PFAS riducono efficacia vaccini nei bimbi: ricerca svela cause

Studio Università Padova rivela come i PFAS danneggiano i linfociti B nei bambini, riducendo la produzione di anticorpi dopo le vaccinazioni

Una recente indagine scientifica condotta presso l’Ateneo patavino ha esaminato un aspetto inquietante legato all’impatto dei PFAS sull’organismo: il calo della capacità di risposta del sistema immunitario alle vaccinazioni nei più piccoli. L’analisi, guidata dai professori Carlo Foresta e Francesco Cinetto con la collaborazione di Luca De Toni e Andrea Di Nisio, ha finalmente fatto luce sui processi biologici che permettono a questi contaminanti di danneggiare le difese immunitarie durante l’infanzia.

Le sostanze perfluoroalchiliche e la loro pericolosità

Le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) rappresentano un gruppo di molecole sintetiche impiegate dalla metà del secolo scorso in svariati settori produttivi e beni di largo consumo: pentolame con rivestimenti antiaderenti, materiali tessili idrorepellenti, contenitori per alimenti e dispositivi antincendio. La peculiarità principale di queste molecole risiede nella loro incredibile stabilità chimica, che le rende virtualmente indistruttibili sia nell’ambiente che nel corpo umano. Per questo motivo sono state etichettate come “forever chemicals“, composti permanenti.

Tale persistenza ha trasformato i PFAS in inquinanti onnipresenti, diffusi nelle risorse idriche, nel terreno, nell’atmosfera e nelle catene trofiche globali. Quando penetrano nell’organismo, si depositano nel circolo sanguigno e nei tessuti per periodi prolungati, talvolta per decenni. La loro traccia è stata identificata nel sangue umano, compreso quello neonatale attraverso il cordone ombelicale.

Le conseguenze sanitarie attestate dalla letteratura scientifica sono numerose e serie: lesioni epatiche, squilibri nel metabolismo dei grassi e degli zuccheri, interferenze endocrine, incremento del rischio neoplastico e, soprattutto, il deterioramento delle difese immunitarie, particolarmente nei soggetti in età pediatrica.

Fra tutti i danni provocati dai PFAS, quello maggiormente confermato dalle autorità sanitarie mondiali riguarda specificatamente il sistema difensivo infantile. Analisi epidemiologiche realizzate recentemente in Scandinavia e America hanno messo in evidenza un dato allarmante: i minori con concentrazioni elevate di PFAS nel sangue presentano livelli anticorpali notevolmente inferiori dopo le immunizzazioni standard.

Detto semplicemente, le vaccinazioni risultano meno protettive nei bambini contaminati da questi composti. Si configura come una criticità sanitaria rilevante, poiché indebolisce lo strumento preventivo principale contro le patologie infettive pediatriche.
Finora, tuttavia, restava oscuro il quadro dei processi biologici responsabili di tale fenomeno. Lo studio veneto riempie proprio questa lacuna conoscitiva.

L’indagine scientifica

Il gruppo di ricerca padovano ha realizzato un’analisi di laboratorio esaminando i linfociti B, elementi cellulari del sistema difensivo deputati alla sintesi degli anticorpi. Le cellule provenivano da sette soggetti sani mai esposti precedentemente ai PFAS e sono state sottoposte in ambiente controllato al PFOA (acido perfluoroottanoico), tra i rappresentanti più diffusi di questa famiglia chimica.

L’indagine, sviluppatasi fra giugno 2024 e ottobre 2025, ha simulato in vitro le condizioni di esposizione tipiche degli organismi viventi, consentendo l’osservazione diretta degli effetti del PFOA sulle cellule immunitarie.

I risultati ottenuti sono inequivocabili e destano preoccupazione. I linfociti B a contatto con il PFOA manifestano tre modificazioni cruciali: attivazione rallentata, replicazione cellulare ridotta e maturazione più lenta rispetto ai controlli non esposti. L’esito complessivo è una diminuzione marcata nella sintesi anticorpale.

Nello specifico, l’indagine ha registrato una contrazione compresa fra il 30% e il 45% nella produzione di immunoglobuline G (IgG), gli anticorpi cruciali per la memoria immunitaria prolungata indotta dalle vaccinazioni pediatriche. Sono precisamente queste proteine a garantire la difesa duratura contro patologie quali difterite, tetano, morbillo e altre.

L’elemento più rilevante è che questa riduzione osservata in vitro coincide perfettamente con quella rilevata nelle indagini epidemiologiche su gruppi di bambini residenti in territori fortemente contaminati da PFAS, come determinate aree venete.

Questa indagine chiarisce finalmente i processi cellulari alla base delle risposte vaccinali compromesse nei bambini esposti ai PFAS. – dichiara il professor Carlo Foresta – Il PFOA interferisce direttamente con la maturazione dei linfociti B e riduce la sintesi anticorpale, specialmente delle IgG. La contrazione osservata è sovrapponibile a quella rilevata nelle indagini di popolazione e conferma che si tratta di un pericolo reale per la salute infantile.

L’indagine costituisce un apporto fondamentale perché dimostra che il PFOA non rimane semplicemente presente nell’organismo come contaminante inerte, ma interviene attivamente ostacolando processi biologici vitali. Comprendere questi meccanismi rappresenta il prerequisito necessario per elaborare strategie efficaci di prevenzione e tutela.

La presentazione parlamentare e gli sviluppi futuri

I risultati dell’indagine sono stati illustrati il 16 dicembre 2025 nel corso della tavola rotonda “Esposizione a PFAS e manifestazioni cliniche: strategie di intervento sanitario“, tenutasi presso il Senato della Repubblica con il coinvolgimento di esperti scientifici e rappresentanti istituzionali.

Comprendere questi meccanismi è fondamentale per rafforzare le strategie di prevenzione e tutela della salute infantile – conclude Foresta.

L’indagine padovana aggiunge un elemento decisivo alla comprensione di una delle più gravi emergenze ambientali e sanitarie contemporanee, ricordandoci che i minori, con il loro apparato immunitario in formazione, sono i soggetti più vulnerabili e che la loro tutela deve rappresentare una priorità assoluta.

Fonte: Università degli Studi di Padova

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