetiche e in alcuni farmaci. Quando viene assunta, agisce sul sistema nervoso centrale migliorando l’attenzione e la vigilanza. Tuttavia, nei soggetti diabetici o predisposti, questa stimolazione può avere effetti controproducenti.
Studi recenti indicano che la caffeina può interferire con l’azione dell’insulina, rendendo più difficile per le cellule assorbire il glucosio nel sangue. Questo può comportare un aumento temporaneo della glicemia, che nei soggetti con diabete di tipo 2 può aggravare la condizione e rendere meno efficaci i farmaci ipoglicemizzanti.
I numeri del diabete
Secondo i dati aggiornati dell’International Diabetes Federation (IDF), nel 2025 sono oltre 530 milioni le persone al mondo con diabete, la maggior parte delle quali affette da diabete di tipo 2. Si tratta di una patologia cronica in costante crescita, correlata a fattori genetici ma anche ambientali, come la dieta, la sedentarietà e lo stress.
Nel contesto di questa epidemia globale, è fondamentale analizzare ogni potenziale fattore di rischio. E il consumo quotidiano di caffeina, spesso sottovalutato, potrebbe giocare un ruolo significativo.
Bevande con caffeina e metabolismo del glucosio
Non solo caffè: molte bevande consumate quotidianamente contengono dosi elevate di caffeina. Tra queste troviamo tè neri e verdi, bevande energetiche, cola e persino alcuni integratori. In una dieta già ricca di zuccheri semplici o ad alto indice glicemico, l’aggiunta della caffeina può compromettere ulteriormente la risposta insulinica del corpo.
Alcuni studi condotti tra il 2018 e il 2023 hanno dimostrato che il consumo abituale di caffeina prima o dopo un pasto ad alto contenuto di carboidrati può provocare picchi glicemici significativi, rendendo più difficile il controllo della glicemia nei pazienti diabetici.
Ma è tutta colpa della caffeina?
È importante distinguere tra gli effetti della caffeina pura e quelli di altre sostanze contenute nelle bevande che la includono. Per esempio, il caffè contiene anche polifenoli e antiossidanti che possono avere un effetto protettivo sul metabolismo. Alcuni studi hanno persino suggerito che il consumo moderato di caffè possa ridurre il rischio di sviluppare diabete di tipo 2 in soggetti sani.
Tuttavia, la ricerca di James Lane sottolinea che nei soggetti già affetti da diabete o con una predisposizione genetica, l’effetto diretto della caffeina sull’insulino-resistenza può superare eventuali benefici derivanti da altri composti presenti nella bevanda.
Strategie per chi non vuole rinunciare al caffè
Molti pazienti diabetici si chiedono se debbano rinunciare completamente al caffè. La risposta è: non necessariamente. La chiave è il consumo moderato e consapevole. Ecco alcuni consigli utili:
- Preferire il caffè decaffeinato, che conserva parte degli antiossidanti benefici senza l’effetto stimolante della caffeina.
- Limitare il consumo a 1-2 tazze al giorno, evitando caffè zuccherato o bevande contenenti panna e aromi artificiali.
- Monitorare la glicemia prima e dopo il consumo di caffeina per valutare l’effetto personale sulla curva glicemica.
- Consultare il proprio diabetologo per adattare la terapia o il piano alimentare, se necessario.
Ruolo della sensibilità individuale
Non tutte le persone reagiscono allo stesso modo alla caffeina. Alcuni soggetti metabolizzano la sostanza più velocemente, mentre altri impiegano più tempo per eliminarla dall’organismo. Questa variabilità genetica può influenzare l’impatto sul glucosio e sulla risposta insulinica.
Negli ultimi anni si sono diffusi anche i test genetici personalizzati, che permettono di valutare la sensibilità alla caffeina e aiutano a personalizzare l’alimentazione in funzione del profilo individuale. Sebbene non siano ancora di uso comune, questi strumenti potrebbero diventare sempre più diffusi nella prevenzione del diabete.
Leggi anche: 7 miti da sfatare sulla caffeina
Attenzione ma senza allarmismi
In conclusione, sebbene la caffeina possa peggiorare i sintomi del diabete di tipo 2 in alcuni soggetti, non bisogna demonizzare automaticamente il caffè o le bevande contenenti questa sostanza. Come spesso accade in ambito nutrizionale, è la quantità e il contesto individuale a fare la differenza.
Il messaggio è chiaro: chi soffre di diabete o presenta fattori di rischio dovrebbe prestare attenzione all’assunzione di caffeina, valutando con il proprio medico eventuali effetti negativi e monitorando regolarmente i livelli di glicemia. Una dieta equilibrata, attività fisica regolare e controlli periodici rimangono i pilastri fondamentali per vivere bene anche con il diabete.