Natale e disturbi alimentari: le frasi da evitare a tavola

Scopri quali commenti evitare durante i pranzi natalizi per non ferire chi lotta con disturbi alimentari e creare un ambiente sereno e rispettoso.

In cucina la madre prepara ogni sorta di frittura, con ingredienti selezionati e una cura quasi ossessiva nei dettagli. Il padre, nel frattempo, si dedica alla pulizia meticolosa delle verdure destinate alla padella. E poi ci sono i dolci della nonna, un tripudio di miele e burro che trasforma la tavola in un paradiso dello zucchero. Siamo nel periodo natalizio, e come potremmo rinunciare a queste tradizioni culinarie? Naturalmente non si può, ma questo non significa che debba trasformarsi in una competizione dove tutti sono obbligati a consumare tutto, ingoiare senza criterio e riempirsi oltre misura.

Il passaggio dal “festeggiamo con il cibo” al “come mai non assaggi nulla?” è rapidissimo. E in quell’istante può scatenarsi una spirale di disagio che farebbe desiderare solo il silenzio generale.

Quello che spesso sfugge è che il periodo festivo può rappresentare un momento critico per chi lotta con un disturbo del comportamento alimentare. Commenti che appaiono innocui o mossi da buone intenzioni si trasformano in autentici ostacoli emotivi difficili da superare. Quella battuta sulla “scarsa voglia di mangiare” o l’esortazione a “concedersi un’altra porzione perché siamo a Natale” non è semplicemente una frase buttata là durante il pasto, ma rappresenta una pressione che può lasciare segni profondi.

Commenti da evitare durante i pasti

Forza, prendi ancora qualcosa, siamo in festa! oppure Assaggia almeno il dessert, l’ho preparato pensando a te!
Queste osservazioni possono apparire banali. Nella realtà, però, rischiano di amplificare silenziosamente un’ansia già presente, intensificando i sentimenti di colpa o la sensazione di essere sotto esame. Ciascuno ha il proprio equilibrio e le proprie necessità alimentari.

Tranquillo, una volta ogni tanto non crea problemi!
Ridurre un disturbo alimentare a qualcosa che si può accantonare facilmente in un’occasione particolare non solo sminuisce la complessità della situazione, ma rischia di far sentire la persona ancora più sola e incompresa.

Mangia pure, non ti danneggerà di certo!
Presumere di conoscere ciò che è giusto per un’altra persona può essere controproducente: ognuno affronta le proprie sfide in maniera personale, e affermazioni simili raramente si rivelano d’aiuto.

Guarda quanta roba ho preso! Deve essere delizioso!
Esprimere il proprio entusiasmo senza considerare la sensibilità altrui potrebbe far sentire chi convive con un disturbo alimentare ancora più a disagio, alimentando la frustrazione interiore.

Durante le feste si celebra anche attraverso il cibo!
Obbligare qualcuno a partecipare ai banchetti per rispettare una “consuetudine” può rappresentare un fardello considerevole. Le celebrazioni non riguardano esclusivamente l’alimentazione, ma soprattutto la presenza affettuosa e il calore delle relazioni.

Sei ingrassato? Si vede un po’ nel volto oppure Io non ce la farei a consumare tutta questa quantità
Questo genere di commento si concentra sull’aspetto esteriore, un tema particolarmente delicato per chi ha un disturbo alimentare. L’attenzione al peso, anche se presentata come una “semplice osservazione”, rinforza il collegamento tra valore personale e apparenza fisica, intensificando la vergogna o l’autocritica e il sentimento di non essere all’altezza.

Stai consumando troppo poco, sembri sofferente! oppure Prendi qualcosa in più, siamo a Natale!
Questa, se possibile, è la più dannosa. Osservazioni sull’aspetto corporeo, in qualsiasi momento dell’anno e non solo durante le festività, non sono mai opportune. Possono scatenare sentimenti di vergogna e inquietudine.

Come comportarsi correttamente?

Essere prima di tutto consapevoli delle difficoltà altrui e dimostrare empatia rappresenta il dono più prezioso che possiamo offrire, specialmente nel periodo natalizio. Osservazioni di questo tipo, anche se fatte senza intenzioni negative, vanno sempre evitate, con chiunque. Giudicare cosa e quanto consuma una persona, commentare il suo fisico o esercitare pressioni a tavola non giova a nessuno. Ognuno ha un rapporto unico con l’alimentazione e con il proprio corpo e un disturbo alimentare non va mai preso alla leggera.

  • prestiamo attenzione e rispettiamo i confini personali: ciascuno ha un rapporto differente con il cibo
  • offriamo sostegno senza criticare: parole di comprensione e delicatezza sono sempre più efficaci delle imposizioni
  • concentrati sull’esperienza condivisa, non sulle pietanze: ricorda che il Natale significa anche condividere attimi di felicità, affetto e tranquillità, non solamente il cibo

Anziché concentrarci su quanto viene consumato e chi mangia cosa, potremmo cominciare a valorizzare la compagnia, i sentimenti e le usanze. Invece di commentare il piatto che qualcuno ha appena lasciato intatto, possiamo apprezzare la sua presenza e il tempo trascorso insieme. Invece di giudicare le quantità, possiamo trasformare la tavola in un ambiente dove ciascuno si senta libero di decidere senza essere giudicato.

Costruiamo momenti conviviali dove tutti si sentano benvenuti e considerati, senza valutazioni sul cibo e sui fisici. Il Natale rappresenta un’occasione per creare istanti di condivisione genuina, dove le emozioni e il legame con gli altri prevalgano su qualsiasi altra cosa. Facciamo in modo che ogni persona possa vivere le celebrazioni con serenità, senza sentirsi valutata, e senza dover combattere contro pressioni esterne. Un buon pranzo non è solo quello abbondante, ma anche quello offerto con rispetto e sensibilità.

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