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Obesità infantile: livelli preoccupanti nel nostro Paese

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A mangiare sano si inizia da piccoli e mai come in questo caso è giusto dire che non conta la quantità ma la qualità. Una delle preoccupazioni più sentite dalle neomamme e dai neopapà è, infatti, l’inappetenza. Vedere il bambino mangiare in maniera vorace e golosa rappresenta, nell’immaginario soprattutto italiano, una vittoria e un’abitudine da consolidare.

Non troppo, però, secondo quanto è stato segnalato agli Stati generali della Pediatria che si sono tenuti il 17 novembre 2012. Infatti, da esperienza condivise da pediatri, scuole, associazioni di genitori, è emerso che l’obesità infantile ha raggiunto, anche nel nostro paese, livelli preoccupanti, nonostante la dieta mediterranea e la buona e sana ‘tavola che ci contraddistingue’.

Un bambino su cinque in Europa è obeso e in Italia oltre un milione di bambini sono sovrappeso con 400 mila casi di obesità. Essa si concentrerebbe soprattutto al Sud, da quanto emerge da alcuni dati di una ricerca ‘Crescere al Sud’ che ha incrociato dati statistici e condizioni socio-economiche.

La riflessione più significativa che è emersa è questa: non si può pensare di agire sull’obesità infantile a cose più o meno già fatte. Fondamentale, invece, cercare di educare a un’alimentazione equilibrata, fin dall’età prescolare, cioè dagli 0 ai 4 anni.

In realtà, studi autorevoli dimostrano che alcuni problemi di patologie alimentari e del metabolismo hanno origine già dalla gravidanza. Se la letteratura scientifica, infatti, ha sempre dato un peso molto importante a cosa la futura mamma mangia durante la gravidanza e agli insani vizi da evitare soprattutto in quella fase (fumo e alcool), oggi questo assunto è ancora più vero. E ancora una volta, il dopo-parto è fondamentale. L’allattamento materno esclusivo fino a sei mesi è altamente raccomandato: esso sarebbe uno dei fattori protettivi all’obesità pre-scolare. Se si può, quindi, non rinunciare subito ad allattare e introdurre pochissimi zuccheri nell’alimentazione del bimbo almeno fino al primo anno di età.

Ma l’obesità infantile si concatena anche con altri fattori: il sonno, ad esempio. Un bimbo che dorme male avrà bisogno di più zuccheri da sveglio e mangerà male. È fondamentale che nel periodo dell’infanzia, anche della scuola materna, il bambino dorma almeno dodici ore al giorno. Non lasciate il bambino davanti alla televisione per più di due ore al giorno e non mettetelo a letto quando la guarda. Mai più di uno spuntino quando guarda i cartoni animati.

Per tutta questa serie di problematiche, quindi, è partita la campagna nazionale ‘Mangiar ben conviene‘ che intende educare soprattutto i genitori a riconoscere i primi segnali dell’obesità. In collaborazione con le scuole e i professionisti del settore, tra cui Slow Food che è in prima linea anche per questa campagna educazionale.

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