hot dog dannosi

Gli hot dog sono dannosi quanto le sigarette

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Gli hot dog possono distruggere la vostra salute”. Questa frase, accompagnata da un’immagine di wurstel confezionati come sigarette con tanto di teschio, ha fatto discutere. Negli Stati Uniti, patria del celebre panino, questa campagna è stata ideata per sottolineare quanto sia importante ridurre il consumo di hot dog, paragonando il loro impatto sulla salute a quello del fumo.

Gli hot dog, come simbolo della cultura americana, sono amati tanto quanto la pizza lo è per Napoli. Tuttavia, il loro consumo eccessivo ha spinto il Physicians Committee for Responsible Medicine (PCRM), un’associazione di medici con sede a Washington DC, a lanciare una vera e propria crociata contro questi panini.

Hot dog e cancro: cosa dice la scienza

Le preoccupazioni sul consumo di hot dog non sono nuove e si basano su ricerche consolidate. Uno studio del 2007 del World Cancer Research Fund ha evidenziato come 50 grammi di carne lavorata al giorno – equivalenti a un hot dog – aumentino del 21% il rischio di sviluppare il cancro al colon. Questo rischio è legato agli additivi chimici, come nitriti e nitrati, utilizzati nella lavorazione delle carni, che possono trasformarsi in composti cancerogeni durante la digestione.

Susan Levin, rappresentante del PCRM, ha dichiarato:

“Gli hot dog dovrebbero essere venduti con etichette informative che aiutino i consumatori a comprendere i rischi per la salute”.

L’idea di sensibilizzare attraverso immagini forti e provocatorie, come il cartellone con i wurstel travestiti da sigarette, nasce proprio da questa consapevolezza.

Aggiornamenti: nuovi studi e rischi per la salute

Dal 2007, numerose ricerche hanno confermato i rischi legati al consumo di carni lavorate. Nel 2015, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha classificato le carni lavorate come “cancerogene per l’uomo”, posizionandole nello stesso gruppo delle sigarette e dell’amianto.

Uno studio più recente del 2022 pubblicato sulla rivista Nature Medicine ha evidenziato come il consumo frequente di carni processate sia associato non solo al rischio di cancro, ma anche a malattie cardiovascolari e neurodegenerative. Inoltre, il loro alto contenuto di grassi saturi e sodio può contribuire a obesità, ipertensione e diabete di tipo 2.

Etichette e consapevolezza alimentare

Negli ultimi anni, diverse organizzazioni hanno spinto per l’introduzione di etichette chiare sui prodotti alimentari che indichino i rischi per la salute, simili a quelle già in uso per il tabacco. Queste etichette potrebbero avvisare i consumatori sugli effetti negativi dei nitriti e nitrati presenti nelle carni lavorate.

Paesi come il Cile e il Messico hanno già implementato sistemi di etichettatura che avvertono sui rischi legati al consumo eccessivo di zuccheri, grassi e sodio. Sebbene l’Europa sia ancora lontana da queste iniziative, la sensibilizzazione dei consumatori è un passo fondamentale per promuovere scelte alimentari più sane.

Alternative sane agli hot dog

Per chi ama gli hot dog, esistono alternative più salutari. I wurstel vegetali, a base di legumi, soia o seitan, offrono un’opzione priva di nitriti e nitrati, con un minore impatto sulla salute. Anche la preparazione casalinga di panini a base di proteine magre, verdure e salse leggere può essere una scelta più equilibrata.

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Gli hot dog possono essere gustosi e parte di una tradizione, ma è importante consumarli con moderazione. Le campagne provocatorie, come quella del PCRM, servono a richiamare l’attenzione su un problema reale: il legame tra alimentazione scorretta e malattie croniche. Optare per alternative più salutari e limitare il consumo di carni lavorate può fare la differenza per la nostra salute a lungo termine.

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di wellme per tre anni, scrive per greenMe da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania