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Chirurgia estetica: ecco la rinoplastica ibrida

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Buone nuove dal Congresso Mondiale Nose&Face svoltosi a Roma dal 9 al 12 maggio: la tecnologia migliora di giorno in giorno, e chi sta pensando di dare una ritoccatina al naso – per i motivi più svariati – può contare, d’ora in poi, sulla rinoplastica ibrida, che sta prendendo sempre più piede in ambito chirurgico.

Che significa? Semplice: significa che quando il chirurgo plastico metterà mano, anzi, bisturi sul vostro nasino, mescolerà due tecniche diverse, quella “aperta” e quella “chiusa”. Ovvero, inciderà la cute esterna per assistere live allo spettacolo del vostro scheletro nasale (tecnica aperta), ma al tempo stesso farà dei taglietti anche all’interno delle narici (tecnica chiusa). In questo modo, si combinano in armonia i due fattori più importanti: qualità dell’intervento (grazie a una visione più chiara) e limitazione degli inestetismi e dei tempi di recupero (meno cicatrici perché si agisce anche dall’interno). Non solo, c’è anche un risparmio economico notevole, si potranno correggere anche le patologie infiammatorie come le sinusiti, e il risultato finale sarà più “raffinato”.

Questa tecnica ibrida, finora adoperata solo in pochi centri all’avanguardia, in futuro potrà essere applicata, in tutta sicurezza e senza controindicazioni, nel 90% degli interventi di rimodellamento e ricostruzione del naso, un intervento che potrebbe apparire semplice ma che non lo è, per le tante variabili che possono esserci in gioco: malformazioni, traumi, fatti infiammatori, pregressi interventi chirurgici che possono e devono essere corretti tramite la rinoplastica.

Importantissime sono, come sempre, l’informazione e la prevenzione: “L’intervento chirurgico – spiega il dott. Pietro Palma, Presidente dell’European Academy of Facial Plastic Surgerydeve essere preceduto da una diagnosi puntuale delle cause, da uno studio accurato della funzione, da una analisi precisa del naso esterno, unitamente ad una comprensione profonda dello stato psicologico e delle aspettative del paziente. Vale a dire che esso deve essere creato e pensato “su misura” del paziente, e attuato con precisione, senso estetico e obiettivi funzionali. Obiettivo più difficile fino a qualche tempo fa, è oggi più a portata di mano grazie a tecniche sempre meno invasive e sempre più mirate al bersaglio, con ridotti effetti collaterali. Sono queste le ragioni vere e provate per le quali un approccio esclusivamente “cosmetico” non può essere considerato adeguato a trattare il naso, organo sensoriale che non è solo la via naturale per il passaggio d’aria, segno e simbolo di vita, ma che fin dall’antichità è anche rappresentazione dell’identità sessuale“. (lo sapevate?).

Marina Piconese

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