Aspartame: è davvero tossico? Cosa dicono oggi gli esperti

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Negli ultimi anni si è riacceso il dibattito sull’aspartame, uno dei dolcificanti artificiali più utilizzati al mondo. Nonostante centinaia di studi ne abbiano confermato la sicurezza, sul web continuano a circolare dubbi, sospetti e fake news, che spesso generano allarmismi ingiustificati.

Ma l’aspartame è tossico o no? La risposta, secondo gli esperti, è no.

Ecco cosa dice oggi la scienza, quali sono i veri rischi e i falsi miti, e cosa bisogna sapere se si consuma aspartame ogni giorno.

Cos’è l’aspartame e dove si trova

L’aspartame è un dolcificante artificiale usato per dare sapore dolce agli alimenti senza aggiungere calorie. Ha un potere dolcificante circa 200 volte superiore al saccarosio (lo zucchero tradizionale), ma fornisce un apporto calorico pressoché nullo, motivo per cui è molto usato nei prodotti “light” o “senza zucchero”.

Lo si trova in:

  • bevande gassate e bibite zero
  • caramelle, gomme da masticare e dolci confezionati
  • yogurt light e dessert ipocalorici
  • alcuni farmaci e integratori

Dal 1981 è stato approvato per l’uso alimentare da oltre 100 Paesi, compresa l’Unione Europea. Ma nonostante l’ampio utilizzo, l’aspartame è spesso oggetto di controversie.

Le conferme della scienza: l’aspartame è sicuro

Nel corso di un incontro dedicato alla sicurezza d’impiego dei dolcificanti artificiali, gli esperti hanno ribadito che composti come aspartame, saccarina e ciclamato:

“sono tra gli ingredienti alimentari più approfonditamente studiati al mondo, con centinaia di studi che ne confermano la sicurezza”.

La European Food Safety Authority (EFSA) e la Food and Drug Administration (FDA) americana hanno condotto ampie revisioni scientifiche che confermano l’assenza di rischi, purché il consumo resti entro la dose giornaliera accettabile (DGA), fissata in 40 mg per kg di peso corporeo in Europa.

Per superarla, una persona adulta dovrebbe consumare quantità esagerate di bibite dietetiche in un solo giorno (ad esempio, oltre 15 lattine da 330 ml): un’eventualità molto remota.

Le accuse sul web: paura e disinformazione

Nonostante le rassicurazioni scientifiche, nel mondo digitale l’aspartame continua a essere associato alla tossicità. Sono molti i siti e i post social che lo accusano di causare mal di testa, problemi neurologici, obesità e addirittura tumori. Ma tali affermazioni non trovano riscontro nella letteratura scientifica.

Andrea Poli, direttore scientifico della Nutrition Foundation of Italy (Nfi), ha dichiarato:

“Chi non ha un background scientifico dovrebbe essere più attento nella comunicazione”.

Il problema è che spesso informazioni imprecise o interpretazioni scorrette di alcuni studi sperimentali vengono diffuse senza la dovuta contestualizzazione, generando paure infondate.

Il legame con il cancro: smentito

Una delle accuse più gravi rivolte all’aspartame è la sua presunta correlazione con l’insorgenza di tumori. Ma anche in questo caso la comunità scientifica ha fatto chiarezza.

Carlo La Vecchia, epidemiologo dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, sottolinea che:

“Ci sono oggi adeguate evidenze epidemiologiche che consentono di escludere un’associazione tra saccarina, aspartame ed altri dolcificanti non calorici e il rischio di neoplasie”.

Molti degli studi che avevano sollevato dubbi erano basati su test su animali o su dati statistici decontestualizzati. Gli studi epidemiologici più recenti condotti su grandi popolazioni umane non mostrano correlazioni significative tra uso di aspartame e tumori.

Aspartame e gravidanza: si può usare?

Un’altra domanda frequente riguarda l’uso dell’aspartame in gravidanza. Anche in questo caso, gli studi non mostrano rischi per il feto, a patto che si rispettino le quantità consigliate.

Le autorità sanitarie, tra cui l’EFSA e l’OMS, non pongono restrizioni all’uso di aspartame nelle donne incinte o nei bambini, purché il consumo non sia eccessivo. Naturalmente, come per qualsiasi sostanza, è sempre consigliabile un uso moderato e consapevole.

Aspartame e diabete: un alleato senza zucchero

Chi soffre di diabete di tipo 1 o 2 può trarre beneficio dall’uso di dolcificanti artificiali come l’aspartame. Essi permettono di assumere alimenti dolci senza aumentare il carico glicemico, facilitando il controllo della glicemia.

L’aspartame non alza il livello di zuccheri nel sangue, perché non contiene carboidrati assimilabili, ed è quindi adatto anche a chi segue diete ipoglicemiche o ipocaloriche.

La posizione dell’OMS e i nuovi aggiornamenti

Nel 2023 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito l’aspartame tra i “possibili cancerogeni” (gruppo 2B) sulla base di evidenze limitate. Tuttavia, ha specificato che questa classificazione non equivale a dire che l’aspartame causi il cancro, ma indica la necessità di ulteriori approfondimenti.

La Joint FAO/WHO Expert Committee on Food Additives (JECFA) ha ribadito che non ci sono prove sufficienti per modificare la dose giornaliera accettabile e che il consumo entro i limiti resta sicuro.

La stessa categoria “2B” include, per intenderci, anche il caffè e le verdure sottaceto: un’etichetta che non indica pericolo concreto nel consumo abituale.

Quali alternative all’aspartame?

Chi desidera evitare l’aspartame può scegliere tra altri dolcificanti approvati e sicuri, sia naturali che artificiali.

Ecco alcune alternative:

  • Stevia: naturale, estratta da una pianta sudamericana, ha un sapore dolce e zero calorie.
  • Sucralosio: dolcificante sintetico stabile anche ad alte temperature, adatto per cucinare.
  • Eritritolo: polialcol naturale con gusto simile allo zucchero e ben tollerato a livello digestivo.
  • Xilitolo: usato spesso in gomme da masticare e dentifrici, ha un basso indice glicemico.

Leggi anche: ZUCCHERO VS DOLCIFICANTI

Quindi è sicuro consumare aspartame?

In conclusione, secondo gli attuali dati scientifici, l’aspartame non è tossico se consumato nelle dosi consigliate. È uno strumento utile per ridurre l’assunzione di zuccheri e calorie, senza compromettere il gusto dolce degli alimenti. Tuttavia, come per qualsiasi sostanza, è sempre bene non eccedere e mantenere un’alimentazione il più possibile varia ed equilibrata.

Prima di demonizzare un ingrediente, è sempre importante affidarsi a fonti affidabili e a dati scientifici consolidati, lasciando da parte paure infondate e notizie non verificate.

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di wellme per tre anni, scrive per greenMe da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania