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Protesi mammarie Pip: le 5 linee guida dei chirurghi plastici

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L’Aicpe, l’associazione scientifica che riunisce oltre un centinaio di chirurghi plastici estetici, suggerisce alcune semplici linee guida di comportamento che dovrebbero essere adottate da tutti i medici.

Primo: è raccomandabile una visita di controllo semestrale per tutte le pazienti

Secondo: a tutti i pazienti che presentino da un punto di vista clinico o strumentale non solo evidenza, ma anche semplice sospetto di importante contrattura capsulare, sieroma, infiammazioni loco-regionali, adenopatie, lesioni evidenti o rottura franca, le protesi dovrebbero essere espiantate e, se non esistono controindicazioni, sostituite

Terzo: i pazienti con sindrome ansiosa o condizioni psicologiche labili, ma con impianti integri, dovrebbero essere valutati attentamente, se necessario con l’ausilio di colleghi specialisti, e dovrebbe essere data loro la possibilità di sostituzione dell’impianto

Quarto: alla FDA di ogni paese dovrebbe essere richiesto di valutare e certificare tutti gli impianti che vengono utilizzati sul suo territorio

Quinto: è necessario un registro degli impianti, per avere un rapido follow up di tutte le protesi impiantate

Mario Pelle Ceravolo, presidente Aicpe, precisa inoltre che “non esistono evidenze scientifiche sul fatto che ci siano legami tra le protesi e il cancro. Anzi, l’incidenza di tale patologia è inferiore a quella che si riscontra tra le donne senza protesi“, e dichiara che l’associazione si sta attivando per realizzare uno studio relativo alle protesi Pip in Italia.

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di Wellme.it per tre anni, scrive per Greenme.it da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania.