Nuovi casi di lebbra in Europa: modalità di contagio e reale pericolosità

Nuovi casi in Romania e Croazia: tutto su trasmissione, sintomi e cure della lebbra, malattia ancora presente ma controllabile

Potrebbe sembrare una patologia confinata ai secoli passati, ma la lebbra continua a manifestarsi sporadicamente nel continente europeo, dimostrando che l’emergenza sanitaria non è stata completamente eliminata. Di recente, la Romania ha registrato due nuove infezioni, mentre la Croazia ha confermato un caso che ha interessato un dipendente proveniente dal Nepal.

Nel territorio rumeno, l’infezione ha riguardato due operatrici indonesiane specializzate in massaggi, rispettivamente di 21 e 25 anni, che lavoravano presso uno stabilimento termale nella località di Cluj. Altre due persone sono state monitorate attraverso screening preventivi. Una delle donne contagiate aveva fatto ritorno da poco dal continente asiatico, dove aveva soggiornato per circa trenta giorni insieme alla madre, attualmente ricoverata con la medesima patologia.

Le istituzioni sanitarie hanno ordinato la sospensione temporanea delle attività dello stabilimento termale per permettere le verifiche epidemiologiche necessarie. Il responsabile del dicastero della Salute, Alexandru Rogobete, ha tuttavia tranquillizzato i cittadini, chiarendo che i frequentatori della struttura non corrono pericoli significativi: il contagio avviene esclusivamente attraverso contatti prolungati e ravvicinati. L’ultima infezione documentata nel territorio nazionale risaliva a 44 anni prima.

Caratteristiche della malattia di Hansen

Conosciuta anche come malattia di Hansen, questa patologia rappresenta un’infezione di origine batterica provocata dal microorganismo Mycobacterium leprae, contraddistinta da un periodo di incubazione estremamente esteso: le manifestazioni cliniche possono emergere dopo sei mesi, ma in alcuni casi anche dopo dieci anni dall’esposizione al batterio.

Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, attualmente questa patologia risulta endemica prevalentemente in determinate regioni di Brasile, India, Indonesia, Repubblica Democratica del Congo, Bangladesh e territori confinanti. Tuttavia, l’incremento degli spostamenti internazionali e dei fenomeni migratori spiega la ricomparsa di episodi isolati anche in nazioni dove si credeva fosse stata definitivamente debellata.

Nonostante il timore che la denominazione della patologia ancora genera, la probabilità di trasmissione risulta contenuta e non necessita di protocolli di isolamento rigorosi. Sono disponibili trattamenti efficaci e l’intervento medico tempestivo consente di prevenire le complicazioni più severe.

Modalità di trasmissione, manifestazioni cliniche e trattamento

La patologia colpisce l’epidermide, le terminazioni nervose periferiche, le mucose delle vie aeree superiori e, occasionalmente, l’apparato visivo.

Il contagio avviene mediante goccioline respiratorie emesse da naso e bocca di un soggetto infetto durante colpi di tosse o starnuti. Diversamente da altre patologie respiratorie, interazioni brevi come strette di mano o abbracci fugaci non costituiscono veicoli di trasmissione.

Le principali manifestazioni della lebbra includono:

  • alterazioni cutanee depigmentate o arrossate accompagnate da riduzione della sensibilità
  • diminuzione della percezione sensoriale nelle zone epidermiche interessate
  • aumento di volume delle terminazioni nervose periferiche, che possono risultare palpabili e ingrossate, con eventuale riduzione della forza muscolare
  • lesioni neurologiche che provocano formicolio o perdita di sensibilità a mani, piedi o altre regioni corporee
  • problematiche oculari o alterazioni morfologiche nei casi non sottoposti a trattamento

Il trattamento si basa sulla terapia multifarmaco (MDT) suggerita dall’OMS, che prevede antibiotici mirati per un periodo variabile da 6 mesi a oltre un anno secondo la tipologia clinica.

Su scala mondiale, nel 2024 sono stati documentati oltre 172 mila episodi ufficiali di questa malattia. Rimane una questione sanitaria rilevante in diverse zone del pianeta, specialmente dove l’accessibilità ai servizi medici è ridotta e lo stigma sociale impedisce diagnosi e terapie.

Nel territorio italiano la condizione è monitorata, senza motivi di allarme: annualmente vengono identificati circa dieci nuovi episodi, quasi sempre correlati a infezioni acquisite in altri Paesi. Cifre limitate, che attestano come la lebbra non rappresenti un’emergenza, ma neppure una malattia scomparsa. Attraverso una corretta informazione, disponibilità di cure e attenzione alla sanità globale, è possibile affrontarla senza timori e soprattutto senza discriminazioni.

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