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Mal di schiena: può alterare la percezione spazio-temporale

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La percezione spazio-temporale può essere alterata da un mal di schiena cronico. Lo rivela una ricerca condotta dall’Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con il Neuroscience Research Australia e l’University of South Australia, e pubblicata sulla rivista Neurology.

I ricercatori hanno condotto degli esperimenti su 26 pazienti affetti da dolore lombare cronico unilaterale, applicando dispositivi elettromeccanici in tre diversi punti del corpo, ovvero mano, punto dolente della schiena e un’altra parte sana del corpo. Dopo aver prodotto delle vibrazioni tattili, inviate contemporaneamente su due di queste aree, hanno riscontrato che il cervello processa più lentamente gli stimoli provenienti dall’area dolorante.

Quando la mano viene posizionata vicino alla parte del corpo dolorante anche gli stimoli provenienti dall’arto vengono processati più lentamente, “come se il cervello ‘negligesse’ quella mano“, spiega al Corriere della Sera.it Alberto Gallace, psicobiologo dell’Università di Milano-Bicocca e autore dello studio sul mal di schiena, un disagio muscolo-scheletrico che causa dolori alla colonna vertebrale, di cui il 30% degli episodi porta a un malessere cronico.

Cosa significa tutto questo? “Ancora sono necessari altri test, ma è possibile che il dolore modifichi la rappresentazione del corpo e dello spazio che lo circonda per ridurne l’impatto sulle funzionalità dell’organismo. Concentrarsi sulla parte del corpo dolorante ci impedisce infatti di effettuare altre azioni e allo stesso tempo rende il dolore ancora più rilevante“, continua il ricercatore che ha scoperto come la rappresentazione spaziale degli stimoli vibro-tattili possa essere interrotta dal mal di schiena cronico unilaterale.

L’idea di fondo – chiarisce Gallace- è che se uno stimolo non può essere correttamente localizzato, attraverso un’adeguata rappresentazione dello spazio intorno a noi, il cervello ha più difficoltà a elaborarlo“. Una scoperta, questa, che potrebbe quindi portare a capire come limitare la percezione di questo dolore cronico che altera la nostra capacità di rappresentare correttamente lo spazio all’interno dei circuiti neurali. Ma che apre anche nuove prospettive nello studio del modo in cui il cervello interagisce con il mondo esterno.

Roberta Ragni

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Dopo una laurea e un master in traduzione, diventa giornalista ambientale. Ha vinto il premio giornalistico “Lidia Giordani”, autrice di “Mettici lo zampino. Tanti progetti fai da te per rendere felici i tuoi amici a 4 zampe” edito per Gribaudo - Feltrinelli Editore nel 2015.