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5 cose da sapere sulla salute del nostro cervello

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Negli ultimi anni la ricerca ha fatto passi da gigante, ha trovato il modo per curare malattie difficili da debellare e ha anche iniziato a studiare il cervello umano in modo più approfondito rispetto al passato, scoprendo che il cervello influenza lo stato della nostra salute e, allo stesso tempo, i nostri comportamenti influenzano la salute del nostro cervello.

Fino a pochi anni fa gli esperti erano convinti che dopo l’infanzia con il passare del tempo la salute del nostro cervello andasse man mano peggiorando, al contrario le nuove ricerche hanno dimostrato che con il passare degli anni lo stato del nostro cervello non deve per forza peggiorare, ma può addirittura migliorare. La ricerca ha infatti dimostrato che lo stato di salute del nostro cervello non dipende dalla nostra età, ma dalle attività che ogni giorno svolgiamo.

Ciò che conta è tenere sempre in allenamento il proprio cervello, non fermarsi mai e dedicarsi ad attività impegnative come imparare una lingua straniera, per mettere in moto il nucleo basale, ossia quel meccanismo che definisce la forma fisica del nostro cervello: la neuroplasticità.

La salute del nostro cervello può essere influenzata positivamente o negativamente da diversi fattori, passiamoli brevemente in rassegna…

Lo stress cronico: Il professor Howard Fillit, specialista in geriatria e medicina, medico della New York’s Mount Sinai School of Medicine e direttore esecutivo della Alzheimer’s Drug Discovery Foundation afferma che ogni giorno un individuo è sottoposto a decine di situazioni stressanti ed ogni individuo reagisce in modo diverso, c’è chi sorvola, ma anche chi finisce per innervosirsi ulteriormente e fa sì che il proprio stress diventi cronico.

Spesso lo si sottovaluta, ma lo stress cronico è dannoso per la nostra salute, può causare danni alla memoria e addirittura problemi di tipo cognitivo, nei casi peggiori può portare all’Alzheimer e all’invecchiamento precoce.

Conferma la teoria del professor Fillit anche Roberta Lee, vicepresidente del Department of Integrative Medicine at Beth Israel Medical Center e autrice del libro The Superstress Solution (Random House, 2010), la quale afferma che tutte le persone che hanno o stanno iniziando ad avere problemi di Alzheimer nella loro vita sono stati particolarmente stressati.

Tutto questo come si può spiegare? La risposta arriva da una ricerca condotta dalla University of California di San Francisco: lo stress cronico causa il restringimento dell’ippocampo e di conseguenza la progressiva perdita della memoria.

Per evitare di incorrere in questo tipo di problemi, la Dottoressa Lee suggerisce di prendersi cinque minuti al giorno in cui non fare assolutamente nulla e godersi il più totale riposo. Tra le altre raccomandazioni della Dottoressa Lee ci sono quella di non saltare mai la colazione, assumere quotidianamente verdure, cereali integrali e tutti gli alimenti ricchi di proteine.

La meditazione cabla il cervello: la meditazione come le altre forme di rilassamento, non solo è in grado di cambiare il nostro stato d’animo nell’immediato, ma nel tempo è addirittura capace di alterare la struttura del nostro cervello. Come dimostrano gli studi condotti dal neuropsicologo Rick Hanson, co-fondatore del Wellspring Institute for Neuroscience and Contemplative Wisdom, un elevato numero di attività rilassanti come: psicoterapia, meditazione e yoga, dona immediatamente serenità e con il passare del tempo aiuta ad affrontare meglio i momenti più difficili e a fronteggiare le situazioni particolarmente stressanti (talvolta previene dallo stress).

Il cervello impara facendo: questa affermazione potrebbe sembrare un po’ ambigua, ma se ci pensiamo non c’è niente di più vero. Per imparare una nuova cosa talvolta non basta una semplice spiegazione, ma tutto diventa più semplice se vediamo qualcuno che si sta apprestando a fare ciò che vogliamo fare noi e iniziamo ad imitarlo. Questo perché nel cervello umano esistono dei “neuroni specchio” che si “accendono” quando vedono un’azione famigliare. Giacomo Rizzolatti e i suoi colleghi del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Parma, hanno studiato il cervello dei macachi osservandoli in diverse situazioni e hanno notato che quando un ricercatore si apprestava a raccogliere una nocciolina, all’interno del cervello delle scimmie si accendeva un sistema di neuroni chiamati a specchio, i quali si attivano alla sola vista di un’azione familiare ed è proprio per questo che quando si è piccoli si riesce ad imparare tutto molto più facilmente.

Le persone di mezza età hanno un cervello migliore: è doveroso sfatare un falso mito. Non è vero che il cervello delle persone di mezza età è in declino, anzi è all’apice della sua condizione! Alla base di questo falso mito c’era la convinzione che l’invecchiamento celebrale fosse causato dalla perdita di neuroni, la nuova tecnologia ha però dimostrato che la maggior parte dei cervelli tende a conservare i neuroni nel tempo, ciò ci fa capire che il cervello non viene indebolito dal passare del tempo, anzi può addirittura risultare potenziato se si seguono i giusti accorgimenti. Il cervello può essere potenziato da alcune sane abitudini: seguire un corretto regime alimentare, fare esercizio fisico, dedicarsi alla meditazione, potenziare i legami sociali, cercare di essere sempre attivi e non “mettere mai a riposo il proprio cervello“.

Il cervello di un adolescente è diverso da quello di un adulto: recenti studi hanno dimostrato che il cervello di un adolescente è un continuo work in progress, si può descrivere come un cantiere in costruzione, ogni giorno si fanno piccoli/grandi progressi ed ogni giorno si avverte un cambiamento graduale. Un teenager ha infatti un cervello costantemente invaso da inondazioni di dopamina neurochimica che gli permettono di crescere e provare nuove sensazioni, aumentano la sensibilità, la capacità di concentrazione, ma anche la voglia di stare in movimento e di essere attivi.

Un adolescente ha un vero e proprio groviglio di emozioni in testa, proprio per questo motivo i genitori devono cercare di essere più comprensivi e capire che questo è un periodo difficile per i propri figli che stanno crescendo e hanno un cervello che sta gettando le basi per diventare adulto.

Italia Imbimbo

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