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Anoressia e bulimia, si ammalano anche le bambine

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Si può essere colpite dall’anoressia o dalla bulimia anche a 11 anni? La risposta, purtroppo, è sì. Nessuna età sembra essere davvero immune a questo genere di disturbo del comportamento alimentare (DCA), per ragioni fisiche ma soprattutto, immancabilmente, psicologiche.

E la cosa peggiore è che si tratta di malattie con un alto tasso di mortalità. Colpa dei modelli culturali imperanti? La maggioranza degli esperti sembra convenire su questa ipotesi.

La fascia d’età maggiormente coinvolta dai DCA è quella dai 14 ai 25 anni, donne, nella quasi totalità dei casi. È più diffusa l’anoressia (1%) della bulimia (0.88%, dati di una ricerca europea Esemed – European Study on the Epidemiology of Mental Disorders), ma, nella fascia considerata “a rischio”, la percentuale sale addirittura all’8%. Un dato davvero allarmante. Ma la notizia peggiore è che l’età di insorgenza di questi drammatici disturbi si è spostata all’indietro, giungendo a quel confine tra pubertà e adolescenza, situato tra gli 11 e i 12 anni, in cui avere consapevolezza e conoscenza profonda di sé non è per niente semplice.

Un periodo in cui si alternano confusione, sfrontatezza, timidezza, e in cui la personalità lotta faticosamente per emergere distinguendosi tra i tanti modelli proposti, molti dei quali sono fasulli, effimeri, improduttivi. Il 30-40% di queste pazienti, dopo un lungo e difficile percorso, si lascerà alle spalle la terribile malattia. Qualcuna invece se ne farà sopraffare. Le altre, a fatica, ne subiranno per tutta la vita gli strascichi e le ricadute.

La moda sembra essere il mostro degenere che, il più delle volte, causa tutto ciò, e le passerelle sono ormai il palcoscenico in cui “le modelle” diventano “i modelli”, ovvero le incarnazioni di una linea in cui, nella realtà, è troppo difficile se non impossibile infilarsi.

Taglia 36, per dare un numero esatto, dieci taglie in meno rispetto alla media delle donne italiane. E mentre gli stilisti, poco disponibili a parlare di quest’argomento, rimbalzano la responsabilità ai direttori delle riviste fashion, viene da pensare questo: che il diavolo non solo veste Prada, ma il diavolo veste anche una taglia troppo stretta.

Marina Piconese

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