Farmaci pediatrici essenziali: quali servono davvero per curare i bambini?

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Negli ultimi anni il tema dell’uso appropriato dei farmaci in pediatria è diventato sempre più centrale. Da un lato i genitori desiderano proteggere i propri figli nel modo più efficace possibile, dall’altro i pediatri chiedono da tempo una maggiore razionalizzazione delle prescrizioni. A distanza di oltre dieci anni dai primi studi sull’argomento, il problema rimane più attuale che mai: quali farmaci servono davvero ai bambini?

Gli ultimi dati confermano che nella maggioranza dei casi basterebbero poche decine di principi attivi per coprire le esigenze terapeutiche pediatriche più comuni. Eppure, ancora oggi, il numero di farmaci prescritti rimane molto alto, con un rischio concreto di uso eccessivo o non necessario. In questo articolo analizziamo la situazione attuale, aggiornando i dati più datati e offrendo una panoramica chiara e basata sulle evidenze.

Perché servono pochi farmaci in pediatria

I bambini non sono adulti in miniatura: richiedono dosaggi specifici, farmaci adeguati alla loro età e formulazioni sicure. Secondo diversi studi europei, tra cui quelli condotti dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, il numero di farmaci realmente necessari in età pediatrica è molto più basso rispetto a quello utilizzato nella pratica quotidiana.

Già nel 2012 era emerso che ne basterebbero appena 20–25 per coprire la maggior parte delle esigenze cliniche. Oggi questa stima è ancora valida, grazie a linee guida più precise, studi clinici aggiornati e una maggiore consapevolezza sull’uso corretto dei medicinali per i più piccoli.

Il problema delle prescrizioni eccessive

Nonostante l’evoluzione delle conoscenze, il numero di farmaci prescritti in pediatria rimane elevato. Il vecchio dato lombardo citava 625 principi attivi prescritti in un anno dalla categoria pediatrica, nonostante il 75% dei pediatri ne utilizzasse solo una ventina. Questa forbice, pur essendosi ridotta rispetto al passato, continua a esistere anche oggi.

Per comprendere l’entità del problema, basta confrontare i dati italiani con quelli di altri Paesi europei. In Gran Bretagna, ad esempio, considerando sia cure primarie che ospedaliere, si registrano circa 300 principi attivi prescritti all’anno: la metà rispetto ai numeri italiani riportati dieci anni fa.

Perché si prescrive troppo?

  • Pressione dei genitori, spesso convinti che un farmaco sia sinonimo di una soluzione immediata.
  • Abitudini consolidate dei professionisti, difficili da modificare senza percorsi formativi mirati.
  • Varietà commerciale: molte formulazioni differenti per lo stesso principio attivo.
  • Ampia offerta farmaceutica, che può confondere anche i professionisti meno aggiornati.

Le dichiarazioni degli esperti

“Il nostro scopo – ha spiegato Maurizio Bonati, capo del Dipartimento di Salute Pubblica dell’Istituto farmacologico Mario Negri – è dare vita ad un prontuario di farmaci da ritenere essenziali in campo pediatrico e di mettere in atto un progetto formativo volto a modificare abitudini prescrittive non conformi ai suggerimenti della letteratura”.

Ha aggiunto Rinaldo Missaglia, presidente Simpef:

È dimostrato che l’intensificazione dei percorsi di formazione dei pediatri di famiglia sulla valutazione dell’appropriatezza delle cure, unita a campagne di informazione ai genitori affinché riducano le richieste immotivate di prescrizioni, contribuisce ad un uso più razionale dei farmaci e porta a un’importante riduzione della spesa”.

I farmaci davvero essenziali per i bambini oggi

Sulla base delle linee guida aggiornate e del lavoro di associazioni come l’Simpef e l’Acp, oggi si possono individuare alcune categorie fondamentali:

  • Antipiretici (es. paracetamolo, ibuprofene)
  • Antibiotici mirati (solo quando necessari e secondo linee guida)
  • Broncodilatatori e farmaci per l’asma
  • Corticosteroidi per specifiche condizioni respiratorie o dermatologiche
  • Antistaminici per allergie documentate
  • Soluzioni saline e trattamenti di supporto

Questi farmaci, nelle corretta indicazioni, coprono gran parte delle situazioni che portano i genitori dal pediatra. La vera sfida è evitare usi impropri – come gli antibiotici richiesti “per sicurezza”, o mucolitici e sciroppi inutili – che non solo non aiutano il bambino, ma a volte possono persino peggiorare il quadro clinico.

Educazione e informazione: il ruolo dei genitori

Oggi la vera differenza la fa l’informazione. Genitori più consapevoli richiedono meno farmaci inutili, seguono più attentamente le indicazioni del pediatra e sanno riconoscere quando serve davvero una terapia. Per questo le associazioni pediatriche insistono sull’importanza di campagne di sensibilizzazione e formazione accessibili a tutti.

Cosa possono fare i genitori?

  • Affidarsi a fonti autorevoli e non al “passaparola”.
  • Chiedere spiegazioni al pediatra sul perché di una prescrizione.
  • Evitare di conservare e riutilizzare farmaci avanzati senza indicazioni.
  • Comprendere che non sempre un sintomo richiede un farmaco.

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L’obiettivo della pediatria moderna è chiaro: curare di più, con meno farmaci. I bambini hanno bisogno di medicinali sicuri, essenziali e usati nel modo corretto. Ridurre le prescrizioni inutili significa migliorare la salute dei più piccoli, evitare effetti collaterali superflui e tagliare i costi sanitari.

Lavorare insieme – pediatri, istituzioni e famiglie – è la chiave per una gestione più razionale e moderna delle cure pediatriche.

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