Se siete tra coloro che hanno sempre pensato che gli uomini abbiano due grandi passioni, ovvero il calcio e l’attrazione fisica, ora potete sentirvi rassicurate: la scienza vi dà ragione.
Secondo un’indagine realizzata da OnePoll.com, l’uomo medio pensa all’intimità almeno 13 volte al giorno. Facendo un rapido calcolo, sono 4.745 pensieri all’anno dedicati all’eros e alla complicità di coppia.
Per le donne, invece, i numeri sono ben diversi: solo 5 pensieri al giorno, circa 1.825 all’anno. Una differenza che continua a incuriosire psicologi, sociologi e neurobiologi.
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Dal pensiero alla realtà: quanta passione si consuma davvero?
La stessa ricerca ha evidenziato un altro dato interessante: la media dei momenti di intimità si attesta intorno a 2 volte a settimana, per un totale di 104 volte l’anno. A sorpresa, però, quasi tre quarti degli intervistati si dicono soddisfatti di questa frequenza.
Insomma, sebbene il desiderio possa essere onnipresente nei pensieri, tra la teoria e la pratica c’è di mezzo la quotidianità. Tra lavoro, stress e impegni familiari, non sempre il desiderio trova spazio e tempo per essere vissuto come si vorrebbe.
Le radici biologiche del desiderio maschile
Per comprendere meglio queste differenze, la psichiatra Louann Brizendine, docente presso l’Università di San Francisco e direttrice della Women’s Mood and Hormone Clinic, ci aiuta a entrare nel merito.
Secondo la studiosa, le differenze tra i comportamenti maschili e femminili nascono da un mix complesso di ormoni e influenze culturali. Se nella donna predominano estrogeni e ossitocina, che favoriscono empatia e cura relazionale, nel maschio la scena è dominata da testosterone, vasopressina e MIS (sostanza inibitrice Mulleriana).
Nel suo libro Il cervello dell’uomo (The Male Brain) (#LinkAffiliazione) la Brizendine spiega:
“Non a caso sappiamo che nel cervello maschile l’impulso sessuale occupa uno spazio, nell’ipotalamo, che è ben due volte e mezzo più grande di quello occupato nel cervello di lei; e che i pensieri sessuali guizzano nel cervello maschile notte e giorno, in particolare nella corteccia visiva, tenendolo sempre pronto a cogliere un’occasione sessuale che gli si presenti. Le donne non sempre si rendono conto che l’organo maschile ha una mente sua propria”.
L’influenza degli ormoni e della cultura
Il cervello maschile, sotto l’effetto del testosterone, è predisposto a rispondere a stimoli visivi legati all’attrazione fisica in modo immediato e frequente. Non è solo una questione di istinto, ma anche di come la società plasma questi impulsi: cultura, educazione e stereotipi giocano un ruolo cruciale.
Nonostante ciò, la Brizendine ci tiene a sottolineare che un’elevata attenzione verso l’aspetto fisico e la tensione erotica non implica necessariamente superficialità o incapacità di amare. Anzi, gli uomini sono perfettamente in grado di vivere relazioni profonde e durature, pur mantenendo una componente fisica molto presente nei loro pensieri.
Il desiderio come linguaggio dell’identità maschile
Quello che viene spesso liquidato come “fissazione” è in realtà un’espressione della identità affettiva e relazionale dell’uomo. Pensare spesso alla passione fisica può essere anche un modo per connettersi con la propria vitalità, con il bisogno di contatto, con la ricerca di sicurezza o conferme.
Inoltre, il desiderio maschile non è costante nel tempo: cambia con l’età, l’esperienza, lo stato emotivo e le condizioni di salute. Dopo i 50 anni, ad esempio, è normale che il desiderio si modifichi, ma questo non significa che scompaia. Anzi, può trasformarsi in qualcosa di più profondo e consapevole.
Come cambia il desiderio oggi: nuovi modelli e relazioni digitali
Rispetto al 2010, quando fu pubblicato questo articolo per la prima volta, il panorama è cambiato. La diffusione di social network, app di incontri e pornografia online ha rivoluzionato il modo in cui il desiderio maschile viene vissuto e rappresentato.
Da un lato, questo ha portato a una maggiore libertà di espressione. Dall’altro, però, ha anche generato nuove forme di insicurezza e dipendenza, oltre a una distorsione delle aspettative nei confronti del corpo e dell’attrazione fisica.
Oggi più che mai è importante educare al desiderio, non solo dal punto di vista della salute fisica, ma anche emozionale, psicologica e relazionale.
Uomini e desiderio: tra mito e realtà
L’idea che l’uomo pensi sempre e solo al “piacere dei sensi” è un mito duro a morire, ma sempre più studiosi e terapeuti concordano nel dire che questa visione sia limitante e stereotipata. Il desiderio maschile è complesso quanto quello femminile e merita di essere compreso senza pregiudizi.
Le differenze tra i sessi esistono, ma sono solo una parte del quadro. Ogni individuo, indipendentemente dal genere, vive il proprio desiderio in modo unico, con le sue sfumature, le sue fantasie, le sue emozioni e il suo bisogno di connessione autentica.
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Normalizzare e comprendere
Alla luce della scienza e dell’esperienza, possiamo dire che il desiderio maschile non è un’ossessione, ma una parte integrante dell’identità e del benessere. Capire come funziona, parlarne con consapevolezza e senza vergogna, significa fare un passo avanti verso relazioni più sane, equilibrate e soddisfacenti per tutti.