Perdere i capelli molto presto, già intorno ai 20 anni, può essere fonte di disagio estetico, ma secondo diversi studi scientifici potrebbe anche rappresentare un campanello d’allarme per la salute maschile. In particolare, alcune ricerche hanno evidenziato un possibile legame tra calvizie precoce e maggiore rischio di cancro alla prostata negli anni successivi.
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La scoperta del legame tra calvizie e cancro alla prostata
Già nel 2011, uno studio condotto dall’Università francese Paris Descartes e pubblicato sulla rivista Annals of Oncology aveva sollevato l’attenzione su questo possibile collegamento. I ricercatori, guidati dal professor Philippe Giraud, avevano osservato che gli uomini che soffrivano di alopecia androgenetica prima dei 30 anni presentavano un rischio doppio di sviluppare tumore alla prostata rispetto a chi iniziava a perdere i capelli più tardi nella vita.
La ricerca aveva coinvolto 388 pazienti affetti da cancro alla prostata e 281 uomini sani. Analizzando le loro condizioni, gli studiosi notarono che la caduta precoce dei capelli era associata a un’eccessiva conversione del testosterone in diidrotestosterone (DHT), un androgeno che – in alte concentrazioni – risulta tossico per i follicoli piliferi e potenzialmente correlato allo sviluppo della malattia prostatica.
“Abbiamo bisogno di un modo di identificare quegli uomini che sono ad alto rischio di sviluppare la malattia e che potrebbero essere oggetto di screening e candidabili anche a una chemioterapia di prevenzione che utilizzi farmaci anti-androgeni come la finasteride”.
Nuove ricerche e aggiornamenti dopo il 2011
Negli ultimi anni, diversi studi internazionali hanno approfondito il possibile legame tra calvizie e cancro alla prostata, con risultati talvolta contrastanti. Alcune ricerche più recenti, come quella pubblicata nel 2016 sul Journal of Clinical Oncology, hanno confermato una lieve associazione tra alopecia androgenetica fronto-parietale precoce e forme più aggressive di tumore alla prostata. Tuttavia, altre analisi condotte dopo il 2020, tra cui una revisione sistematica della National Institutes of Health (NIH), non hanno riscontrato correlazioni statisticamente significative.
In altre parole, la scienza non ha ancora raggiunto un consenso definitivo. È probabile che la calvizie precoce non rappresenti una causa diretta del tumore, ma piuttosto un indicatore biologico di una maggiore attività ormonale androgenica, che a sua volta può influenzare il rischio di sviluppare determinate patologie, inclusa quella prostatica.
Il ruolo del DHT e degli ormoni maschili
Il diidrotestosterone (DHT) è una forma attiva del testosterone che svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo delle caratteristiche maschili. Tuttavia, un’eccessiva presenza di DHT può influenzare negativamente sia la salute dei capelli sia quella della prostata.
Negli uomini geneticamente predisposti, il DHT si lega ai recettori presenti nei follicoli piliferi, causando il progressivo assottigliamento dei capelli fino alla loro caduta. Lo stesso ormone agisce anche a livello della prostata, stimolandone la crescita. È per questo motivo che farmaci come la finasteride o la dutasteride vengono utilizzati sia per contrastare la calvizie androgenetica sia per trattare l’ipertrofia prostatica benigna.
Calvizie precoce come possibile segnale da non ignorare
Nonostante non ci sia ancora una prova scientifica definitiva, la caduta precoce dei capelli può comunque rappresentare un indizio utile per monitorare lo stato di salute ormonale maschile. Gli esperti consigliano agli uomini che notano un diradamento significativo già in giovane età di:
- effettuare controlli periodici dal dermatologo e dall’urologo;
- monitorare i livelli di testosterone e DHT con esami del sangue mirati;
- adottare uno stile di vita sano (alimentazione equilibrata, attività fisica, riduzione di alcol e fumo);
- prestare attenzione ai sintomi urinari che potrebbero indicare un problema prostatico.
La prevenzione resta la chiave
Il tumore alla prostata è oggi una delle neoplasie più diffuse tra gli uomini, ma anche una delle più curabili se diagnosticata precocemente. L’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) e l’Istituto Superiore di Sanità consigliano di iniziare i controlli urologici periodici già dopo i 40 anni, soprattutto se si hanno fattori di rischio come familiarità, dieta ricca di grassi animali o livelli ormonali elevati.
La prevenzione passa anche attraverso scelte quotidiane consapevoli: mantenere un peso corporeo sano, limitare il consumo di carne rossa e alcol, aumentare l’assunzione di frutta, verdura e legumi e praticare regolarmente attività fisica possono ridurre significativamente il rischio di sviluppare patologie prostatiche.
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La calvizie precoce non deve essere motivo di allarme immediato, ma può essere considerata un segnale utile per prestare maggiore attenzione alla salute maschile. Anche se la ricerca scientifica continua a indagare il legame tra perdita dei capelli e cancro alla prostata, mantenere uno stile di vita equilibrato e sottoporsi a controlli regolari resta la miglior strategia di prevenzione.
In definitiva, più che temere la calvizie, è importante imparare ad ascoltare il proprio corpo e intervenire tempestivamente quando si manifestano cambiamenti significativi, anche estetici, che potrebbero riflettere squilibri interni.