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Bambini: i rimedi contro le colichette

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Chi è genitore lo sa: verso le sei del pomeriggio e per tutta le sera fino a notte tarda, quel bimbo che tanta gioia ha portato nella vita di mamma e papà, diventa un “campione” di pianto. Inconsolabile, agitato, non c’è nulla che lo calma: ha solo un paio di settimane e ci si chiede perché.

Dopo una visita dal pediatra, ecco il responso: le colichette dei primi 3 mesi di vita. Perché il neonato soffra di coliche è la classica domanda da un milione di dollari: studi scientifici e ricerche da anni provano a dare una risposta certa. Eppure, questa risposta non c’è. O meglio: si sa qualcosa ma non tutto.

Si può dire che nei primi tre mesi di vita, l’intestino non è ancora sviluppato e funzionante: in genere, le coliche spariscono al quarto mese proprio perché contando i mesi nel pancione della mamma e quelli trascorsi fuori, il bimbo ha un intestino di un anno che finalmente si decide a funzionare. Altri studi dicono che le coliche gassose sono dovute anche a un fattore psicologico: una mamma troppo tesa e nervosa, tanta fatica e stress di cui “soffre” anche il neonato.

I rimedi classici? Cullare il bimbo a pancia in giù con piccoli movimenti regolari e cadenziali, massaggino circolare al pancino, un po’ di ginnastica per far andare via l’aria. In caso di coliche molto forti, c’è chi usa il sondino per togliere l’aria e chi dà qualche goccia calmante prescritta dal pediatra. Ma l’unico vero rimedio è la pazienza: anche se vi sentite stanche, sappiate che difficilmente questo disturbo va oltre il terzo mese. Inoltre attenzione alla dieta: se allattate al seno, non mangiate troppo verdura o alimenti che tendono alla fermentazione (cavoli, broccoli, frutta, spinaci).

Recenti studi hanno dimostrato che può anche essere molto utile la somministrazione del Lactobacillus Reuteri. Questo perché i lattanti che soffrono di coliche hanno una microflora intestinale caratterizzata da minore presenza di bifidobatteri e lattobacilli. Con una supplementazione di Lactobacillus Reuteri che contiene entrambi, si sono riscontrati miglioramenti già dal settimo giorno di somministrazione, con una diminuzione delle crisi di pianto del 75%.

Con l’introduzione del Lactobacillus, infatti, lo stesso benessere generale del bambino è migliorato, grazie soprattutto al miglioramento della capacità digestiva del piccolo. Chiaramente questa integrazione è del tutto naturale e tollerabilissima per il bambino.

Insomma, non è un metodo invasivo e i genitori che attraversano questa fase delicata possono provarlo: può far stare meglio il bimbo e alleviare lo stress dei primi tre mesi del neonato.

Sara Tagliente

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