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Creme solari: il fattore di protezione è importante

I solari di seconda generazione: per una protezione doppia

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La pelle, il nostro primo biglietto da visita: a volte ammaccata, a volte maltrattata, arrossata, e ora, che ci avviciniamo all’estate, anche scottata. Per non parlare dell’acne, che colpisce l’80% degli adolescenti e spesso persiste fino ai trent’anni. E il sole, l’amato sole che d’ora in poi sarà sempre più forte, non sempre aiuta.

Si pensa, per esempio, che l’esposizione al sole faccia bene ai brufoli perché li secca: ma è in realtà un falso mito, perché le lesioni acneiche, messe al sole, possono addirittura riacutizzarsi e peggiorare. Provare per credere.

Contro questo, ma anche altri problemi della pelle, i Laboratori Biologici Bioderma, forti di un’esperienza lunga 25 anni e di un’equipe scientifica multidisciplinare, hanno sviluppato una linea innovativa di prodotti solari, i Photoderm, che potremmo considerare solari “di seconda generazione”, perché non solo proteggono la pelle dalle scottature, ma sono studiati anche per prevenire il peggioramento delle malattie, provocato dalle radiazioni UV, in pelli con acne, rosacea, dermatite atopica, o evitare problemi a chi è allergico ai filtri chimici, a chi ha cicatrici che tendono all’iperpigmentazione, ma anche per la pelle dei bambini particolarmente delicata.

Per esempio, Photoderm AKN, per pelli acneiche, contiene Fluidactiv®, a base di acidi glicolico e salicilico, che normalizza la produzione di sebo, mentre Photoderm AR, per la rosacea e l’eritrosi, contiene Rosactiv®, un complesso brevettato antiarrossamento. La linea comprende in tutto 24 prodotti per tutti i tipi di pelle, basati sul sistema Cellular BIOProtection®, complesso attivo di ectoina e mannitolo: la prima protegge le membrane cellulari dell’epidermide, il secondo svolge un’azione anti-radicali liberi. “Oggi è provato – afferma il professor Giovanni Leone, direttore del Servizio di Fotodermatologia dell’Istituto San Gallicano di Roma – che una gran parte dei danni cellulari provocati dai raggi UV, soprattutto dagli UVA, è dovuta alla liberazione di sostanze tossiche per la cellula e particolarmente reattive, ovvero proprio i radicali liberi”.

I raggi del sole, sia chiaro, ci fanno bene in tanti modi, ma per beneficiarne a pieno è importante controllare la qualità e la quantità della nostra esposizione, e soprattutto essere sicuri di proteggersi, mentre ci si abbronza, dai vari danni cellulari che il sole può provocare, che vanno da una semplice scottatura fino ai melanomi. Sappiamo quanto sia importante utilizzare le giuste protezioni, anche per chi ha una carnagione già abbastanza scura in partenza. “L’adozione di opportune strategie – commenta il professor Piergiacomo Calzavara, direttore della Clinica Dermatologica dell’Università di Brescia – comporta anche che non debba più essere demonizzata l’abbronzatura, per quanto questa debba essere ottenuta nel pieno rispetto della fisiologia del melanocita. Un’abbronzatura è, infatti, un meccanismo di difesa efficace contro successive ustioni e contro i tumori cutanei”.

Da una fotoprotezione generica si è passati ad una fotoprotezione dedicata – aggiunge il professor Giuseppe Monfrecola, direttore della Scuola di Specializzazione in Dermatologia e Venereologia di Napoli – Vacanze al sole brevi, fine settimana soleggiati, facilità di viaggi in aree tropicali, abbronzatura come status symbol portano a fotoesposizioni intense, rapide e sovradosate che hanno come conseguenza l’inefficacia dei sistemi fotoprotettivi naturali di cui l’essere umano è fornito. Sottoposte a questo continuo stop and go, le cellule cutanee non riescono a regolare correttamente la loro funzione con relativi danni”. È per questo che è necessario aiutarsi con dei solari che aiutino le cellule a proteggersi ancora meglio.

Stay tuned: a breve vi daremo indicazioni ancora più approfondite per riconoscere il vostro “fototipo” e vi daremo tutti i consigli più utili per godere della giusta tintarella estiva.

Marina Piconese

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