Che il bagno delle camere d’albergo sia un luogo privilegiato dai batteri è ormai cosa risaputa, ma è davvero quello l’unico ricettacolo dei germi? Negli ultimi anni, grazie a nuove ricerche e all’attenzione accresciuta per l’igiene post-pandemia, è emerso che molte superfici insospettabili possono essere veri e propri veicoli di contaminazione.
Vediamo cosa dicono gli studi più recenti e quali precauzioni possiamo adottare per soggiornare in modo più sicuro.
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I risultati dello studio dell’Università di Houston
Stando a quanto sostenuto da una ricerca dell’Università di Houston, non sono solo lavandini e servizi igienici a ospitare batteri: anche i telecomandi della TV e gli interruttori delle abat-jour sono popolati da microrganismi.
Per arrivare a questa conclusione, i ricercatori, coordinati da Katie Kirsch, hanno esaminato tre camere di tre alberghi negli stati di Texas, Indiana e South Carolina, analizzando 19 superfici per ciascuna stanza. Il resoconto è stato presentato al meeting dell’American Society for Microbiology, tenutosi a San Francisco.
Superfici contaminate e strumenti di pulizia inadeguati
Gli studiosi hanno trovato spugne e stracci utilizzati per la pulizia delle stanze infestati da germi e batteri. Questi strumenti, se riutilizzati in più stanze, diventano una potenziale fonte di contaminazione crociata tra superfici e camere diverse.
Molto più igieniche, invece, le testate dei letti, le aste delle tende e le maniglie dei bagni, che risultano meno frequentemente toccate o che vengono pulite più efficacemente.
I rischi per la salute dei soggetti più sensibili
Attenzione però a non generare allarmismi: gli alberghi generalmente non sono focolai di epidemie. Tuttavia, per chi è più sensibile o ha un sistema immunitario indebolito, la scarsa igiene può rappresentare un rischio concreto per la salute.
Ad esempio, le persone affette da allergia respiratoria dovrebbero fare attenzione a moquette, tappeti e tende, che rappresentano un rifugio ideale per polvere e acari. Anche docce e condizionatori, se non regolarmente puliti, possono ospitare batteri pericolosi come la legionella, che si annida nei filtri o dove c’è ristagno d’acqua.
Le conseguenze post-Covid: più attenzione all’igiene
Con la pandemia da Covid-19, l’attenzione all’igiene è cresciuta esponenzialmente anche nel settore alberghiero. Molte strutture, specie quelle di fascia medio-alta, hanno introdotto protocolli di sanificazione più severi, controlli regolari e sistemi di tracciamento delle pulizie effettuate.
Secondo un’indagine di Booking.com, il 73% dei viaggiatori italiani considera oggi la pulizia una priorità assoluta nella scelta dell’alloggio, un dato impensabile solo pochi anni fa.
Meglio evitare disinfettanti a gogò
La soluzione? Non è quella di abbondare con detersivi e disinfettanti, perché l’uso eccessivo di queste sostanze può favorire lo sviluppo di resistenza microbica. È decisamente meglio ricorrere a spugne e stracci monouso per evitare contaminazioni tra le superfici.
Inoltre, sempre più alberghi stanno adottando prodotti a base di sostanze naturali o biodegradabili, meno aggressivi per l’ambiente e per le persone, ma comunque efficaci.
Innovazione e buone pratiche alberghiere
La catena alberghiera Best Western ha adottato, in alcune sue strutture del Nord America, sistemi di pulizia innovativi che prevedono tra l’altro l’utilizzo di bacchette a raggi UV per la disinfezione delle superfici, oltre a involucri per telecomandi e coperte.
Un’idea intelligente che potrebbe essere estesa ad altri contesti. A ciò si aggiunge la crescente diffusione di ozonizzatori per purificare l’aria e sanificare i tessuti in modo naturale.
La necessità di standard condivisi e controlli
Nonostante i casi virtuosi, è fondamentale che vengano adottate procedure di pulizia standardizzate in tutte le strutture ricettive, dai grandi hotel agli affittacamere. Inoltre, sono necessari controlli più severi da parte delle autorità sanitarie, non solo durante emergenze sanitarie, ma come prassi regolare.
In Italia, il settore alberghiero è regolato da norme regionali non sempre uniformi, il che rende difficile garantire uno standard minimo di igiene a livello nazionale.
Cosa può fare il turista per tutelarsi
Anche il cliente può fare la sua parte. Ecco alcuni accorgimenti semplici ma utili:
- Portare con sé salviette disinfettanti per pulire telecomando, maniglie e interruttori;
- Usare le proprie ciabatte in bagno e sotto la doccia;
- Preferire alberghi che dichiarano esplicitamente i loro protocolli di igiene;
- Controllare recensioni recenti su pulizia e condizioni delle camere.
Infine, ricordiamo che anche la percezione dell’igiene è importante: un ambiente ordinato e ben curato trasmette fiducia e tranquillità, mentre il disordine può indurre sospetti sulla qualità della pulizia.
Più consapevolezza per viaggiare in sicurezza
La questione dell’igiene nelle camere d’albergo è diventata un tema centrale nel settore del turismo. Grazie a studi scientifici e all’evoluzione delle abitudini dei viaggiatori, oggi possiamo fare scelte più informate e attente.
La strada verso un’ospitalità più sicura passa attraverso investimenti nella formazione del personale, controlli rigorosi e tecnologie innovative, ma anche dalla nostra capacità di osservare, chiedere e scegliere consapevolmente.